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Concetti Chiave

  • L'infarto di tipo II rappresenta circa il 15-20% degli infarti miocardici acuti ed è causato da uno squilibrio tra domanda e offerta di ossigeno al cuore.
  • Si verifica quando c'è un'aumentata richiesta di ossigeno che il sangue non riesce a soddisfare, o quando l'apporto di ossigeno è insufficiente.
  • Un esempio comune è l'attività fisica intensa, come le maratone, dove il cuore lavora oltre la sua capacità, aumentando il rischio di infarto.
  • L'anemia è una condizione tipica che aumenta il rischio di infarto, poiché riduce l'emoglobina e quindi l'ossigeno disponibile nel sangue.
  • Infarti di tipo II possono verificarsi anche quando una lieve richiesta di ossigeno si combina con una carenza di apporto, aumentando il rischio complessivo.

Infarto di tipo II

Oggi rappresenta circa il 15-20% di tutti gli infarti acuti del miocardio. Tecnicamente l’infarto di tipo 2 si definisce come un infarto causato da uno sbilanciamento tra la richiesta di ossigeno da parte del cuore e la capacità del sangue di veicolare ossigeno. Si può verificare in diverse situazioni.
1. Quando c’è una aumentata richiesta tale che l’ossigeno che ho nel sangue non è sufficiente a portare ossigeno alle cellule che si contraggono
2. Quando il cuore si sta contraendo normalmente ma al soggetto viene a mancare ossigeno per un qualche motivo
3. I due eventi si possono combinare: ho un piccolo aumento di richiesta di ossigeno non compensato da una carenza di supporto di ossigeno.
Le due cose si sommano insieme e generano un deficit assoluto di apporto di ossigeno al cuore
4. Esiste una quarta categoria che è il vasospasmo.
L’aumentata richiesta di ossigeno è la tipica circostanza in cui il cuore batte oltre quello dovrebbe, ovvero vado fuori soglia. Gli atleti professionisti lo fanno di norma per 30-40-50 secondi, ma se propago un fuori soglia per 5-10-20 minuti (lavoro con il cuore sopra la mia frequenza di soglia) ho quasi la certezza di fare un infarto. Il cuore infatti sta andando oltre le sue capacità, mi richiede troppo ossigeno che io non gli posso portare. È il famoso infarto che si verifica nelle maratone è la circostanza sportiva in cui accade più frequentemente, ma può succedere in qualsiasi tipo di attività sportiva (ma le altre solitamente non spingono il cuore a lavorare così tanto fuori soglia).
La condizione più tipica in cui non riesco a portare ossigeno al cuore è l’anemia. Gli anemici hanno un rischio aumentato di molte volte di infarto acuto del miocardio ed è legato al fatto che diminuendo la quantità di emoglobina veicolata dal sangue diminuisce anche la quantità di ossigeno. È ovvio che tanto più sono anemico tanto più sarà aumentato il rischio. Nei pazienti con gravissima emorragia acuta, con drammatica riduzione della concentrazione di emoglobina nel sangue, in cui l’organismo non ha tempo di adattarsi, questi soggetti rischiano di morire di infarto. Poi c’è la circostanza in cui le due cose si sommano: non ho una contrazione cardiaca esagerata o una diminuzione di ossigeno esagerata; ma i due eventi si sommano. Per esempio, il soggetto che non va fuori soglia ma sta correndo (quindi va oltre la sua normale attività cardiaca) e che magari è debolmente anemico ha un rischio di fare infarto di tipo 2 molto maggiore rispetto a un soggetto che ha una concentrazione di emoglobina normale e sta facendo un’attività fisica normale.

Domande da interrogazione

  1. Qual è la definizione di infarto di tipo II?
  2. L'infarto di tipo II è causato da uno sbilanciamento tra la richiesta di ossigeno del cuore e la capacità del sangue di veicolare ossigeno.

  3. In quali situazioni si verifica un infarto di tipo II?
  4. Si verifica quando c'è un'aumentata richiesta di ossigeno non soddisfatta, una mancanza di ossigeno per il cuore, o una combinazione di entrambi, e può anche essere causato da vasospasmo.

  5. Qual è la relazione tra anemia e infarto di tipo II?
  6. Gli anemici hanno un rischio aumentato di infarto di tipo II poiché la riduzione di emoglobina nel sangue diminuisce la capacità di trasportare ossigeno al cuore.

  7. Perché gli atleti sono a rischio di infarto di tipo II durante le maratone?
  8. Gli atleti sono a rischio perché durante le maratone il cuore può lavorare oltre la soglia, richiedendo più ossigeno di quanto il corpo possa fornire, aumentando il rischio di infarto.

Domande e risposte