Concetti Chiave
- Il film "Invictus - L'invincibile" di Clint Eastwood esplora la figura di Nelson Mandela e la sua lotta per un Sudafrica unito e basato sull'uguaglianza.
- Il racconto inizia con la scarcerazione di Mandela nel 1990 e mostra le divisioni sociali tra bianchi e neri, evidenziando le disuguaglianze dell'apartheid.
- Mandela utilizza il rugby per unire la nazione sudafricana, superando il disprezzo iniziale e portando la squadra degli Springboks a vincere il mondiale del 1995.
- Il film enfatizza il potere dello sport nel superare l'odio e promuovere la fratellanza, trasformando il rugby in un simbolo di unità nazionale.
- L'autore esprime un giudizio positivo sul film, trovando ispirazione nella figura di Mandela e sottolineando l'importanza di valori come uguaglianza e tolleranza.
Titolo: Invictus - L'invincibile
Regia di Client Eastwood
USA 2009
Il capolavoro prodotto da Clint Eastwood è un film che racconta con ammirazione la figura di Nelson Mandela e valorizza le lotte che il leader del popolo nero ha affrontato per rendere il Sudafrica una società arcobaleno, coesa e fondata, ancora non del tutto, su principi di uguaglianza.
Indice
La scarcerazione di Mandela
Il film comincia con una scena ambientata l’11 febbraio 1990; in questo giorno memorabile, Nelson Mandela viene scarcerato dopo 27 anni di prigionia.
Già qui risaltano degli elementi assai significativi: la vettura che trasporta il leader sudafricano attraversa una strada che divide due campi da gioco: da un lato la squadra nazionale di rugby degli Springboks si sta allenando, dall'altra un gruppo di ragazzini si sta divertendo giocando a calcio.La società sudafricana divisa
Questa scena è fondamentale per comprendere la realtà della società viziata dal fenomeno dell'apartheid. La squadra della palla ovale è composta da soli uomini bianchi, ad eccezione di Chester Williams, idolo della società nera, e si allena in un campo rigogliosamente curato, ha a disposizione molto materiale e, quando passa l’auto di Mandela, tutti i giocatori, coach compreso, mostrano chiari segni di disprezzo per la sua figura. Al contrario, nel campo opposto, un gruppo di ragazzi neri inseguono un pallone sgonfio e rovinato, sono scalzi e corrono su un prato privo di erba e acclamano con gioia il passaggio dell’auto del loro leader. E’ evidente l’intenzione del regista di ricreare una realtà tanto amara ma fedele: la società bianca, ricca, disprezza quella nera che, fino alla nomina di de Klerk come presidente, è stata sfruttata e sottomessa dal fenomeno dell’ apartheid. La società nera, povera, sottomessa economicamente e “militarmente”, è in cerca di pace e vive con gioia la scarcerazione di Mandela, consapevole che il futuro presidente farà di tutto pur di rendere il Sudafrica un grande paese.
Le elezioni del 1994
La popolazione nera in Sudafrica è di gran lunga maggiore a quella bianca, motivo per il quale, gli esiti delle prime elezioni libere svolte il 27 Aprile 1994, che suscitano disapprovazione e malcontento tra i colonizzatori europei, vedono trionfare Nelson Mandela, primo presidente nero della repubblica del Sudafrica.
La politica di Mandela
Molti temono che la nomina di Mandela possa influire sulla stabilità del paese; i bianchi credono che il nuovo presidente attuerà una campagna “vendicativa” contro coloro che hanno schiavizzato e sfruttato il Sudafrica, che lo hanno recluso in carcere per ventisette anni e che ora mantengono il controllo amministrativo ed economico del paese, ma Madiba , nomignolo utilizzato dai suoi sostenitori, attuerà una politica ben diversa. Nonostante tutto l’odio che ha dovuto sopportare, vuole realizzare un progetto umanitario: costruire una nazione nuova, renderla arcobaleno, cioè colorata di tutti i colori della pelle e riappacificare tutte le etnie che rendono variegato il Sudafrica eliminando l’aria viziata dal razzismo e dalla discriminazione.
La prima parte del film è dunque una riflessione politica di Mandela che si assume l'enorme responsabilità di questo importante incarico.
