sampei171
Genius
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Concetti Chiave

  • La scena è ambientata nel salottino di un appartamento da scapolo, dove il signor Qualsiasi si rilassa ascoltando la radio.
  • Una trasmissione radiofonica interrompe la musica per avvisare dell'evasione di un pericoloso pazzo, Battista Anadiomene, dal manicomio.
  • Il signor Qualsiasi cerca un cameriere e ne intervista uno che si presenta come Battista, il quale dimostra subito comportamenti bizzarri.
  • Il cameriere Battista mostra segni di follia, suggerendo usanze assurde e citando frasi particolari come "Abbasso il frolloccone".
  • Il signor Qualsiasi si trova in una situazione paradossale quando il direttore del manicomio scambia lui per il pazzo e lo porta via.

L'inizio della commedia

La scena rappresenta il salottino di un appartamento da scapolo. Al levarsi del sipario il signor Qualsiasi fa il suo ingresso nel salottino. Passeggia un po' in su ed in giù per la stanza. Si avvicina alla radio e ne fa scattare l’interruttore. Si sente il finale di una canzonetta o di un qualunque pezzo sinfonico. Il signor Qualsiasi si getta sopra una poltrona per ascoltare. La musica cessa bruscamente.

Annunciatore radio - Attenzione! Attenzione! Sospendiamo il programma di musica leggera per trasmettere il seguente comunicato. Da questa mattina dal manicomio criminale di Sant'Elpidio, è evaso un pazzo pericoloso, Battista Anadiomene, rinchiuso in seguito all'efferato assassinio da lui compiuto nella persona di un conte francese. L'Anadiomene ha un aspetto di persona calmissima, è molto distinto, parla assai bene. Ma non bisogna lasciarsi ingannare dalle apparenze, perché di tanto in tanto i suoi occhi s'iniettano di sangue, i muscoli del suo collo taurino si gonfiano spaventosamente e gridando strane parole contro un certo immaginario Frolloccone, egli si getta sulla persona che gli è vicina, facendone scempio. Se vi capitasse di vederlo, datene avviso immediatamente alla questura più vicina o alla direzione del più vicino manicomio. Riprendiamo il programma di musica leggera.

SIGNOR QUALSIASI - Auff! Non sarà certo a me che capiterà di incontrarmi con questo matto! (chiude la radio, sbadiglia) Che noia! Prenderei volentieri un caffè, ma non ho chi possa prepararmelo. Sono tre giorni che sto cercando un cameriere, per mezzo di avvisi sul giornale e ancora non se ne è presentato nessuno. (alla porta suonano il campanello) Toh, alle volte fosse questo! Andiamo un po' a vedere. (si alza indolentemente dalla sua poltrona e si reca ad aprire la porta d'ingresso. Nel vano della porta s'inquadra la massiccia figura del cameriere, in abito nero, lunghe fedine, bombetta e piccola valigia in mano) Desiderate?

IRREPRENSIBILE CAMERIERE - Scusi, signore, è lei che ha messo questo avviso sul giornale ? (mostra un giornale che ha in mano e legge) «Cercasi cameriere, abituato case signorili, ottime referenze, distinto, intelligente, discreto».

SIGN. - Precisamente. Sareste voi?

CAM. - Si, signore.

SIGN. - E... siete abituato alle case signorili?

CAM. - Ho servito per due anni in casa del duca di Stub, signore, e tre anni in casa del principe Aranguero.

SIGN. - E da quanto tempo avete lasciato quest'ultimo servizio?

CAM. - Da circa quattro mesi, signore. Dissi al principe: «La vettura è giù da basso che l'aspetta, signore» e me ne andai.

SIGN. - Come sarebbe a dire, ve ne andaste?

CAM. - La vettura che attendeva il principe giù da basso era un carro funebre. Il principe era morto, signore.

SIGN. - Vedo con piacere che siete ancora attaccato a certo forme esteriori che purtroppo vanno scomparendo...

CAM. - Si, signore... certamente, signore... Grazie, signore...

SIGN. - Entrate, prego.

CAM. - Grazie, signore. (entra).

