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Concetti Chiave

  • Agostino di Duccio, un artista fiorentino, era noto per il suo stile decorativo e per la reinterpretazione della tecnica dello stiacciato di Donatello in chiave più lineare e superficiale.
  • Dopo essere stato bandito da Firenze nel 1441, Duccio lavorò a Rimini, dove contribuì ai rilievi interni del Tempio Malatestiano, progettato da Alberti.
  • Nel Tempio Malatestiano, il suo lavoro si caratterizza per un ciclo decorativo di ispirazione medievale, con temi come Arti liberali, Pianeti e Virtù teologiche.
  • Le sue opere all'interno del tempio, che includono figure come Putti danzanti e musicanti, si integrano con gli interni gotici della chiesa.
  • Nonostante la vivacità e la fantasia delle immagini, le opere di Duccio tendono a mancare di armonia compositiva e risultano talvolta disordinate.

Indice

  1. Agostino di Duccio e la committenza
  2. Tecnica dello stiacciato e interpretazione
  3. Lavori al Tempio Malatestiano
  4. Decorazione e stile gotico

Agostino di Duccio e la committenza

Il fiorentino Agostino di Duccio (1418-1481) fu un artista dalle doti non eccelse che però fu molto apprezzato dalla committenza. Ebbe modo di viaggiare molto, anche perchè nel 1441 venne bandito da Firenze con l'accusa di furto.

Tecnica dello stiacciato e interpretazione

Dopo aver appreso da Donatello la tecnica dello stiacciato, la travisò in senso decorativo: inventata dal maestro per riuscire a rendere in pochissimo spessore la profondità spaziale e atmosferica, venne da lui interpretata come motivo lineare e superficiale, quasi un ritorno ai bassorilievi più arcaici.

Lavori al Tempio Malatestiano

A Rimini, tra il 1449 e il 1457 lavorò come progettista ed esecutore dei rilievi interni del Tempio Malatestiano di Alberti, dove il suo stile si armonizzò agli interni ancora gotici della chiesa.

Decorazione e stile gotico

La decorazione, posta sulle membrature architettoniche, consiste in Arti liberali, Pianeti, Virtù teologiche, Profeti, Sibille e Putti danzanti e musicanti: sostanzialmente ancora un ciclo di gusto enciclopedico medievale volto a esaltare la signoria di Sigismondo Pandolfo Malatesta attraverso il mito, la religione e le allegorie.

Le forme si svuotano di sostanza plastica, risolvendosi in puri ritmi lineari; le immagini sono vitali e fantasiose, ma il risultato è disordinato e in parte privo di armonia compositiva.

Domande e risposte