Concetti Chiave
- La biologia molecolare in oncologia è utilizzata per identificare marcatori di neoplasia e bersagli terapeutici, così come per il monitoraggio della malattia minima residua.
- Il laboratorio di Verona analizza traslocazioni e mutazioni genetiche specifiche che caratterizzano diverse forme di leucemia e linfomi, con metodiche basate sulla PCR.
- Metodi rapidi come la PCR Q-LAMP sono stati introdotti per ottenere risultati in 40 minuti, cruciali per trattare rapidamente leucemie acute.
- I campioni biologici e i dati genetici devono essere conservati per il tempo necessario all'analisi, con una pratica comune di conservazione fino a cinque anni.
- Il campione biologico è considerato proprietà del paziente, che ha il diritto di reclamarlo in qualsiasi momento.
Biologia molecolare oncoematologica
La biologia molecolare può essere chiesta in oncologia per due ragioni:• All’esordio per individuare/confermare la presenza (1) di uno specifico marcatore di neoplasia o (2) identificare un possibile bersaglio terapeutico;
• Per il monitoraggio della malattia minima residua
Nel laboratorio di Verona è possibile analizzare la presenza della traslazione 9-22, il cromosoma Philadelphia. Possiamo andare ad indagare nei pazienti la presenza della leucemia promielocitica acuta caratterizzata dalla traslazione 15-17. Nel campo delle acute anche l’AML1/ETO con traslazione 8/21. L’inversione del 16 porta sempre ad una leucemia acuta, mentre mutazione del gene c-KIT sono responsabili delle mastocitosi che si manifestano soprattutto nei bambini. Le mutazioni a carico dei geni JAK2, calreticulina e MPL che sono responsabili rispettivamente della policetimia vera, trombocitemia essenziale e mielofirbosi idiomatiche; si tratta di mutazioni che interessano la filiera eritroide e megacariocitaria (le patologie citate verranno meglio trattate di seguito). Le mutazioni BCL1, BCL2 e IgH e TCR sono responsabili dei linfomi, mantellare soprattutto. Questo perché nel momento in cui il medico va a richiedere una biologia molecolare per leucemia i tempi di refertazione sono in media di 20 giorni: le metodiche classiche si basano sulla PCR e dura in media 5 ore, mentre l’estrazione di DNA richiede due giorni di tempo. Inoltre non è possibile eseguire una PCR per un solo campione. Ultimamente sono stati introdotti nel laboratorio dei test rapidi per gli urgenti (soprattutto per quanto riguarda la promielocitica): sono metodiche molecolari che si basano sulla PCR Q-LAMP che permette di avere il referto in 40 minuti. Questa metodica ha un ruolo molto importante soprattutto nelle leucemie acute, in cui l’intervento deve essere molto rapido: si tratta di patologie con una degenerazione molto rapida nel paziente e bisogna iniziare subito la chemioterapia (anche un ritardo di due giorni potrebbe vanificare l’intervento). Invece nelle leucemie croniche ci si può permettere di attendere di più.
Il garante della privacy nel 2011 ha dichiarato che i campioni biologici prelevati e i dati genetici dovrebbero essere conservati per un periodo non superiore a quello necessario per lo svolgimento dell’analisi. Quindi, una volta emesso il referto si dovrebbe eliminare il campione biologico. Ovviamente questo non si può fare nella pratica clinica: in tutti i laboratori si va contro questa dichiarazione del garante della privacy, ma nel CI viene specificato per quanto tempo si andrà a conservare il campione biologico (tipicamente per cinque anni). Inoltre, il campione biologico è di proprietà del paziente, quindi se il soggetto volesse potrebbe venire a prenderselo.
Domande da interrogazione
- Quali sono le ragioni principali per cui la biologia molecolare viene utilizzata in oncologia?
- Quali traslocazioni e mutazioni genetiche vengono analizzate nel laboratorio di Verona?
- Quali sono i tempi di refertazione per le analisi molecolari e quali metodiche vengono utilizzate?
- Qual è la posizione del garante della privacy riguardo alla conservazione dei campioni biologici?
La biologia molecolare viene utilizzata in oncologia per individuare o confermare la presenza di specifici marcatori di neoplasia e per identificare possibili bersagli terapeutici, oltre che per il monitoraggio della malattia minima residua.
Nel laboratorio di Verona vengono analizzate la traslocazione 9-22 (cromosoma Philadelphia), la traslocazione 15-17 per la leucemia promielocitica acuta, la traslocazione 8/21 (AML1/ETO), l'inversione del 16, e mutazioni nei geni c-KIT, JAK2, calreticulina, MPL, BCL1, BCL2, IgH e TCR.
I tempi di refertazione per le analisi molecolari sono in media di 20 giorni. Le metodiche classiche si basano sulla PCR, che dura circa 5 ore, mentre l'estrazione del DNA richiede due giorni. Recentemente, sono stati introdotti test rapidi basati sulla PCR Q-LAMP che forniscono risultati in 40 minuti.
Il garante della privacy ha dichiarato che i campioni biologici e i dati genetici dovrebbero essere conservati solo per il tempo necessario all'analisi. Tuttavia, nella pratica clinica, i campioni vengono conservati più a lungo, tipicamente per cinque anni, e sono di proprietà del paziente.