Concetti Chiave
- Interpretare un referto richiede equilibrio tra contesto clinico e rilevanza dei risultati di laboratorio.
- Il CEA può variare leggermente per motivi come il fumo o la variabilità biologica, senza indicare necessariamente un problema clinico.
- La variabilità biologica intraindividuale e interindividuale influisce sui risultati dei test e deve essere considerata nell'interpretazione.
- La conoscenza della variabilità biologica aiuta a comprendere meglio i dati analitici e a distinguere le variazioni fisiologiche da quelle indotte da farmaci.
- I clinici devono essere consapevoli dei valori di delta degli analiti per interpretare correttamente le variazioni nei referti.
Indice
L'importanza del contesto clinico
L’interpretazione di un referto è un equilibrio precario tra il contesto clinico e la reale rilevanza del risultato di laboratorio. Per comprendere meglio tale equilibrio si prenda l’esempio di una paziente per cui sia stato richiesto il dosaggio del solo marcatore CEA per i tumori gastrointenstinali. Non avendo altre informazioni sulla paziente, non si può trarre nessuna conclusione da un referto che indica un valore di CEA leggermente aumentato. Se la richiesta fosse stata fatta secondo le linee guida, si potrebbe ipotizzare di avere di fronte una paziente sottoposta a rimozione chirurgica di un carcinoma del colon, di cui si vogliono valutare possibili recidive, tramite il dosaggio del biomarcatore ogni sei mesi circa. Tuttavia, potrebbe anche essere una paziente che ha richiesto al medico di base un esame per vari biomarcatori come screening tumorale, e quindi un caso in cui non si sono seguite le linee guida. Per questo motivo, senza informazioni anamnestiche, non si può dare una risposta, di conseguenza l’unica cosa da fare è prescrivere una colonscopia che, con alta probabilità, si rivelerà inutile. La spiegazione più plausibile del valore leggermente aumentato del marcatore, potrebbe essere che la paziente sia una fumatrice, condizione che solitamente determina un aumento del valore del CEA; oppure il risultato potrebbe dipendere dalla variabilità biologica.
Variabilità biologica e sue implicazioni
La variabilità biologica può essere di due tipi:
1) Variabilità biologica intraindividuale (CVi): è la fluttuazione casuale di un costituente dell’organismo, misurato in tempi diversi nello stesso individuo, intorno al suo punto omeostatico. Per esempio, misurando la glicemia di un individuo in tre giorni consecutivi a pari condizioni si avranno leggere variazioni.
2) Variabilità biologica interindividuale (CVg): è la differenza nei risultati dello stesso costituente ottenuti in individui differenti, tutti nelle stesse condizioni fisiologiche, dovuta alla diversità dei punti omeostatici tra questi individui.
La variabilità biologica è una caratteristica intrinseca all’individuo e non è quindi eliminabile, ma dev’essere conosciuta per migliorare la comprensione dei dati analitici.
Diversi analiti hanno diversi livelli di variabilità sia intra sia interindividuale. Per esempio, il CEA, preso in considerazione nell’esempio precedente, ha una variabilità intraindividuale del 12%.
Ruolo del clinico nella valutazione
È importante che il clinico sappia il valore del delta degli analiti presi in considerazione nei referti degli esami per capire le variazioni presenti in essi, non solo quelle di tipo fisiologico, ma anche le variazioni correlate a farmaci. Non è necessario conoscere i delta a memoria, poiché sono tutti presenti.
Domande da interrogazione
- Qual è l'importanza del contesto clinico nell'interpretazione di un referto di laboratorio?
- Quali sono i tipi di variabilità biologica e come influenzano i risultati di laboratorio?
- Perché è importante conoscere il valore del delta degli analiti nei referti degli esami?
L'interpretazione di un referto di laboratorio richiede un equilibrio tra il contesto clinico e la rilevanza del risultato. Senza informazioni anamnestiche, come nel caso di un valore di CEA leggermente aumentato, non si possono trarre conclusioni definitive.
Esistono due tipi di variabilità biologica: intraindividuale (CVi), che è la fluttuazione casuale di un costituente nello stesso individuo, e interindividuale (CVg), che è la differenza tra individui diversi. Queste variabilità devono essere conosciute per comprendere meglio i dati analitici.
Conoscere il valore del delta degli analiti è cruciale per capire le variazioni nei referti, sia fisiologiche che correlate a farmaci. Questo aiuta i clinici a interpretare correttamente i risultati senza dover memorizzare i delta, poiché sono disponibili.