Concetti Chiave
- L'influenza spagnola del 1918, causata dal virus H1N1, è stata una delle pandemie più mortali, con 50-100 milioni di vittime in tutto il mondo.
- Il virus si diffuse rapidamente a causa della malnutrizione, sovraffollamento e condizioni igieniche precarie durante la Prima guerra mondiale.
- Clima freddo e umido e spostamenti di truppe contribuirono alla diffusione del virus, colpendo duramente i soldati.
- La seconda ondata del virus fu più letale, con sintomi gravi quali polmoniti batteriche e cianosi, aumentando il tasso di mortalità.
- In assenza di antivirali efficaci, i medici utilizzarono farmaci come aspirina e chinino, oltre a trattamenti tradizionali per combattere i sintomi.
In questo appunto viene descritta l’influenza spagnola, una malattia diffusa durante la Prima guerra mondiale e che successivamente ha colpito altre parti del mondo.
Indice
- Cos’è l’influenza spagnola e quando è scoppiata
- Fattori esogeni ed endogeni che hanno causato la diffusione dell’influenza spagnola
- Fattore climatico che ha permesso la diffusione dell’influenza spagnola
- Contagio nei confronti dell’uomo del virus dell’influenza spagnola
- Modificazione del virus dell’influenza spagnola
- Sintomi e segnali evidenti causati dall’influenza spagnola
- Terapia da seguire per combattere l’influenza spagnola
Cos’è l’influenza spagnola e quando è scoppiata
Intorno al 1918 scoppiò l’influenza spagnola causata dal virus dell'influenza A H1N1, è ricordata per essere stata una grande grande epidemia di influenza che ha colpito il mondo intero.
Il primo caso di influenza spagnola fu nel 1918 negli Stati Uniti e poi successivamente si è diffusa anche in altri Paesi come Francia, Germania e Regno Unito. Nel corso di soli due anni, quasi un terzo della popolazione mondiale era stato colpito da questa influenza. Le morti a causa di questa influenza sono state molto consistenti: ci sono stati circa 50 milioni ai 100 milioni di morti, definendola la seconda pandemia più mortale nella storia umana dopo la Peste bubbonica del 1346.
Fattori esogeni ed endogeni che hanno causato la diffusione dell’influenza spagnola
L’influenza spagnola scoppiò verso la fine della Prima guerra mondiale, periodo in cui i giornali definirono come epicentro del virus proprio la regione spagnola e da qui deriva il termine "influenza spagnola". Questo virus uccise in modo sproporzionato giovani e anziani. Il virus è stato mortale perché ha annientato il sistema immunitario più forte dei giovani adulti, nonostante l'infezione virale non fosse apparentemente più aggressiva dei precedenti ceppi influenzali. Altri fattori come la malnutrizione, il sovraffollamento di campi medici e ospedali e la scarsa igiene, esasperati dalla guerra, favorirono la proliferazione batterica, uccidendo la maggior parte delle vittime dopo un lungo periodo di malattia. L'influenza spagnola del 1918 fu la prima di tre pandemie influenzali causate dal virus dell'influenza A H1N1. La più recente è stata la pandemia di influenza suina del 2009, seguita poi dal Covid-19 scoppiata ufficialmente nel 2020 ed ancora oggi presente.
Fattore climatico che ha permesso la diffusione dell’influenza spagnola
In quel periodo numerosi studi dimostrarono che il sistema immunitario di coloro che avevano contratto l’influenza spagnola era stato indebolito dalle condizioni climatiche sfavorevoli, soprattutto fredde e umide durante la pandemia. Furono colpiti soprattutto i soldati della Prima guerra mondiale esposti alle intemperie e agli sbalzi termici durante tutta la durata del conflitto.
Contagio nei confronti dell’uomo del virus dell’influenza spagnola
Il virus dell’influenza spagnola era molto contagioso. I numerosi movimenti di truppe durante la Prima guerra mondiale accelerarono la diffusione della pandemia. La guerra ridusse anche la resistenza umana al virus: infatti il sistema immunitario dei soldati si indebolì così tanto a causa della malnutrizione, che li rese suscettibili al virus. Inoltre, un altro fattore nell'incidenza mondiale dell'influenza fu l'aumento dei viaggi. I moderni sistemi di trasporto resero più facile per soldati, marinai e viaggiatori civili la diffusione della malattia.