Il progetto di unificazione
Nella seconda parte il neo-presidente attuerà il suo progetto e lo farà con i mezzi più appropriati, nonostante l’iniziale diffidenza dei suoi seguaci. Dapprima assume dei nuovi membri bianchi per la scorta che dovranno lavorare fianco a fianco con quelli neri, nonostante il clima teso, gli screzi e la mancanza di fiducia.
Il ruolo del rugby
Successivamente, Madiba, al fine di unire il popolo, scommette tutto sul rugby, lo sport più popolare tra i pelle chiara, che diventerà il punto di incontro tra gli “afrikaner” e i bianchi. La nazionale di rugby è allo sbaraglio, perde tutte le partite e soprattutto non gioca con lo spirito di squadra. Inoltre è sostenuto solo dalla misera tifoseria dei bianchi. Con l’aiuto del capitano della squadra, il giovane e astuto François Pienaar, il presidente vincerà la sua scommessa; la forza del capitano, che viene affascinato e colpito dalle parole di Mandela durante un incontro con lui, verrà trasmessa non solo a tutta la squadra, ma all'intero popolo sudafricano che, con l’aiuto del rugby, vincerà la partita più difficile: superare l’odio.
Mandela attua una campagna pubblicitaria basata su questo sport e sfruttando i volti dei giocatori che fanno visita ai ragazzi neri delle baraccopoli, sensibilizza il pubblico sull'importanza e sui valori che trasmette questo sport.
Il mondiale del 1995
Il mondiale del rugby si tiene nell'estate del ‘95 e gli Springboks, inizialmente dati per spacciati, si affermano inaspettatamente: nella partita inaugurale battono l’Australia, una delle squadre più forti del torneo, per 27 a 18. Vincono il proprio girone a punteggio pieno, dopo aver sconfitto anche la Romania per 21-8 e il Canada per 20-0. Agli ottavi e ai quarti eliminano Samoa e Francia, arrivando in finale contro la fortissima Nuova Zelanda. La partita contro i temibili All Blacks è un successo e il Sudafrica vince il suo primo titolo mondiale,nonostante la vittoria è molto sofferta. Il vero trofeo non è però la coppa o la gloria, ma bensì l’unione dei delle due società che formano il Sudafrica: neri e bianchi si abbracciano, festeggiano e gioiscono insieme, si sentono connazionali e membri di una stessa squadra. Il rugby ha vinto, l’odio ha perso. Il Sudafrica trionfa e Mandela festeggia l’ennesima scommessa portata a termine. Lo sport è stato ancora capace di regalare gioia e di insegnare che la discriminazione è la forma più elevata di ignoranza.
Riflessioni personali
Avevo già guardato questo film qualche anno fa, ma non lo avevo percepito alla stessa maniera. Conosco molto bene la storia e le lotte di Mandela in quanto ho svolto su di lui la tesina di terza media. Ho sempre trovato molta ispirazione nelle sue parole, ho sempre condiviso a pieno tutti i suoi ideali e ho sempre visto riflessi i suoi pensieri nei miei. Trovo che ogni fenomeno incline all’odio sia una forma di ignoranza. Disprezzo la cattiveria, il razzismo, l’ingannevole superiorità e la discriminazione di qualsiasi genere. Credo invece che una società, per essere definita tale, debba essere fondata su valori quali l’uguaglianza, la tollerabilità, la fiducia e l’aiuto reciproco, la fratellanza e l'onestà. Per tutti questi motivi non posso che ritenere questo film un capolavoro istruttivo prima ancora che cinematografico. Nella realtà e nei tempi attuali trovo davvero assurdo che si verifichino atrocità come queste e sono purtroppo consapevole che l’odio esiste ancora e tanti stanno ancora pagando a caro prezzo il loro essere “diversi” agli occhi altrui. Purtroppo non c’è modo per intervenire su questa tendenza ma spero che in un futuro prossimo le cose possano cambiare, magari proprio grazie allo sport.