SIGN. - Io credo che vi prenderò senz'altro al mio servizio. Il vostro nome?

CAM. - Battista, signore.

SIGN. - Un vero nome da irreprensibile cameriere! Bravo!

CAM. - Non c’è di che, dovere, signore.

SIGN. - Posate pure la vostra valigia, Battista, e venite avanti. Ed ora prestatemi bene attenzione. Sapete, perché desideravo un cameriere di casa signorile, un perfetto, un irreprensibile cameriere?

CAM. - (posando la valigia) No, signore. Non so immaginarlo, signore. Spero che il signore vorrà scusarmi.

SIGN. - Ve lo dico subito, Battista. Ecco, io so che moltissimi signori prendono un cameriere come voi, non solo perché assuma il governo della casa, ma anche perché dia loro dei consigli sulla maniera più corretta di vestire, di vivere in società, di far questo e di far quello, senza. timore di commettere delle gaffe. Voi, Battista, abituato come siete in diverse case signorili, sareste in grado di darmi dei consigli del genere?... Io sono, come dire, un po' nuovo di certe cose... Sapreste?

CAM. - Naturalmente, signore.

SIGN. - E allora senz'altro, siete assunto. Ed ora voglio mettere subito alla prova la vostra abilità. Debbo andar a trovare una contessa ed ho pensato che questo abito possa andar bene per una visita a quest'ora. Voi cosa ne dite?

CAM. - Il signore mi permette di esprimerle spassionatamente la mia opinione?

SIGN. - E' appunto per questo che vi ho assunto.

CAM. - Ebbene, se lei permette, le dirò che il vestito potrebbe andare, ma è la faccia che non va...

SIGN. - (in tono stupito) La faccia?... Non... non capisco.

CAM. - La faccia, signore. Ella dovrebbe andare con la faccia dipinta di verde.

SIGN. - (trasecolando) Di che?

CAM. - Di verde, signore, il mio antico padrone, lord Stub, andava sempre a far le visite con la faccia dipinta di verde...

SIGN. - Ma… ma non sarà stato matto, per combinazione, questo… questo duca di Stub?…

CAM. - No, signore. Assolutamente, signore. Nessuno più savio del duca di Stub, signore...

SIGN. - E andava a far delle visite così conciato?

CAM. - E con un lume a petrolio in testa, signore.

SIGN. - (dopo un «Hep!» di sorpresa) Un lume a petrolio!?

CAM. - (con estrema naturalezza) In testa, signore. E prima di uscire, ricordo, mi diceva sempre, battendomi una mano sopra la spalla: «Liulà, caro Battista, liulà! Abbasso il frolloccone!».

SIGN. - Oh, Dio, Dio! Come avete detto, che vi diceva lord Stub?...

CAM. - Liulà, signore, liulà. Abbasso il frolloccone!

SIGN. - Battista?

CAM. - Comandi, signore!

SIGN. - Dove... dove siete stato quando avete lasciato il servizio del principe Aranguero?

CAM. - E’ una storia dolorosa e lunga, signore. Preferirei non parlarne…

SIGN. - Intendete… intendete dire che avete avuto un... ehm…un qualsiasi accidente?

CAM. - Si, signore... sono stato a servizio di un conte.

SIGN. - E'... perché siete andato via?

CAM. - Un doloroso incidente, ripeto, signore. Ho rotto un vaso giapponese.

SIGN. - (con un sospiro di sollievo) Ah... solamente?

CAM. - Sì, signore. Soltanto l'ho rotto sulla testa del conte gridando…

SIGN. - (con ansia) Gridando, che cosa?

CAM. - Gridando: «Abbasso il frolloccone!»; dopo di che sono stato in un altro posto, ma sono andato via perché la livrea non mi piaceva, signore.

SIGN. - E di che livrea si trattava, Battista?

CAM. - Camicia di forza, signore. Ma lei è impallidito, signore…si sente male, forse? Posso far qualche cosa per lei?

SIGN. - (battendo i denti) Sì… cioè no... cioè sì… Battista, andate in cucina, a prepararmi un caffè... andate, Battista, andate...

