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Concetti Chiave

  • I peptidi immunodominanti hanno maggiore affinità con specifici alleli MHC di classe I e II, facilitando la loro presentazione.
  • La presenza di segmenti Vβ nei linfociti T contribuisce all'immunodominanza dei peptidi.
  • CD1, a differenza di CD1a, utilizza proteine adattatrici per il traffico antigenico verso il fagolisosoma.
  • La stabilità delle molecole CD1 richiede l'occupazione del solco da parte di lipidi endogeni come il fosfatidilinositolo.
  • Il CD1 è cruciale nella risposta immunitaria contro antigeni lipidici, come quelli dei micobatteri della tubercolosi.

Indice

  1. Differenze tra peptidi e MHC
  2. Ruolo delle proteine adattatrici
  3. Sintesi e traffico delle molecole CD1
  4. Importanza del riciclo di CD1

Differenze tra peptidi e MHC

Per quanto riguarda la presentazione degli antigeni proteici non tutti i peptidi sono uguali. Ci sono peptidi che possono essere più facilmente associati alle molecole di classe I o di classe II perché presentano una maggiore affinità con la struttura di determinati alleli MHC, inoltre ci sono peptidi che sono meglio riconosciuti anche da specifiche strutture T. Questo avviene perché una proteina complessa può contenere al suo interno epitopi multipli e questi, una volta che l’antigene viene processato in peptidi, possono avere maggiore affinità per determinati alleli di classe I rispetto ad altri. Di conseguenza vengono presentati più facilmente, si tratta dei peptidi immunodominanti. Vi è anche una parte di immunodominanza dovuta al tipo di segmenti Vβ che sono presenti nei linfociti T.

Ruolo delle proteine adattatrici

Vi è un’interazione delle code citoplasmatiche con delle proteine adattatrici, AP2 e AP3, le quali non sono presenti per CD1a (esso viene trasportato direttamente alla membrana). Tali proteine sono invece presenti per gli altri prodotti degli antigeni CD1 che vengono guidati direttamente a livello del fagolisosoma per caricare i lipidi. Assemblaggio e traffico delle molecole CD1 avvengono come per la classe I.

Sintesi e traffico delle molecole CD1

Si ha la sintesi con l’azione delle chaperonine calnexina, calreticolina ed ERp57, segue l’assemblaggio con la beta-2 microglobulina e a questo punto CD1-beta-2 microglobulina può avere un’interazione nel reticolo endoplasmatico con qualche lipide endogeno. Inizialmente, affinchè la molecola sia stabile, il solco deve essere occupato da lipidi endogeni come il fosfatidilinositolo; una volta occupato il solco entrano in azione le chaperonine sopracitate (che servono anche per il caricamento dei peptidi nella classe I) ed infine entrano in azione altre molecole come l’MTP, una proteina che trasferisce i trigliceridi microsomici, e l’ApoB, un enzima. A questo punto la struttura può essere portata all’esterno con il fosfatidilinositolo.

Importanza del riciclo di CD1

Può esserci anche un riciclo di CD1 che prevede la fusione con l’endosoma ed eventualmente il lisosoma, dove avviene un lipide exchange (anziché un peptide exchange) con diversi tipi di strutture lipidiche che si trovano nei compartimenti lisosomiali/endosomiali, così come avviene per la classe II. Agisce, ad esempio, la saposina che si associa al CD1 a livello della membrana lisosomiale/endosomiale stabilizzandola e permette un exchange di lipidi diversi. CD1 può così legare antigeni lipidici diversi e questo è importante soprattutto nella risposta contro determinati antigeni lipidici che possono essere mannani o lipidi derivati dalla rete batterica, in particolare dei micobatteri (micolipidi). Questa risposta è molto importante contro il micobatterio della tubercolosi.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il ruolo degli epitopi multipli nella presentazione degli antigeni proteici?
  2. Gli epitopi multipli all'interno di una proteina complessa, una volta processati in peptidi, possono avere maggiore affinità per determinati alleli di classe I, facilitando la presentazione dei peptidi immunodominanti.

  3. Come avviene l'assemblaggio e il traffico delle molecole CD1?
  4. L'assemblaggio delle molecole CD1 avviene con l'azione delle chaperonine calnexina, calreticolina ed ERp57, seguita dall'interazione con la beta-2 microglobulina e lipidi endogeni nel reticolo endoplasmatico, per poi essere trasportate all'esterno con il fosfatidilinositolo.

  5. Qual è la funzione delle proteine adattatrici AP2 e AP3 nel contesto degli antigeni CD1?
  6. Le proteine adattatrici AP2 e AP3 guidano i prodotti degli antigeni CD1 al fagolisosoma per caricare i lipidi, a differenza di CD1a che viene trasportato direttamente alla membrana.

  7. In che modo CD1 contribuisce alla risposta immunitaria contro i micobatteri?
  8. CD1 lega antigeni lipidici diversi, come i micolipidi derivati dai micobatteri, stabilizzando la membrana lisosomiale/endosomiale e permettendo un exchange di lipidi, essenziale nella risposta contro il micobatterio della tubercolosi.

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