Modificazione del virus dell’influenza spagnola
La gravità della seconda ondata dell’influenza spagnola era stata attribuita alle numerose vicende legate alla Prima guerra mondiale. Chi si ammalava in maniera grave, era costretto a rimanere a casa mentre chi prendeva il virus in maniera più lieve, poteva continuare a svolgere la propria vita, ma ciò causò la diffusione del ceppo. Quindi a causa di questa gestione poco efficace, il virus si diffuse nuovamente causando una seconda ondata. Dopo la diffusione della seconda ondata alla fine del 1918, i nuovi casi si ridussero pian piano. Una spiegazione al rapido declino della letalità della malattia fu data grazie all’azione dei medici che ormai erano riusciti a comprendere quali erano i metodi più efficaci per prevenire e trattare la malattia.
Sintomi e segnali evidenti causati dall’influenza spagnola
I sintomi maggiormente evidenti dopo aver contratto l’influenza spagnola nella prima ondata erano i tipici sintomi influenzali, ovvero mal di gola, mal di testa e febbre. Invece durante la seconda ondata, la malattia diventò più aggressiva, causando polmoniti batteriche che spesso portavano alla morte. Questo tipo più grave poteva portare allo sviluppo della cianosi eliotropa, condizione in cui la pelle degli zigomi cominciava a riempirsi di macchie che poi nel giro di poche ore si sarebbero diffuse su tutto il viso per poi diffondersi in altre parti del corpo. Dopo ciò si sarebbe arrivati alla morte. La maggior parte dei decessi fu causata da polmonite batterica, un’infezione secondaria associata all'influenza spagnola. Questa condizione era causata dai batteri del tratto respiratorio superiore, che riuscivano ad entrare nei polmoni attraverso i bronchi. Oltre a ciò, il virus colpì le persone direttamente causando forti emorragie ed edemi all’intero dei polmoni.
Terapia da seguire per combattere l’influenza spagnola
A quel tempo non erano stati scoperti dei farmaci antivirali così potenti da poter contrastare l’azione del virus e nessun antibiotico per trattare le infezioni batteriche secondarie. Per tale motivo, i medici utilizzarono diversi farmaci che avevano un effetto positivo e quindi riusciva a contrastare gli effetti del virus. Tra questi farmaci si ricordano l’aspirina, chinino, arsenico, digitale, stricnina, sali di epsom, olio di ricino e iodio. Oltre a questi farmaci, sono stati utilizzati anche nei trattamenti di medicina tradizionale, come salasso e ayurveda.
Domande da interrogazione
- Cos'è l'influenza spagnola e quando è scoppiata?
- Quali fattori hanno contribuito alla diffusione dell'influenza spagnola?
- Come ha influenzato il clima la diffusione dell'influenza spagnola?
- Quali erano i sintomi principali dell'influenza spagnola?
- Quali terapie venivano utilizzate per combattere l'influenza spagnola?
L'influenza spagnola è stata una pandemia causata dal virus dell'influenza A H1N1, scoppiata nel 1918. Ha colpito un terzo della popolazione mondiale e causato tra 50 e 100 milioni di morti.
La diffusione è stata favorita da fattori esogeni ed endogeni come la malnutrizione, il sovraffollamento, la scarsa igiene e i movimenti di truppe durante la Prima guerra mondiale.
Le condizioni climatiche fredde e umide hanno indebolito il sistema immunitario, specialmente dei soldati, facilitando la diffusione del virus.
I sintomi includevano mal di gola, mal di testa e febbre, con la seconda ondata che causava polmoniti batteriche e cianosi eliotropa, spesso letali.
Non esistevano farmaci antivirali efficaci, quindi si usavano aspirina, chinino, arsenico e trattamenti tradizionali come salasso e ayurveda.