Concetti Chiave
- La scena si svolge in un Grand Hotel dove Pierbattista cerca di fuggire senza pagare il conto, ma viene fermato dalla direttrice.
- Pierbattista, un trasformista, propone di fingersi i dipendenti da licenziare per accontentare i clienti insoddisfatti, in cambio di un compenso.
- Diversi clienti si lamentano del servizio, e Pierbattista si traveste da vari dipendenti per essere licenziato, aumentando il suo credito con la direttrice.
- Le situazioni comiche si susseguono, con Pierbattista che finge di essere insultato o picchiato per ottenere maggiori compensi.
- Un cliente spagnolo confonde Pierbattista per sua madre defunta, portando a un finale esilarante in cui Pierbattista viene portato via in braccio.
(in scena ci sono solo un tavolino con sopra un telefono)
(all’apertura del sipario entra pierbattista portando una valigia, attraversa la scena in punta di piedi con aria circospetta)
direttrice: (entra alle spalle di pierbattista e urla) signore!
pierbattista: (sussulta e si ferma di scatto)
direttrice: sa chi sono io?
pierbattista: si! lei, che ha urlato in quel modo, è…. la moglie di tarzan! cioè…ehm….. volevo dire che lei è la gentile, premurosa, bella direttrice di questo grand hotel.
direttrice: sarò gentile, premurosa e bella, ma non sono anche stupida.
pierbattista: vero!
direttrice: e poiché sinora non ha pagato neppure una lira, mi dica… dove va con la valigia?
pierbattista: (evasivo) quale valigia?
direttrice: quella che tiene in mano! ma si ricordi, egregio signore, che non si lascia il grand hotel senza pagare il conto!!!
pierbattista: e chi lo lascia? portavo solo i miei vestiti a prendere un po’ d’aria…
direttrice: (ironica) che bravo!…. comunque, la valigia la prendo io! (gliela strappa di mano) e gliela restituirò quando avrà pagato il conto!
pierbattista: pagherò, pagherò… ho un contratto che… lo sa, sono un artista, io. sono il grande, insuperabile, applauditissimo “pierbattista il trasformista”!
direttrice: lei sarà anche grande, insuperabile ed applauditissimo, ma se non paga il conto, non le restituisco la valigia!!!
pierbattista: (piagnucola indicando la valigia) lì dentro ci sono tutti i miei posticci,… baffi, barbe, parrucche… vestiti di ogni genere…. (riprendendosi) potrei farle una cambiale?
direttrice: firmata da lei? (pierbattista annuisce) puah!
pierbattista: la farei avallare da una persona di sua fiducia…
direttrice: (pensando) be’… forse… e chi sarebbe questa persona di mia fiducia?
pierbattista: (esita un po’, poi indicando la direttrice) lei!
direttrice: per carità!… di me non mi fido nemmeno io… piuttosto ha possedimenti, terre al sole?
pierbattista: come no?!?! ho diverse terre al sole… in due vasi di gerani.
direttrice: non ha qualche parente che possa aiutarla?
pierbattista: si, ho uno zio.
direttrice: cosa fa?
pierbattista: commercia in sete…
direttrice: bene! dove ha il negozio?
pierbattista: non ha un negozio…
direttrice: dove ha il magazzino.
pierbattista: non ha magazzino…
direttrice: dove ha il deposito.
pierbattista: non ha deposito…
direttrice: ma allora come fa a commerciare in sete?
pierbattista: le spiego.. mio zio ha un chiosco in cui vende limonate, aranciate e chinotti. d’estate, chi va da lui, con mille lire si toglie la sete. commercia in sete, lo ripeto. e fa ottimi affari!!!
direttrice: e allora si faccia prestare i soldi da suo zio e paghi il conto dell’hotel!
pierbattista: purtroppo non può prestarmi neanche mille lire…
direttrice: e perché?
