Concetti Chiave
- Antonio Egas Moniz sviluppò la lobotomia ispirato da esperimenti sui lobi frontali degli scimpanzé, nonostante la mancanza di prove empiriche a supporto della sua teoria.
- La procedura originale prevedeva iniezioni di alcool o il taglio delle connessioni nervose nel lobo frontale, mirava a trattare malattie mentali come ansia e schizofrenia.
- Nel 1936, Moniz pubblicò risultati positivi delle sue operazioni, riscontrando miglioramenti nei sintomi di pazienti con disturbi mentali.
- Walter Freeman, negli Stati Uniti, promosse la lobotomia, osservando una riduzione di sintomi come ansia e allucinazioni, ma notando anche cambiamenti nella personalità dei pazienti.
- La popolarità della lobotomia declinò negli anni Cinquanta a causa degli effetti collaterali a lungo termine e dell'introduzione del tranquillante Torazina.
Indice
L'inizio della carriera di Moniz
Il neurologo portoghese Antonio Egas Moniz (1874-1955) era già conosciuto all'inizio degli anni Trenta per aver affinato alcune tecniche che permettevano ai medici di visualizzare i vasi sanguigni nel cervello, usando tracciati radioattivi. Nel 1935, durante una conferenza internazionale di neurologia, assistette ad una relazione sui lobi frontali del cervello e sugli effetti della loro rimozione negli scimpanzé. Nonostante le smentite di Moniz, è ormai entrato nella storia scientifica l'aneddoto secondo cui proprio gli esperimenti sugli scimpanzé di cui si era parlato a quella conferenza abbiano ispirato lo scienziato nella formulazione dell'idea della lobotomia per il trattamento delle malattie mentali.
Teoria e primi esperimenti
Secondo Moniz, alcune forme di malattie mentali erano causate da una sorta di anormale ammassamento delle cellule nervose, che causavano il blocco degli impulsi neuronali e le conseguenti manie e fissazioni del paziente. Non vi era alcuna evidenza empirica per la sua teoria, ma Moniz continuò in modo determinato i suoi esperimenti, ritenendo che se le fibre nervose che provocavano queste fissazioni morbose potevano essere distrutte, il paziente doveva migliorare. Nel novembre 1935, Moniz e i suoi assistenti svolsero i primi esperimenti chirurgici. Inizialmente effettuarono ripetute iniezioni di alcool nel lobo frontale attraverso fori trapanati nel cranio. Dopo i primi interventi, su sette pazienti, modificarono l'operazione, tagliando il lobo con un filo metallico; quindi non veniva rimosso niente, ma solamente interrotte le connessioni.
Pubblicazione e primi risultati
Nel 1936 Moniz pubblicò i risultati molto positivi delle sue prime 20 operazioni su pazienti che soffrivano di ansia, depressione e schizofrenia. La sua pubblicazione fu ben accolta e sembrò offrire evidenti benefici alla psicochirurgia. Per esempio, la prima paziente risultò essere meno agitata e meno paranoica di quanto fosse prima, sebbene fosse molto apatica e più spenta di quanto Moniz aveva sperato. Negli anni '30 le diagnosi delle gravi malattie mentali stavano migliorando sempre di più, ma non la reale conoscenza delle loro cause o come curarle. I dottori spesso tentavano qualsiasi tipo di trattamento per aiutare i loro pazienti, accettando e utilizzando trattamenti radicali come l'elettroshock e la lobotomia.
Diffusione negli Stati Uniti
Negli Stati Uniti, il neurologo Walter Freeman applicò più volte la lobotomia e la promosse con grande fervore. Dopo un anno dalle pubblicazioni dei risultati di Moniz, aveva effettuato 20 lobotomie. Freeman e i suoi assistenti notarono che in tutti e venti i loro pazienti i sintomi di preoccupazione, apprensione, ansia, insonnia e tensione nervosa, venivano più o meno diminuiti dopo l'operazione. Fu osservato che anche disturbi quali disorientamento, confusione, fobie, allucinazioni, erano diminuiti o addirittura risolti in alcuni pazienti. D'altro canto notarono che i pazienti perdevano la spontaneità, e la loro personalità risultava modificata. Nel 1942 fu pubblicato anche un libro che ebbe grande influenza negli anni successivi, portando il numero delle lobotomie effettuate da 100, nel 1946, a 5.000, nel 1949. In quest'anno Moniz vinse il premio Nobel in fisiologia e medicina.
Declino della lobotomia
La popolarità della lobotomia diminuì sempre più negli anni Cinquanta e oltre. Con l'osservazione, a lungo termine, dei pazienti lobotomizzati fu evidente che vi erano pesanti effetti collaterali. L'uso del nuovo farmaco Torazina, il primo tranquillante, ha drasticamente ridotto l'uso della lobotomia.
Domande da interrogazione
- Chi era Antonio Egas Moniz e quale tecnica ha sviluppato?
- Qual è stata l'idea di Moniz riguardo al trattamento delle malattie mentali?
- Come veniva eseguita inizialmente la lobotomia da Moniz e i suoi assistenti?
- Quali furono i risultati delle prime operazioni di lobotomia pubblicate da Moniz?
- Perché la popolarità della lobotomia è diminuita negli anni Cinquanta?
Antonio Egas Moniz era un neurologo portoghese noto per aver sviluppato tecniche per visualizzare i vasi sanguigni nel cervello usando tracciati radioattivi.
Moniz credeva che alcune malattie mentali fossero causate da un anormale ammassamento delle cellule nervose e che distruggendo le fibre nervose responsabili delle fissazioni morbose, il paziente potesse migliorare.
Inizialmente, Moniz e i suoi assistenti eseguivano iniezioni di alcool nel lobo frontale attraverso fori nel cranio, successivamente modificarono l'operazione tagliando il lobo con un filo metallico per interrompere le connessioni.
Moniz pubblicò risultati positivi delle sue prime 20 operazioni, notando una riduzione di ansia, depressione e schizofrenia nei pazienti, sebbene alcuni effetti collaterali come apatia fossero presenti.
La popolarità della lobotomia è diminuita a causa degli effetti collaterali pesanti osservati a lungo termine e l'introduzione del Torazina, un nuovo tranquillante che ha ridotto drasticamente l'uso della lobotomia.