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Concetti Chiave

  • Il paziente politraumatizzato affronta tre picchi di mortalità: immediata, precoce e tardiva, con la più alta mortalità nei primi minuti dopo l'incidente.
  • La patologia traumatica è complessa e multidisciplinare, coinvolgendo distretti vitali e portando a gravi conseguenze come shock emorragico e disfunzioni d'organo.
  • La definizione comune del politrauma è stata raggiunta solo recentemente, con la classificazione di Berlino del 2014, fondamentale per sviluppare protocolli di studio efficaci.
  • Il concetto di lavoro di team, nato nell'ambiente aerospaziale, è stato applicato con successo nella medicina traumatologica, migliorando la gestione dei pazienti.
  • Una gestione efficace del trauma richiede continuità e coordinazione tra le fasi extra-ospedaliere e intraospedaliere, simile a un'orchestra guidata da un direttore.

Indice

  1. Picchi di mortalità
  2. Patologia traumatica
  3. Definizione e gestione del trauma

Picchi di mortalità

Sono descritti 3 picchi di mortalità:

    1. Immediata (≤ minuti), coinvolge frequentemente distretti vitali (trauma cranico, rottura grandi vasi, contusione cardiaca). E’ quella più frequente (~55%), però purtroppo si può agire soltanto con la prevenzione. Spesso infatti i pazienti non arrivano vivi in ospedale.

    2. Precoce (≤ alcune ore), coinvolge distretti vitali (trauma cranico, trauma toracico o trauma addominale). Qui è ancora presente il rischio di shock emorragico. E’ abbastanza frequente (~ 35%).

    3. Tardiva (≤ settimane), condizione legata al fatto che il paziente traumatizzato ha una forte attivazione del sistema infiammatorio con una sua successiva riduzione (immunoparalisi) che lo espone ad infezioni (sepsi) ed insufficienza d’organo (Mof). E’ un’evenienza più rara (~15%). Sono dei pazienti che non riuscendo a riprendersi dalla terapia intensiva muoiono spesso per infezioni.

Patologia traumatica

La patologia traumatica è trasversale, e può essere caratterizzata per:

    1. Distretti coinvolti (Snc, torace, addome, pelvi…)

    2. Conseguenze possibili (Alterazioni della coagulazione, shock emorragico…)

Definizione e gestione del trauma

Il problema di patologie complesse come il trauma è trovare una definizione univoca che permetta di sviluppare dei protocolli di studio / analizzare dei dati per riuscire a trovare delle soluzioni, per vedere i sistemi efficaci da quelli inefficaci o controproducenti. L’ortopedico vede una frattura di femore, il neurochirurgo un edema cerebrale, l’anestesista vede una discoagulopatia… Quello che è mancato negli anni passati è una definizione comune. La definizione accettata ora è quella del politrauma di Berlino fatta nel 2014. Per quanto riguarda l’incidente con locomozione, il 50% dei pazienti che muoiono hanno un trauma del Snc, 45% dei pazienti presentano segni di shock emorragico, 28% compromissione delle vie respiratorie e 30% hanno un Mof.

Queste sono in generali le cause principali di morte in un paziente con trauma. Nel trauma, per la prima volta in medicina, si è applicato il concetto di lavoro di team che nasce nell’ambiente aerospaziale con la Nasa, ovvero lavorare seguendo un flusso di lavoro con delle figure specializzate.

Quello che si era visto è che si potevano generare incidenti “spaventosi” in equipaggi particolarmente esperti. Questo ha portato allo sviluppo del lavoro di team che poi è stato traslato in medicina col “trauma team”. Questo ha preso piede anche in altri settori medici (ad esempio l’heart team per patologie valvolari, l’ecmo team e così via).

Questo fa sì che nella gestione del trauma ci dev’essere una armonia assoluta attraverso le fasi di cura.: il prof fa un esempio citando la Carmina Burana in Arena. Il direttore d’orchestra è fondamentale: deve garantire l’armonia tra l’orchestra ed il coro altrimenti si passa da una “musica armoniosa” ad una “musica infernale”. Concettualmente il trauma dev’essere gestito nella stessa identica maniera: ci dev’essere un continuo tra la fase extra-ospedaliera e la fase intraospedaliera che non coinvolge solo le prime fasi ma continua fino alla rieducazione del paziente.

Domande da interrogazione

  1. Quali sono i tre picchi di mortalità nel paziente politraumatizzato?
  2. I tre picchi di mortalità sono: immediata (≤ minuti), precoce (≤ alcune ore) e tardiva (≤ settimane), ciascuna con cause specifiche come traumi vitali e infezioni.

  3. Qual è la sfida principale nella gestione delle patologie traumatiche complesse?
  4. La sfida principale è trovare una definizione univoca per sviluppare protocolli di studio e analizzare dati, distinguendo tra sistemi efficaci e inefficaci.

  5. Qual è il ruolo del lavoro di team nella gestione del trauma?
  6. Il lavoro di team è fondamentale per garantire un flusso di lavoro armonioso e coordinato tra specialisti, simile al concetto di team sviluppato dalla NASA.

  7. Qual è l'importanza del direttore d'orchestra nella gestione del trauma?
  8. Il direttore d'orchestra assicura l'armonia tra le diverse fasi di cura, dalla fase extra-ospedaliera a quella intraospedaliera, fino alla rieducazione del paziente.

Domande e risposte