pierbattista: siccome mio zio ha il chiosco davanti alla banca d’italia, hanno fatto un accordo. lui si è impegnato a non prestare i soldi, e la banca d’italia si è impegnata a non vendere limonate, aranciate e chinotti…
(dall’esterno si sente urlare)
tenore: (cantando come un’opera lirica) sono furente, furente, furente. chi mi frena in tal momento?
direttrice: (concitata, indica verso l’esterno) arriva il tenore! quello è un cliente difficile!
tenore: (entra ed urla) direttrice!
direttrice: comandi, signore!
tenore: il servizio in questo grand hotel è indecente! sono tre ore che suono per chiamare il facchino. finalmente arriva, e gli ordino: “porti a passeggio il cane”. e lui, indicando il mio cagnolino e me, ha chiesto: “quale, dei due cani, devo portare a passeggio?”. capisce direttrice? il suo facchino mi ha dato del cane! del cane a me!!! a me che ho cantato al metropòlitan di new york, al còlon di buenos aires, alla scala di milano!!! e poi, dopo tutte le manche che gli ho dato… si, perché quell’uomo (cantando) “io qui pagato l’ho”!
direttrice: abbia pazienza, signore. mi spiace molto. provvederò personalmente a farla servire come si deve.
tenore: (ancora alterato) non mi basta! esigo che quel mascalzone sia immediatamente licenziato, altrimenti lascerò l’hotel, e parlerò male del vostro servizio in tutto il mondo! (uscendo inizia a cantare) “ebben me ne andrò lontano, come fa l’eco della mia campana”
direttrice: (rivolgendosi a pierbattista, che si era appartato in un angolo) sentito?… si fa presto a dire: “esigo che venga licenziato”, ma dove lo trovo io un altro facchino? starei fresca se dovessi licenziare questo o quello ad ogni reclamo del cliente. ah che fastidio!
pierbattista: direi che posso esserle utile…
direttrice: in che modo?
pierbattista: mettendo in pratica la mia arte. ma mi spiego meglio. qui, ogni tanto, i clienti si lamentano del servizio, e pretendono il licenziamento di qualcuno. ebbene io, che sono trasformista, di volta in volta posso truccarmi e prendere le sembianze di chi dovrebbe essere rimproverato, o addirittura licenziato.
direttrice: non capisco come…
pierbattista: (interrompendola) É semplice. lei, inb presenza del cliente, chiama il dipendente responsabile di una scorrettezza e lo licenzia.
direttrice: ma è proprio quello che non voglio fare!
pierbattista: ma “quel” dipendente responsabile sono io, magistralmente truccato. lei mi licenzia, il cliente è soddisfatto, lei è tranquilla, e… e tranquillo sono pure io, che ho trovato un posto di lavoro…
direttrice: (pensandoci su) però, potrebbe essere una soluzione del problema… ma, lei cosa vuole di paga?
pierbattista: dipende dall’importanza della situazione… insulti: diecimila l’uno; per esempio, il cliente mi chiama “imbecille”? lei mi dà diecimila lire. lei, per accontentare il cliente mi chiama “stupido” o qualcosa del genere? altre diecimila. conclude urlando: “sei licenziato”? ventimila.
direttrice: le condizioni mi sembrano accettabili. d’accordo! per il buon nome del grand hotel si può fare questa spesa!
pierbattista: se poi, mi dovessi prendere qualche schiaffo… cinquantamila l’uno.
direttrice: ok!
pierbattista: un momento! una bastonata, un pugno o un calcio, oltre gli schiaffi… centomila!
direttrice: (sospira e annuisce rassegnata) va’ bene.
pierbattista: per eventuali altre cose, invece, “prezzo a convenirsi”.
direttrice: (annuisce) …prezzi a convenirsi. prenda subito servizio! si terrà pronto qui. nel caso di reclami, io fingo di telefonare e le descrivo i connotati del dipendente in causa; quindi lei, il più presto possibile, si presenta truccato e vestito a me e al cliente.
pierbattista: d’accordo!
direttrice: (gli ridà la valigia) vada!
