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Concetti Chiave

  • La metatarsalgia è causata da un sovraccarico sulla testa dei metatarsali, spesso legato all'alluce valgo e al piede piatto.
  • Le infezioni ossee possono derivare da vie ematogene, contiguità con processi settici o inoculazione diretta come post-chirurgiche.
  • In chirurgia ortopedica, nonostante l'attenzione alla sterilità, le ferite chirurgiche sono spesso contaminate dopo un'ora di intervento.
  • L'osteomielite ematogena si sviluppa in tre fasi: infiammazione, necrosi ossea, e riassorbimento del tessuto osseo.
  • La diagnosi eziologica è cruciale, richiedendo l'isolamento del patogeno tramite diverse tecniche come emocoltura e biopsia tissutale.

Indice

  1. Dolore plantare e cause
  2. Origine delle infezioni ossee
  3. Incidenza e chirurgia ortopedica
  4. Infezioni nei bambini e prematuri
  5. Fasi della osteomielite ematogena
  6. Monitoraggio e diagnosi eziologica

Dolore plantare e cause

È un dolore plantare sulla testa dei metatarsali, perché sovraccaricati. Spesso è conseguenza dell’alluce valgo e del piede piatto per la mancata rotazione dell’elica. Si crea un ipercheratosi sotto al secondo e terzo dito perché l’alluce non è in grado di spingere correttamente. Può essere valutato con una barpodometria computerizzata (misura la pressione esercitata dal piede su una superficie).

Origine delle infezioni ossee

Origine dell’infezione:

    • Ematogena, via impiegata dai patogeni anche per infezioni extra-ossee, diffusione da altra sede tramite il circolo o legata a batteriemia;

    • Per contiguità di processi settici in altra sede (infezioni vie urinarie, dell’apparato genitale, ecc.), possono arrivare a infettare le ossa adiacenti;

    • Per inoculazione diretta, come le infezioni post-chirurgiche e post-traumatiche.

Incidenza e chirurgia ortopedica

Tuttavia l’incidenza di infezioni nelle fratture esposte arriva fino al 30%. La chirurgia ortopedica, a differenza di quella addominale, è una chirurgia pulita, si usano campi operatori più complessi, si sta più attenti a pulizia e sterilità. Nonostante questo qualsiasi ferita chirurgica in un intervento che dura almeno un’ora è contaminata.

Infezioni nei bambini e prematuri

È più frequente nei bambini e nei prematuri, che hanno meno difese immunitarie. Inoltre, dal momento che le cartilagini di accrescimento sono aperte e il flusso osseo è rallentato a livello della metafisi, è favorito l’impianto dei batteri.

Raramente, invece, le infezioni si propagano all’articolazione e all’epifisi, perché la cartilagine di accrescimento funge da barriera, piuttosto tendono a diffondersi nella diafisi. Si possono comunque avere casi di propagazione all’articolazione, con sviluppo di osteoartite, e viceversa dall’articolazione alla diafisi.

Fasi della osteomielite ematogena

Le fasi della osteomielite ematogena sono 3:

    - Fase I (primi 10 giorni) di infiammazione/ascessualizzazione, in cui si sviluppa un ascesso contenente detriti di granulociti, meno frequentemente batteri;

    - Fase II (successive 2-4 settimane) di necrosi ossea, con fenomeni di obliterazione dei vasi da parte di colonie batteriche e del processo di flogosi, con conseguente formazione di aree di osteonecrosi settica localizzata, anche estese, dette sequestri. Successivamente si ha reazione proliferativa dell’osso circostante che va a circoscrivere le aree di osteonecrosi. Tale quadro radiologicamente assume il cosiddetto “aspetto a sarcofago”. Si può avere inoltre la formazione di fistole, con fuoriuscita di pus e frammenti di osso necrotico;

    - Fase III con ampie zone di osteolisi, con riassorbimento del tessuto osseo.

Monitoraggio e diagnosi eziologica

Con riscontro di leucocitosi neutrofila e incremento di Pcr, Ves, fibrinogeno e Pct. La Pcr nelle infezioni osteoarticolari è molto significativa e sensibile. È importante monitorare per almeno 2 anni l’andamento di Ves e Pcr per rilevare eventuali recidive. Molto importante ai fini terapeutici è la diagnosi eziologica, con l’isolamento dell’agente patogeno tramite: emocoltura, biopsia tissutale/agobiopsia, agoaspirato

di una raccolta, tampone ulcera/fistola (scarsa specificità, spesso soggetto a contaminazione).

Domande da interrogazione

  1. Quali sono le principali cause dell'origine delle infezioni ossee?
  2. Le infezioni ossee possono originare per via ematogena, attraverso la diffusione di patogeni dal circolo sanguigno, per contiguità da processi settici in altre sedi del corpo, o per inoculazione diretta, come nel caso di infezioni post-chirurgiche o post-traumatiche.

  3. Perché la metatarsalgie è spesso conseguenza dell’alluce valgo e del piede piatto?
  4. La metatarsalgie è causata dal sovraccarico sui metatarsali, spesso conseguenza dell’alluce valgo e del piede piatto, a causa della mancata rotazione dell’elica, portando a ipercheratosi sotto al secondo e terzo dito per la non corretta spinta dell’alluce.

  5. Qual è l'incidenza di infezioni nelle fratture esposte e come viene gestita la sterilità in chirurgia ortopedica?
  6. L'incidenza di infezioni nelle fratture esposte può arrivare fino al 30%. Nonostante la chirurgia ortopedica sia considerata pulita, con l'uso di campi operatori complessi e attenzione alla pulizia e sterilità, qualsiasi ferita chirurgica in un intervento che dura almeno un'ora risulta contaminata.

  7. Quali sono le fasi dell'osteomielite ematogena e come si manifestano?
  8. L'osteomielite ematogena si sviluppa in tre fasi: la fase I di infiammazione/ascessualizzazione nei primi 10 giorni, la fase II di necrosi ossea nelle successive 2-4 settimane, caratterizzata da obliterazione dei vasi e formazione di sequestri, e la fase III con ampie zone di osteolisi e riassorbimento del tessuto osseo.

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