CAM. - Sì, signore, comanda altro?...

SIGN. - No... cioè... volete darmi l'elenco del telefono, per favore, andate pure, Battista.

CAM. - (eseguendo) Ecco, signore, con permesso... (via).

SIGN. - (dopo una breve pausa) Se ne è andato! Presto, presto, il Manicomio... (sfoglia febbrilmente l'elenco dei telefoni) Lettera M... Ah, eccola! Manetti... Manettoni... Manivelli... Manicomio provinciale: 12456... (compone il numero del telefono. Parla) Pronto? Manicomio provinciale, mi vuol dare la direzione, per favore? (un attimo di pausa) Parlo col direttore del Manicomio provinciale? Pronto. direttore, ho un maso in catta... cioè volevo dire, ho un catto in masa! Maledizione, lo spavento mi fa persino impaperare! Ho un matto in casa... no, no, non si tratta di un famigliare, si tratta di un matto pericoloso evaso ieri dal Manicomio criminale... sì, proprio quello! Come dice? Di non contraddirlo? di stare attento a quando dice «Abbasso il frolloccone» perché è allora che diventa pericoloso? (gridando quasi) L'ha già detto!... sì, l'ha già detto due volte! Presto, venite subito con due infermieri a casa mia, Via Felice Sansovetti, 32 interno 4... presto, che mi sembra stia tornando qua... (riappende il ricevitore) Dio! Dio! appena in tempo!

CAM. - Ecco il caffè, signore. Lo vuole con molto zucchero o poco?

SIGN. - Molto, molto... Ho una bocca talmente amara... Moltissimo.

CAM. - Sì, signore... eh... preferisce che glielo versi in testa oppure nel collo?...

SIGN. - Co... Come?

CAM. - Le ho chiesto se preferisce che glielo versi in testa, oppure nel collo.

SIGN. - (ridendo giallo) Ah, ah! nel collo, sì, sì, nel collo! E'... è molto meglio nel collo, quando vado al bar io dico sempre: mi date un caffè nel. collo?... (il cameriere esegue) Ecco, così... Ah, ah! Delizioso, questo caffè versato nel collo, delizioso!...

CAM. - Il signore esce, vero?

SIGN. - Sì, cioè no. Non esco più, aspetto... aspetto una visita.

CAM. - Allora, se permette un consiglio, signore, si deve togliere i calzoni.

SIGN. - I calzoni? E perché mi debbo togliere i calzoni?

CAM. - Non si aspettano visite in casa, con i calzoni, signore. Il principe Aranguero riceveva sempre in mutande e con un cuscino in testa.

SIGN. - Un cuscino?

CAM. - In testa, signore. (va a prendere un cuscino che si trova su una poltrona) Ecco, questo potrà andare benissimo, signore, si tolga pure i calzoni, che al cuscino ci penso io... (gli colloca il cuscino in equilibrio sul capo).

SIGN. - Sì, sì, certo... è giustissimo. Le visite si aspettano in mutande e con un cuscino in testa, come ho fatto a scordarmelo? Eccovi, eccovi i miei calzoni... Battista! (si toglie i calzoni e glieli porge).

CAM. - (bruscamente) Le sue gambe non mi piacciono.

SIGN. - Non... non ne ho altre.

CAM. - Ecco, così sta benissimo, signore. (estraendo una boccetta e un pennellino da una tasca) E adesso, il signore permette che le dipinga la faccia di rosso con questo inchiostro che ho trovato sulla sua scrivania? E’ molto distinto.

SIGN. - Altroché! Ho sempre sognato di avere la faccia dipinta di rosso, fate pure, fate pure... Battista... che bravo che siete.

CAM. - (eseguendo) Ecco, signore... un'altra piccola ritoccatina sulla fronte ed è fatto. Ed ora, signore, si vuol mettere al piano forte e cantare qualche cosa? In attesa di visite si fa sempre così!

SIGN. - Certo, certo! (va a sedersi al pianoforte facendo sforzi terribili per non far cadere il cuscino). Accidenti,. com’è difficile muoversi con questo cuscino in testa... che cosa posso cantare? Ah, ecco! Va bene «Quando spunta la luna a Marechiaro»?