(pierbattista esce di scena tutto felice)
signora: (entra furente) voglio piena soddisfazione!
direttrice: cosa è successo, signora?
signora: lei è la direttrice?
direttrice: (annuisce)… per servirla.
signora: allora sappia che in questo grand hotel succedono fatti inconcepibili, vergognosi!
direttrice: me li spieghi, signora.
signora: il cameriere di servizio al quarto piano mi ha servito la colazione in camera, ed ha rovesciato tutto sulla mia vestaglia! ed in più mi ha anche detto, con un’aria da perfetto idiota: “così ha finalmente fatto il bagno”!!!
direttrice: mi spiace tanto, è veramente un fatto increscioso, sono mortificata…. e’ un episodio deprovevole…
signora: peggio! e’ un’offesa, una diffamazione, uno scandalo! provveda immediatamente a darmi soddisfazione! altrimenti lascio subito l’hotel e lo dico a tutte le mie amiche dell’alta società!!!
direttrice: no, signora, la prego. provvederò senz’altro! in sua presenza darò a quel cameriere la lezione che si merita.
signora: così va bene.
direttrice: siccome ho tanto personale alle mie dipendenze, per favore mi ricordi lei che tipo è il cameriere del quarto piano
signora: un uomo bruno, miope, con gli occhiali. e una faccia da cretino che consola.
direttrice: ho capito benissimo di chi si tratta. (finge di comporre un numero) pronto?
pierbattista: (dall’esterno) pronto!
direttrice: (rivolgendosi alla signora) e’ l’eco… (parlando al telefono) mandi subito da me il cameriere di servizio al quarto piano; si, quel tipo bruno, miope, con gli occhiali e la fraccia da cretino. come? …diecimila? si. (posa il ricevitore) verrà immediatamente.
signora: congratulazioni! del resto, se non dà una lezione ogni tanto al personale, perderà tutto il suo prestigio.
direttrice: ha ragione signora.
pierbattista: (entra truccato come il tipo descritto e con un’espressione ebete) e’ permesso?
direttrice: avanti!
pierbattista: (rivolto alla signora) buongiorno generale!
direttrice: macchè generale, non vede che è una signora?
pierbattista: eh no, io sono miope.
direttrice: (alla signora indicando pierbattista) e’ questo l’individuo?
signora: veramente mi sembrava un po’ più alto…
pierbattista: si, ma ho fatto il bagno e mi sono ristretto…
signora: in compenso, però, la faccia da cretino è quella!
pierbattista: altre diecimila! (estrae dalla tasca penna e blocco-notes, e comincia a prendere nota del suo credito. così, ovviamente, farà d’oro in poi, sibilando gli importi verso la direttrice, che approverà con cenni del capo e mugolii di rabbia).
direttrice: come si è permesso di mancare di rispetto alla signora?
pierbattista: beh….sono cose che capitano…
direttrice: capitano un corno!!!
pierbattista: corno?!?! ….non è previsto. “prezzo a convenirsi”.
direttrice: si giustifichi!
signora: cosa vuole che le dice questo deficiente?
pierbattista: ancora diecimila! (alla signora) badi a come parla, gallinaccia!
signora: a me gallinaccia!?!! …(pierbattista annuisce) idiota!
pierbattista: e con queste siamo a quarantamila!
direttrice: mascalzone!
pierbattista: cinquanta!
signora: lo licenzi immediatamente!
pierbattista: (felice, verso la direttrice) ventimila!
direttrice: veramente, signora… proprio licenziarlo… non vorrei…
signora: (interrompendola) se non lo licenzia, manifesterò il mio sdegno al suo principale, ossia al proprietario del grand hotel, che è un vecchio amico di mio marito!
direttrice: come desidera… (a pierbattista) si consideri licenziato!
pierbattista: compresi gli insulti siamo a settantamila, escluso il “corno” a convenirsi.
direttrice: via!
pierbattista: come desidera. (fa un inchino ed esce).
signora: così va bene. servirà di esempio. i clienti devono essere rispettati. l’educazione non costa niente. (esce)
direttrice: (sospirando) lo dice lei… settantamila più il “corno”.
