Concetti Chiave
- La dermatite allergica da contatto è una reazione immunitaria di tipo IV causata da apteni, molecole di basso peso molecolare che attraversano la barriera cutanea.
- Gli apteni diventano antigeni completi sulla superficie delle cellule epidermiche, attivando i linfociti T che innescano una risposta infiammatoria.
- La malattia può essere influenzata dall'equilibrio tra linfociti T effettori e regolatori, con reazioni di ipersensibilità legate a un deficit di linfociti T regolatori.
- Le sostanze più frequentemente responsabili includono metalli come il nichel, cosmetici, farmaci topici, e coloranti nei vestiti e calzature.
- Professioni a rischio includono operai edili, casalinghe, parrucchieri, metalmeccanici e operatori sanitari, con la dermatite che si sviluppa nei siti di contatto dopo anni di esposizione.
Indice
Reazioni immunitarie e dermatite
Frequenti, ma meno comuni di quanto si pensi, sono reazioni cellulo-mediate di tipo IV legate ad una reazione immunitaria linfocitaria nei confornti di apteni. La patogenesi della dermatite allergica è molto ben studiata e conosciuta grazie a modelli murini rappresentativi, infatti questa reazione è utilizzata come modello paradigmatico per le reazioni di tipo IV.
Apteni e attivazione linfocitaria
Gli apteni sono molecole di basso peso molecolare (inferiori a 500 Dalton, quindi non proteine) che si comportano da immunogeni incompleti (un esempio è il dinitroclorobenzene DNCB, usato negli studi murini), attraversano la barriera cheratinocitica e diventano antigeni completi sulla superficie delle cellule dell’epidermide o delle cellule di Langherans. Queste migrano nei vasi linfatici arrivando attraverso di essi ai linfonodi dove attivano i linfociti T vergini specifici. I linfociti T effettori tornano a livello della pelle dove se entrano nuovamente in contatto con l’antigene danno inizio alla risposta infiammatoria.
Ruolo delle cellule T
Vengono attivati non soltanto cellule T effettorie, ma anche regolatorie e la patologia va e viene a seconda dell’equilibrio tra queste forze dinamiche immunologiche: la pelle di ogni soggetto può essere penetrata dagli apteni, ma si ha una risposta di ipersensibilità in corrispondenza di un deficit di linfociti T regolatori.
Le cellule T effettorie attivate inducono citotossicità (IFN gamma e TNF) portando alla necrosi dei cheratinociti e causando così i presupposti microanatomici della spongiosi.
Sostanze e professioni a rischio
Le principali sostanze responsabili della malattia sono in ordine di frequenza:
• Oggetti metallici come orecchini, piercing, orologi (soprattutto reazioni a nichel e cobalto);
• Cosmetici e profumi (raramente danno ACD, ma il loro uso è frequente);
• Farmaci topici;
• Vestiti, scarpe e calzature (coloranti dei tessuti, sali di cromo usati per la concia della pelle);
• Protesi.
Quindi le professioni più a rischio sono:
• Operai edili (frequentemente a contatto con carbamato di cobalto nel cemento);
• Casalinghe per prodotti per la pulizia che contengono nichel;
• Parrucchieri (parafenilendiamina usata per fare le permanenti)
• Metalmeccanici;
• Operatori sanitari (lattice, farmaci).
Diagnosi e test epicutanei
La dermatite chiaramente si sviluppa nella sede del contatto e perché si presenti spesso sono necessari anni di esposizione. Qualora ci fosse un’ipersensibilità a livello cutaneo, si riscontrerà una lesione eritemato-vescicolosa. Diagnosi clinica che può essere confermata da test epicutanei (patch test): si applicano sulla pelle le sostanze chimiche potenzialmente implicate per circa 48/72 ore.
Domande da interrogazione
- Qual è la patogenesi della dermatite allergica da contatto?
- Quali sono le principali sostanze responsabili della dermatite allergica da contatto?
- Quali professioni sono più a rischio di sviluppare dermatite allergica da contatto?
La dermatite allergica da contatto è una reazione cellulo-mediata di tipo IV, causata da una risposta immunitaria linfocitaria agli apteni, che sono molecole di basso peso molecolare. Queste molecole attraversano la barriera cheratinocitica e diventano antigeni completi, attivando i linfociti T nei linfonodi, che poi tornano alla pelle per innescare una risposta infiammatoria.
Le principali sostanze responsabili includono oggetti metallici come orecchini e orologi (soprattutto nichel e cobalto), cosmetici e profumi, farmaci topici, vestiti e calzature (coloranti e sali di cromo), e protesi.
Le professioni più a rischio includono operai edili, casalinghe, parrucchieri, metalmeccanici e operatori sanitari, a causa dell'esposizione a sostanze come carbamato di cobalto, nichel, parafenilendiamina, lattice e farmaci.