CAM. - Credo di sì, signore.

SIGN. - Grazie. (accordi) Aggiustatemi il cuscino, Battista, che mi cade.

(canta)

Quanno sponta la luna a Marechiaro

pure li pesce nce fanno l'ammore

s'arrevotano l’onne de lu mare

pe' la priezza cagnano culore

quanno spunta la luna a Marechiare...

CAM. - (interrompendolo) No, signore, non così, se permette...

SIGN. - E come, allora?

CAM. - Sostituendo dei numeri alle parole, signore...

SIGN. - Ho capito, grazie, accomodatemi il cuscino in testa, per favore...

(Battista esegue. Il signor Qualsiasi canta sullo stesso motivo di prima).

Cinque sette nove cinque nove

due quattro nove dieci attontasei,

ventiquattro due tre settantasei

quaranta trentaquattro e ventinove

cinque sette tre nove cinque nove...

quarantadue novanta novantuno

e millenovecentoventiquattro.

Dodici e ventinove quarantuno

e uno meno sette fanno quattro

quarantadue e novanta e novantuno...

(Squilla il campanello della porta d'ingresso. I1 signor Qualsiasi smette di suonare).

SIGN. - Aspettate, che vado ad aprire, per favore. (fa per alzarsi).

CAM. - Prego, signore. Questo spetta a me, lei seguiti pure.

SIGN. - Ma io ...

CAM. - (in tono minaccioso ponendogli una mano sulla spalla e costringendolo a sedere di nuovo) Seguiti a suonare le dico, vado ad aprire io. (terribile) Abbasso il Frolloccone!

SIGN. - E va bene. (attacca il finale con voce tremante)

Ah... ah... aaaaaaaaah...

ah, ah, aaaaaaah...

Settantaquattro

più ventisei

settantaquattro e ventisei fa cento…

(Il cameriere va ad aprire la porta. Entra il direttore del manicomio con due infermieri).

DIRETTORE MANICOMIO - Io sono il direttore del manicomio, dov'è il matto? Ah, eccolo là, quello che canta al pianoforte, con la faccia dipinta di roso e in mutande! Presto, prendetelo.

SIGN. - Ma il matto non sono io! Il matto è lui! Io sono perfettamente normale!

DIRETT. - Lo so, lo so... siete perfettamente normale; tutti dicono così, ma poi la smettono. Venite che c’è giù il carrettone dei matti che aspetta. E non tentate di far resistenza, altrimenti,, doccia! Via!

(I due infermieri trascinano via il signor Qualsiasi).

SIGN. - (dibattendosi disperatamente) Maledetto Battista me la pagherai!

CAM. - (inchinandosi cerimoniosamente, mentre accompagna il signor Qualsiasi verso la porta) Sì, signore; naturalmente, signore. La vettura è giù che l’aspetta, signore. Ha altri comandi, signore? Arrivederla, signore…, Liulà, signore, liulà...

F I N E

P.S: Si ringrazia VITTORIO METZ

Domande da interrogazione

  1. Qual è l'ambientazione iniziale della scena?
  2. La scena si svolge nel salottino di un appartamento da scapolo, dove il signor Qualsiasi entra e accende la radio.

  3. Chi è Battista Anadiomene e perché è pericoloso?
  4. Battista Anadiomene è un pazzo pericoloso evaso dal manicomio criminale, noto per aver commesso un efferato assassinio.

  5. Come si presenta il cameriere al signor Qualsiasi?
  6. Il cameriere si presenta come un irreprensibile cameriere con esperienza in case signorili, avendo lavorato per nobili come il duca di Stub e il principe Aranguero.

  7. Qual è la reazione del signor Qualsiasi quando scopre l'identità del cameriere?
  8. Il signor Qualsiasi è terrorizzato quando si rende conto che il cameriere è in realtà il pazzo evaso, Battista Anadiomene.

  9. Come si conclude la scena?
  10. La scena si conclude con il direttore del manicomio e due infermieri che scambiano il signor Qualsiasi per il pazzo e lo portano via, mentre Battista rimane libero.

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