Concetti Chiave
- Vulcanismo secondario si manifesta attraverso emissioni di gas e vapori e attività idrotermali anche in assenza di eruzioni.
- Sorgenti termali, geyser, fumarole e mud pot sono tutte manifestazioni di vulcanismo secondario, legate al calore del magma sotterraneo.
- L'energia geotermica, derivante dal calore interno della Terra, rappresenta una risorsa rinnovabile per il riscaldamento.
- Il rischio vulcanico è influenzato dalla pericolosità degli eventi, esposizione e vulnerabilità delle aree circostanti.
- Monitoraggio del vulcano e dati storici sono fondamentali per prevedere eruzioni e sviluppare piani di evacuazione.
Vulcanismo secondario
Anche in assenza di attività eruttiva nei pressi di un vulcano si può verificare attività vulcanica secondaria. Si tratta di fenomeni legati alla presenza del magma nel sottosuolo che consistono in emissioni di gas e vapori e in manifestazioni idrotermali. Tali fenomeni possono manifestarsi nelle fasi di quiescenza e nelle fasi tardive dell’attività di un vulcano e proseguire anche a distanza di secoli dalla sua estinzione.Sorgenti termali: affioramenti di acque sotterranee, che sgorgano dal terreno, con temperature superiori a 20 °C. Sono localizzate lungo le linee di frattura o in prossimità di crateri spenti.
Geyser: sorgenti termali che emettono alti getti d’acqua calda ricca di sostanze disciolte, è spinta verso l’alto con notevole forza a intervalli regolari. Sono localizzati in prossimità di una camera magmatica poco profonda che riscalda acque di falda.
Fumarole e soffioni: emissioni di vapore acqueo e altri gas da fratture del terreno. Le solfatare contengono zolfo e i soffioni boraciferi vapore acqueo con acido borico in soluzione. I getti di vapore acqueo e gas sono meno forti nel caso delle fumarole e più violenti nel caso di soffioni.
Mud pot o salse: vulcanetti di fango e pozze di fango ribollente per esalazioni gassose. Si formano per fenomeni vulcanici secondari in terreni argillosi, melmosi o in laghetti.
L’energia geotermica è l’energia che proviene direttamente dal calore interno del pianeta, è considerata una forma di energia rinnovabile e praticamente inesauribile e può essere impiegata per il teleriscaldamento e per il riscaldamento domestico.
Rischio vulcanico
La pericolosità dei vulcani è legata alle caratteristiche della loro attività.I vulcani caratterizzati da attività unicamente effusiva sono i meno pericolosi.
I vulcani caratterizzati da attività esplosiva sono i più pericolosi; possono causare enormi catastrofi, soprattutto se inattivi da lungo tempo.
Il rischio vulcanico è un parametro che dipende da tre fattori:
1. pericolosità dell’evento vulcanico cioè la probabilità che si verifichi un’eruzione in un certo intervallo di tempo e in una data area;
2. esposizione cioè l’entità dei danni economici e i costi in perdite di vite umane che l’evento vulcanico potrebbe produrre;
3. vulnerabilità cioè la capacità del territorio (persone, edifici, infrastrutture, attività economiche) di tollerare gli effetti di un’eruzione.
Rischio vulcanico = pericolosità: vulnerabilità ed esposizione.
A determinare il rischio vulcanico concorrono numerosi fattori, tra i quali:
- la storia eruttiva del vulcano;
- l’evoluzione magmatica del vulcano;
- il «periodo di ritorno» dell’attività vulcanica;
- la morfologia dell’edificio vulcanico;
- i venti prevalenti nell’area del vulcano.
Con i dati relativi a tutti questi parametri si elaborano carte utilizzate per piani di evacuazione e per le pianificazioni urbanistiche.
Il primo passo per una buona previsione è la realizzazione di una rete di monitoraggio per registrare eventuali segni premonitori di un’eruzione.
Generalmente un’eruzione vulcanica è preceduta da fenomeni precursori che si verificano all’approssimarsi del magma alla superficie terrestre:
- improvvise emissioni di gas e vapore acqueo
- piccole e frequenti scosse sismiche
- sollevamenti e deformazioni del suolo
- variazioni del campo magnetico locale
- variazioni del regime termico
- variazioni di livello dell'acqua dei pozzi
La sorveglianza del vulcano si effettua mediante campionamenti e rilevazioni strumentali e satellitari. I dati raccolti sul campo possono essere integrati con dati storici relativi alle eruzioni del passato.
È necessario inoltre definire i livelli di allerta e predisporre efficaci piani di evacuazione.
Domande da interrogazione
- Che cos'è il vulcanismo secondario?
- Quali sono le manifestazioni tipiche del vulcanismo secondario?
- Come si valuta il rischio vulcanico?
- Quali sono i segnali precursori di un'eruzione vulcanica?
- Quali misure sono necessarie per la gestione del rischio vulcanico?
Il vulcanismo secondario si riferisce a fenomeni legati alla presenza di magma nel sottosuolo, come emissioni di gas e vapori e manifestazioni idrotermali, che possono verificarsi anche in assenza di attività eruttiva.
Le manifestazioni tipiche includono sorgenti termali, geyser, fumarole, soffioni e mud pot, che sono fenomeni legati al calore interno del pianeta.
Il rischio vulcanico si valuta considerando la pericolosità dell'evento, l'esposizione ai danni economici e umani, e la vulnerabilità del territorio, integrando dati storici e monitoraggi.
I segnali precursori includono emissioni di gas, scosse sismiche, sollevamenti del suolo, variazioni del campo magnetico e del regime termico, e cambiamenti nel livello dell'acqua dei pozzi.
È necessario realizzare una rete di monitoraggio, definire livelli di allerta, predisporre piani di evacuazione e utilizzare carte di rischio per la pianificazione urbanistica.