L'importanza del film
Il periodo dell’apartheid deve essere stato sicuramente terribile per i neri che hanno dovuto sopportare per troppi anni l’inciviltà e la stupidità umana, sottostando a un’irreale superiorità e pagando ingiustamente la sfortuna che li ha fatti nascere in una falsa diversità. Il film documenta gli anni finali di questo fenomeno durato più di quarant’anni ed elabora in maniera riflessiva il periodo nel quale la popolazione nera Sudafricana ha ritrovato la forza e la speranza di un futuro un po’ più roseo. Il regista è stato molto abile nel creare la figura di Madiba e costruirgli attorno un ambientazione così dignitosa per raccontare, anche con opportuna simpatia, un pezzo di storia così importante. Il film in sé è capace di far riflettere e di sensibilizzare chi lo guarda: il mondiale del ‘95 rimarrà per sempre un pezzo di storia dello sport ma soprattutto un pezzo di storia della cultura civica.
Il personaggio di François Pienaar
Sarebbe scontato dire che mi ha colpito molto il personaggio di Mandela, perchè sarebbe impossibile non rimanere affascinati da una figura così saggia e intelligente, quindi dirò per quale motivo sono stato piacevolmente sorpreso da François Pienaar, il capitano degli SpringBoks. Naturalmente la sua figura, i suoi sentimenti e la sua storia sono stati elaborati in ambito cinematografico, però informandomi su Google ho scoperto che il personaggio interpretato da Matt Damon è una fedele ricostruzione dell' “originale”. Il ragazzo è stato realmente influenzato sin da piccolino con la storia della superiorità trasmessagli dal padre e l’incontro con il presidente è stato il momento di maggior rilievo della sua carriera. In molte interviste ha detto che Madiba lo ha spinto ad essere diverso, gli ha fatto capire in poche e semplici parole che l’odio è per eccellenza il rifiuto più spregevole. Mi ha colpito molto il suo spirito di iniziativa e il suo orgoglio che gli hanno permesso di rappresentare la propria grande nazione, di portare a casa il trofeo tanto ambito e di sconfiggere l’odio.
Consigli per i giovani
Consiglio vivamente la visione di questo film a tutti quanti, specialmente ai ragazzi della mia età che non devono farsi abbindolare da sentimenti discriminatori che infondono odio. Bisogna che sin da subito si indirizzino i ragazzi, che saranno il futuro, a vivere circondati da “diversità” e bisogna essere capaci di far capire loro che non esiste cosa più bella che convivere in un ambiente variopinto e colmo di realtà diverse. E’ da ammettere però che noi giovani,al contrario degli anziani, grazie alle nuove dimensioni che ci permettono di vivere a pieno ogni forma del mondo, ci stiamo abituando a questa idea di apprezzare il diverso e troviamo sia una cosa molto intrigante confrontarsi con diverse culture. Sono convinto che il fenomeno dell’ odio presto potrà svanire, non del tutto forse, ma si faranno notevoli progressi verso un tanto atteso cosmopolitismo.
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Domande da interrogazione
- Qual è il tema principale del film "Invictus - L'invincibile"?
- Come viene rappresentata la società sudafricana all'inizio del film?
- Qual è la strategia di Mandela per unire il popolo sudafricano?
- Qual è il significato della vittoria degli Springboks nel mondiale di rugby del 1995?
- Qual è il giudizio personale dell'autore sul film?
Il film si concentra sulla figura di Nelson Mandela e le sue lotte per unire il Sudafrica post-apartheid attraverso il rugby, promuovendo l'uguaglianza e la riconciliazione tra bianchi e neri.
La società è divisa tra bianchi ricchi e neri poveri, con i bianchi che disprezzano Mandela e i neri che lo acclamano, evidenziando le tensioni razziali dell'epoca.
Mandela utilizza il rugby, uno sport popolare tra i bianchi, come strumento di unificazione, coinvolgendo la nazionale sudafricana degli Springboks per superare le divisioni razziali.
La vittoria rappresenta non solo un successo sportivo, ma anche l'unione delle due società sudafricane, dimostrando che lo sport può superare l'odio e promuovere l'integrazione.
L'autore considera il film un capolavoro istruttivo che riflette i valori di uguaglianza e tolleranza di Mandela, e lo raccomanda soprattutto ai giovani per sensibilizzarli contro la discriminazione.