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Concetti Chiave

  • Lo screening è applicabile solo a patologie con fase pre-clinica diagnosticabile, trattamenti disponibili, valore epidemiologico significativo, sostenibilità costo-beneficio e curabilità.
  • I test di screening non sono diagnostici; un risultato positivo richiede esami più complessi per confermare la presenza della malattia.
  • Sensibilità e specificità sono indicatori chiave per valutare l'efficacia dei test di screening, mentre valori predittivi positivo e negativo completano l'analisi.
  • Il sistema sanitario organizza screening attraverso servizi regionali con protocolli specifici, monitoraggio delle performance e chiamata attiva dei soggetti.
  • Il percorso di screening può includere test di primo, secondo e terzo livello per confermare la diagnosi e impostare una terapia adeguata.

Indice

  1. Screening delle patologie
  2. Altre informazioni

Screening delle patologie

Si può fare screening solo per determinate patologie che rispettano criteri ben specifici:
    - deve esistere una fase pre-clinica diagnosticabile: una fase della patologia dove questa già ha iniziato a svilupparsi (es. tumore) pur non essendo ancora sintomatica, se comparisse direttamente in modo sintomatico non potrei diagnosticarla prima.
    - devo avere disponibilità di vari livelli di trattamento: fare diagnosi precoce con test estremamente rapidi, non invasivi, economici.
    - deve avere un certo valore epidemiologico: la patologia dev’essere abbastanza frequente nella popolazione (tumore mammella primo tumore della donna).
    - deve essere sostenibile dal punto di vista costo-beneficio.
    - si fa per patologie curabili.
I test di screening non sono mai diagnostici (es.
un Pap-test positivo non mi dice che ho un cancro, sarà necessario fare un test diagnostico).
Se negativo -> non faccio altri esami, possono essere veri o falsi negativi. Spero che il numero di veri negativi sia il 100% (ovviamente il 100% in medicina non esiste) e che il numero di falsi negativi sia lo 0%.
Se positivo -> esame di approfondimento più complesso e accurato, identifica i veri positivi (sperando sia tendente al 100%) o i falsi positivi (sovradiagnosi).
L’esame può dare due opzioni:
    - Risultato positivo (trovo la malattia) o negativo (non trovo la malattia). Se il test trova il vero malato quando positivo è molto sensibile, un test che trova un sano quando è negativo è un test molto specifico.
    - Le due altre opzioni sono i falsi negativi e i falsi positivi. Per il paziente è peggio avere un falso negativo che un falso positivo, perché questo porta ad un ritardo di diagnosi e quindi una progressione della patologia.

Altre informazioni

Sensibilità = n. veri positivi (A) / totale malati (A+C) Specificità = n. veri negativi (D) / totale sani (B+D)
Valore predittivo positivo = n. veri positivi (A) / totale positivi (A+B)
Valore predittivo negativo = n. veri negativi (D) / totale negativi (C+D)
-> Questi ultimi valori sono complementari.
Il’Ssn, che poi si organizza nei servizi regionali, utilizza risorse per organizzare lo screening (es. tutte le donne in una fascia di età). Quindi c’è normativa di riferimento, un protocollo di riferimento, ed una chiamata attiva del soggetto (mediante lettera, messaggio, mail...) in strutture dedicate. Per vedere se è funzionale c’è un monitoraggio della performance, chi entra in un percorso di screening essere seguito anche 20-30aa.
Fatto dal soggetto stesso per sua iniziativa o consiglio del suo medico (donna che si fa la mammografia ad una certa età perché si sente a rischio), non c’è nessun monitoraggio e soprattutto non viene inserito in nessun percorso di screening.
Un percorso di screening per una patologia tumorale funziona grazie ad un centro di screening, un’unità operativa chirurgia/medicina interna/reumatologia che invita la popolazione a svolgere il test di 1 livello. Se negativo manda lettera a casa con risultato negativo e il richiamo fissato per il futuro in base allo screening stesso, se positivo si invita ad un test di approfondimento per capire se è vero o falso positivo. Se negativo anche l’esame di 2 livello allora ci si rivede dopo anni, se positivo si fa un test di 3 livello, che è diagnostico di solito, e si imposta una terapia medica/ chirurgica etc.

Domande da interrogazione

  1. Quali sono i criteri per effettuare uno screening delle patologie?
  2. Lo screening è possibile solo per patologie con una fase pre-clinica diagnosticabile, disponibilità di trattamenti, valore epidemiologico significativo, sostenibilità costo-beneficio, e devono essere curabili.

  3. Cosa succede se un test di screening risulta positivo?
  4. Se un test di screening è positivo, si procede con un esame di approfondimento più complesso per identificare i veri positivi o i falsi positivi.

  5. Qual è la differenza tra sensibilità e specificità in un test di screening?
  6. La sensibilità è la capacità del test di identificare i veri positivi, mentre la specificità è la capacità di identificare i veri negativi.

  7. Come viene organizzato lo screening dal Servizio Sanitario Nazionale (SSN)?
  8. Il SSN organizza lo screening attraverso risorse regionali, normative di riferimento, protocolli, e chiamate attive dei soggetti in strutture dedicate, con monitoraggio della performance.

  9. Qual è il percorso tipico di uno screening per una patologia tumorale?
  10. Il percorso include un test di 1° livello, seguito da un test di approfondimento se positivo, e un eventuale test di 3° livello diagnostico, con impostazione di una terapia se necessario.

Domande e risposte