ragazza: (entra furente in modo spettinato, truccata malissimo in modo da essere imbruttita, con peluria sotto il naso, bianco sul viso e occhi cerchiati di nero, e una vestaglia troppo larga o troppo stretta) chi comanda in questa stamberga?
direttrice: io, signorina, sono la direttrice di questa stamb… cioè, di questo grand hotel.
ragazza: dove lavora un facchino insolente e maleducato!
direttrice: il nostro facchino ha mancato al suo dovere?
ragazza: peggio!…mi ha insultata! aveva appena posato la mia valigia nella camera, quando gli ho fatto notare che un grande specchio appeso alla parete era rotto. capirà che non volevo essere accusata della rottura.
direttrice: io la ringrazio di aver segnalato la rottura di quello specchio…
ragazza: (interrompendola) ma il suo facchino, no! lui ha detto che lo specchio si era rotto, perché… (disperata) perché mi ci ero specchiata io!!! (scoppia a piangere) quell’uomo dice che sono brutta!
direttrice: non è vero, signorina, che lei è brutta! e’ orribile! (la ragazza sussulta) cioè, è orribile, intendevo dire, il comportamento del facchino. ma io lo punisco immediatamente. mi rammenti solo che tipo è.
ragazza: una faccia da rimbambito con un paio di baffoni, zoppo, con la gamba destra più corta della sinistra.
direttrice: benissimo, se sarà necessario lo licenzierò su due piedi! veramente, se è zoppo lo licenzierò su un piede solo! (finge di comporre un numero al telefono) pronto? …sentito tutto?
pierbattista: (dall’esterno) rimbambito, con i baffoni e zoppo!
direttrice: venga di corsa! (posa il telefono)
pierbattista: (entra in fretta, e zoppicando vistosamente fa un giro intorno alle due donne. ha indosso un grembiule, e sotto il naso un paio di baffoni) eccomi! zoppicando e di corsa.
direttrice: come si è permesso di dire che lo specchio si è rotto, perché si èì specchiata la signorina?
pierbattista: ma non vede quant’è racchia?
ragazza: (sussulta inviperita) racchia?!? …racchia a me? (pierbattista annuisce) farabutto!
pierbattista: (prende nota come al solito) diecimila!
ragazza: lei è ….è un delinquente!
pierbattista: diecimila!
ragazza: la prenderei a schiaffi!
pierbattista: (porge una guancia) coraggio! cinquantamila!
direttrice: (si pone tra la ragazza e pierbattista) no, per carità!
pierbattista: (sposta la direttrice) mi lasci lavorare. (porge nuovamente la guancia alla ragazza) schiaffeggi, schiaffeggi pure!
direttrice: (alla ragazza) no! non è necessario. e lei si consideri licenziato!
pierbattista: evviva!
direttrice: sparisca!
pierbattista: (uscendo) vado a fare i conti.
direttrice: ha visto, signorina, come tratto il mio personale che si comporta male con la clientela?
ragazza: bravissima, direttrice! tutti i direttori dovrebbero essere come lei. forte, severa, decisa. la prego di gradire le mie congratulazioni! (esce)
direttrice: (sospirando) il guaio è che costano care…
uomo: (entra furente. tipo robusto, spagnolo) caràmba! …io sono spagnolo!
direttrice: lo so, signore. e io sono la direttrice dell’hotel.
uomo: voio la dona delle pulisse del sesto piàn, e espèro sodisfaciòn! me ha mancato de respeto.
direttrice: mi spiace…
uomo: (interrompendola) non basta! voio tagliarle la cabèza!
pierbattista: (dall’esterno) cosa vuol fare?
direttrice: (concitata, verso l’esterno) tagliarle la cabèza, che in spagnolo è la testa.
uomo: io la mato!
pierbattista: (sempre dall’esterno) il matto è lui!
