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Concetti Chiave

  • La severità delle patologie cardiovascolari dipende dall'importanza e dalla capacità di resistenza all'ipossia dell'organo colpito, con il cuore essendo particolarmente critico.
  • Il Framingham Heart Study ha identificato diversi fattori di rischio cardiovascolare, tra cui fumo, ipercolesterolemia, inattività fisica e ipertensione, attraverso un'osservazione di 60 anni.
  • La mortalità ospedaliera per infarto è migliorata significativamente negli ultimi decenni, passando da un 10-15% a circa il 3% attuale.
  • La stratificazione del rischio in medicina permette di individuare pazienti a rischio maggiore e applicare interventi per ridurlo, considerando che i fattori di rischio si moltiplicano, non si sommano.
  • Fattori psicosociali, menopausa, e livelli di HDL sono stati identificati come influenti sul rischio di malattie cardiovascolari nel corso degli anni.

Indice

  1. Determinanti della severità cardiovascolare
  2. Epidemiologia delle malattie cardiovascolari
  3. Fattori di rischio e studi epidemiologici
  4. Stratificazione del rischio in medicina

Determinanti della severità cardiovascolare

Cosa determina la severità di una patologia cardiovascolare?

- Importanza dell’organo che viene colpito: se viene colpito il cuore a differenza di un dito le conseguenze saranno notevolmente diverse.

- Capacità dell’organo di resistere all’ipossia: diversi organi hanno diversa capacità di resistere all’ipossia. Il tempo di resistenza può essere modificato solamente

abbassando il metabolismo basale. Raffreddando l’organo il metabolismo basale si abbassa, metodo utilizzato nei trapianti d’organo.

Epidemiologia delle malattie cardiovascolari

Epidemiologia delle malattie cardiovascolari:

Ogni anno vengono ricoverati circa 150.000 persone. La mortalità ospedaliera varia dal 2-5%. Di tutti i pazienti che hanno un infarto il 3% muore, dato migliorabile ma comunque migliore rispetto a 20 anni fa dove la mortalità si attestava attorno al 10-15%.

Fattori di rischio e studi epidemiologici

I dati sui fattori di rischio sono stati raccolti principalmente dal Framingham heart study, uno

studio prospettico durato 60 anni (1948-2002) dove vennero inclusi tutti i cittadini di Framingham, una piccola cittadina vicina a Boston ove, alla fine della seconda guerra mondiale, decisero di studiare e seguire nel tempo tutti i circa ventimila cittadini.

Nel corso degli anni man mano che si ammalavano e che morivano si andavano a fare delle valutazioni comparandole con gli altri cittadini consentendo così di fare delle associazioni per identificare i fattori di rischio legati a malattie cardiovascolari e non.

Dopo 12 anni dall’inizio dello studio si notò una forte correlazione tra il fumo di sigaretta e le malattie cardiovascolari. Col passare degli anni si identificarono sempre più fattori di rischio associati alle malattie cardiovascolari come:

● 1961: si identificò nell’ipercolesterolemia e nella pressione sanguigna

● 1967: l’inattività fisica.

● 1970: ipertensione

● 1976: menopausa

● 1978: fattori psicosociali

● 1988: alti livelli di HDL abbassavano invece il rischio

● 1994: l’ipertrofia ventricolare

● 1994: lipoproteina a

Stratificazione del rischio in medicina

Quando si valuta il rischio in medicina non c’è la certezza assoluta ovvero non si può definire se un paziente sia totalmente esente dal rischio di contrarre una determinata malattia o che sia sicuro al 100% che possa contrarla.

Si può però stratificare il rischio del nostro paziente, identificando quelli che hanno un rischio maggiore o inferiore. Nei pazienti a rischio maggiore si possono fare degli interventi di tipo farmacologico, ambientale, dietetica, comportamentale per fare diminuire il rischio.

Un aspetto importante è da considerare il fatto che i fattori di rischio si moltiplicano e non si sommano.

Esempio. Se ho un fattore di rischio che aumenta la probabilità di 2 volte di contrarre una determinata malattia e un altro fattore per la stessa malattia lo aumenta di 3 volte, il rischio totale non è la somma, ma la moltiplicazione tra i due fattori. Ho dunque 6 volte il rischio di contrarre la malattia.

Domande da interrogazione

  1. Cosa determina la severità di una patologia cardiovascolare?
  2. La severità di una patologia cardiovascolare è determinata dall'importanza dell'organo colpito e dalla sua capacità di resistere all'ipossia. Organi come il cuore hanno conseguenze più gravi rispetto ad altri, e la resistenza all'ipossia può essere migliorata abbassando il metabolismo basale, ad esempio raffreddando l'organo.

  3. Quali sono i dati epidemiologici sulle malattie cardiovascolari?
  4. Ogni anno circa 150.000 persone vengono ricoverate per malattie cardiovascolari, con una mortalità ospedaliera del 2-5%. La mortalità per infarto è del 3%, migliorata rispetto al 10-15% di 20 anni fa. Questi dati sono stati raccolti principalmente dal Framingham heart study.

  5. Quali fattori di rischio sono stati identificati nel Framingham heart study?
  6. Il Framingham heart study ha identificato diversi fattori di rischio per le malattie cardiovascolari, tra cui il fumo di sigaretta, ipercolesterolemia, pressione sanguigna, inattività fisica, ipertensione, menopausa, fattori psicosociali, alti livelli di HDL, ipertrofia ventricolare e lipoproteina a.

  7. Come si valuta il rischio di malattie cardiovascolari in medicina?
  8. In medicina, il rischio non può essere definito con certezza assoluta, ma può essere stratificato. I pazienti con rischio maggiore possono ricevere interventi farmacologici, ambientali, dietetici e comportamentali per ridurlo. I fattori di rischio si moltiplicano, non si sommano, aumentando esponenzialmente il rischio complessivo.

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