Concetti Chiave
- I fattori di rischio e i marcatori biochimici sono cruciali nel processo aterosclerotico, influenzando la stratificazione del rischio e la prevenzione.
- Un fattore di rischio deve avere un'associazione epidemiologica comprovata con la malattia, dimostrando una maggiore presenza nei soggetti colpiti.
- È essenziale stabilire un nesso di causalità tra il fattore di rischio e l'evento, come dimostrato negli studi sui vaccini e le malattie trombotiche.
- La modificazione dei fattori di rischio dovrebbe alterare l'outcome, indicando se il fattore contribuisce effettivamente alla malattia.
- Il colesterolo è un fattore di rischio chiave per le malattie cardiovascolari, con un nesso di causalità che lo lega alla formazione di placche aterosclerotiche.
Indice
Ruolo dei fattori di rischio
I fattori di rischio e i marcatori biochimici giocano un ruolo determinante nelle diverse tappe che caratterizzano il processo aterosclerotico e rivestono un ruolo importante nella stratificazione del rischio e nella conseguente prevenzione.
Definizione di fattore di rischio, come concetto generale non solo nel caso delle malattie cardiovascolari.
Criteri per definire un fattore
Devono rispettare 3 criteri.
1. Associazione comprovata alla malattia: deve esserci un’associazione epidemiologica tra il fattore di rischio e la malattia ovvero il fattore di rischio deve essere più presente nei soggetti che si ammalano che in quelli sani.
2. Definizione di un nesso di causalità: capire la relazione tra il fattore di rischio e l’evento che deriva da esso.
Esempio del vaccino Covid-Astrazeneca
Esempio vaccino Covid-Astrazeneca. La prima cosa che è stata fatta per capire se il vaccino è eventualmente un fattore di rischio per le malattie trombotiche è stato quello di ricercare un nesso di causalità. Innanzitutto non è stato individuato un numero maggiore di soggetti con malattie trombotiche nei vaccinati rispetto a quelli non. Poi a seguito delle autopsie, è stato confermato non c’è nessun nesso di causalità tra il fatto che il soggetto fosse stato vaccinato e avesse avuto un infarto o una trombosi.
3. Cambiamento dell’outcome (esito) dopo variazione del “fattore”: intervenendo sul fattore di rischio valuto la successiva risposta del paziente. Se ad esempio eliminando i presunti fattori di rischio la malattia comunque si manifesta, vorrà dire che questo non è un fattore di rischio.
Questi sono i tre criteri fondamentali che definiscono se e come una determinata cosa o evento diventa un fattore di rischio per una determinata malattia.
Studio Framingham e colesterolemia
Come nello studio Framingham, dopo il fumo è stato scoperto che il secondo fattore di rischio per le malattie cardiovascolari è la colesterolemia.
Man mano che i valori di colesterolemia totale crescono il rischio di avere malattie cardiovascolari aumenta a sua volta.
Differenze di rischio tra generi
C’è una notevole differenza tra uomini e donne, in termini epidemiologici abbiamo già 2 fattori di rischio. Ovvero l’essere uomini e avere il colesterolo alto.
Il colesterolo costituisce le placche aterosclerotiche, queste accumulandosi crescono e diventano più fragili aumentando così il rischio di fessurarsi e rompersi completamente rilasciando il proprio contenuto all’interno del vaso bloccandolo e determinando ischemia a valle dell’ostruzione.
Il nesso di causalità è presente perché il colesterolo contenuto nelle placche rompendosi ostruiscono il vaso e provocano l’ischemia.
Riducendo la colesterolemia modifico l’outcome, vale a dire, il rischio di contrarre la malattia diminuisce come dimostrato da altri studi.
Domande da interrogazione
- Quali sono i tre criteri fondamentali per definire un fattore di rischio?
- Come si è valutato il vaccino Covid-Astrazeneca come potenziale fattore di rischio per le malattie trombotiche?
- Qual è il secondo fattore di rischio per le malattie cardiovascolari dopo il fumo, secondo lo studio Framingham?
- In che modo la riduzione della colesterolemia influisce sul rischio di malattie cardiovascolari?
I tre criteri sono: associazione comprovata alla malattia, definizione di un nesso di causalità, e cambiamento dell’outcome dopo variazione del fattore.
Si è cercato un nesso di causalità e non è stato trovato un numero maggiore di malattie trombotiche nei vaccinati rispetto ai non vaccinati, confermando l'assenza di causalità.
Il secondo fattore di rischio è la colesterolemia, con un aumento del rischio di malattie cardiovascolari man mano che i valori di colesterolemia totale crescono.
Riducendo la colesterolemia, si modifica l’outcome, diminuendo il rischio di contrarre la malattia, come dimostrato da studi precedenti.