direttrice: (rivolgendosi ancora all’esterno) “la mato”, in spagnolo, significa “l’ammazzo”! (rivolgendosi all’uomo) punirò quella donna delle pulizie. ma per favore mi dica com’è. sa… noi ne abbiamo tante…
uomo: mai vista quela dona! …l’ho chiamata, per telefono, perché avevo visto uno asciugamano sporco.
direttrice: e lei, la donna, che ha detto?
uomo: ha detto: “(imitando comicamente la voce di una donna anziana) lì, signor spagnolo, c’è l’acqua?” “si!” ho risposto io; e lei:”alòra si lavi meglio lei, così non sporca gli asciugamani!”. ma io te la tàio la cabèza e la mato!
pierbattista: (entra vestito e truccato da signora anziana addetta alle pulizie, tenendo una scopa sulla spalla come fosse un fucile)
direttrice: e lei, chi è?
pierbattista: (si ferma) la donna delle pulizie del sesto piano che lui non ha mai visto…
uomo: (da quando pierbattista è entrato s’è incatato a guardarlo, con crescente emozione. poi, indicandolo) ma tu… ma lei…. (affettuosamente) mamà!…. mamà!…. mamà!….
pierbattista: ma-mà…. ma-mà…. ma-mà che vuole questo?
uomo: tu-lei… lei-tu… somigli perfettamente alla mia adorata mamà, in italiano “mamma”, che (comicamente commosso) ho perduto tre mesi fa.
pierbattista: oh, per questo vada all’ufficio oggetti smarriti. io, una volta, ho perso un ombrello, e…
uomo: (interrompendolo con una fragorosa risata) fantastica!… stupenda!…. anche la mia mamà era spiritosa così!… e rideva!… rideva sempre!… diceva che avrebbe riso anche al suo funerale. (implorando) rida anche lei, por favor… rida!
pierbattista: (rivolto alla direttrice) risata…. trentamila, eh? (la direttrice annuisce rassegnata e pierbattista scoppia in una fragorosa risata).
uomo: grassia!… grassia, mamà!… lasciati ambrassàr! (fa l’atto di abbracciare pierbattista)
pierbattista: (si ritrae) giù le mani dalla cabèza!
uomo: da quando mamà non es più aquì , io non dormo più, perché lei, ogni sera, mi cantava la ninna-nanna.
pierbattista: (meravigliato) sino a tre mesi fa?
uomo: si! (afferra pierbattista per un braccio) venga, la prego, a cantarmi la ni9nna-nanna. (implorando) mamà!…
pierbattista: (sospira) va be’…
uomo: (abbraccia pierbattista e lo bacia affettuosamentesu una guancia) oh, cara!…. cara mamà!… (lo prende in braccio e si avvia verso l’uscita)
pierbattista: (rivolto alla direttrice) questo come lo mettiamo? …altro che prezzo a convenirsi!… le mangio tutto il grand hotel! andiamo, “pupo”!
fine
Domande da interrogazione
- Qual è il problema principale che Pierbattista affronta all'inizio della scena?
- Come cerca Pierbattista di risolvere il suo problema con la direttrice?
- Qual è la reazione della direttrice alla proposta di Pierbattista?
- Come reagiscono i clienti alle situazioni di insoddisfazione nel grand hotel?
- Qual è l'elemento comico principale nella scena tra Pierbattista e l'uomo spagnolo?
Pierbattista è ospite del grand hotel da un mese senza aver pagato il conto, e la direttrice lo affronta mentre cerca di andarsene con la valigia.
Pierbattista propone di usare le sue abilità di trasformista per impersonare i dipendenti che i clienti vogliono licenziare, in cambio di un compenso.
La direttrice accetta la proposta di Pierbattista, vedendola come una soluzione per mantenere la reputazione dell'hotel senza dover licenziare realmente i dipendenti.
I clienti si lamentano e chiedono il licenziamento dei dipendenti che li hanno offesi o trattati male, minacciando di lasciare l'hotel o di parlarne male.
L'uomo spagnolo scambia Pierbattista, travestito da donna delle pulizie, per sua madre defunta, creando una situazione comica e surreale.