Concetti Chiave
- La poesia di Saba usa paragoni tra la moglie Lina e diverse femmine di animali, riflettendo un amore insolito e tenero.
- Il componimento si basa su sei strofe, con le prime cinque dedicate a paragoni animali e l'ultima che chiude il cerchio con riferimenti alla formica e all'ape.
- La poesia è caratterizzata da un ritmo che ricorda un inno religioso, sottolineando il legame tra Lina e il divino.
- Ogni animale scelto rappresenta una qualità di Lina: la dolcezza della gallina, la maternità della giovenca, la fedeltà della cagna, la delicatezza della coniglia, la rinnovazione della rondine e la laboriosità dell'ape.
- La poesia, nonostante il suo tono ingenuo, è raffinata e complessa, ricca di similitudini e figure retoriche che rivelano una profonda scelta poetica.
Saba compose questa lirica nel 1911 e la giudicò fin da subito la propria poesia più bella. In essa l'amore per la moglie Lina si esprime in modo davvero insolito, attraverso una serie di paragoni con le femmine di alcuni animali: la gallina, la giovenca, la cagna, la coniglia, la rondine, la formica, l'ape.
Paragoni tra Lina e animali
La stessa moglie del poeta in un primo tempo si sentì quasi offesa di tali accostamenti; in realtà il componimento è prevaso da un sentimento di intensa tenerezza e dolcezza, accentuate entrambe da un tono apparentemente ingenuo, quasi infantile: il poeta guarda al mondo della natura nei suoi aspetti quotidiani con occhi semplici, avvertendo in essa le migliori qualità e la condizione di maggiore vicinanza a Dio.
Tu sei come una giovane
una bianca pollastra.
Le si arruffano al vento
le piume, il collo china
per bere, e in terra raspa;
ma, nell'andare, ha il lento
tuo passo di regina,
ed incede sull'erba
pettoruta e superba.
È migliore del maschio.
È come sono tutte
le femmine di tutti
i sereni animali
che avvicinano a Dio,
Così, se l'occhio, se il giudizio mio
non m'inganna, fra queste hai le tue uguali,
e in nessun'altra donna.
Quando la sera assonna
le gallinelle,
mettono voci che ricordan quelle,
dolcissime, onde a volte dei tuoi mali
ti quereli, e non sai
che la tua voce ha la soave e triste
musica dei pollai.
Tu sei come una gravida
giovenca;
libera ancora e senza
gravezza, anzi festosa;
che, se la lisci, il collo
volge, ove tinge un rosa
tenero la tua carne.
se l'incontri e muggire
l'odi, tanto è quel suono
lamentoso, che l'erba
strappi, per farle un dono.
È così che il mio dono
t'offro quando sei triste.
Tu sei come una lunga
cagna, che sempre tanta
dolcezza ha negli occhi,
e ferocia nel cuore.
Ai tuoi piedi una santa
sembra, che d'un fervore
indomabile arda,
e così ti riguarda
come il suo Dio e Signore.
Quando in casa o per via
segue, a chi solo tenti
avvicinarsi, i denti
candidissimi scopre.
Ed il suo amore soffre
di gelosia.
Tu sei come la pavida
coniglia.
Entro l'angusta
gabbia ritta al vederti
s'alza,
e verso te gli orecchi
alti protende e fermi;
che la crusca e i radicchi
tu le porti, di cui
priva in sé si rannicchia,
cerca gli angoli bui.
Chi potrebbe quel cibo
ritoglierle? chi il pelo
che si strappa di dosso,
per aggiungerlo al nido
dove poi partorire?
Chi mai farti soffrire?
Tu sei come la rondine
che torna in primavera.
Ma in autunno riparte;
e tu non hai quest'arte.
Tu questo hai della rondine:
le movenze leggere:
questo che a me, che mi sentiva ed era
vecchio, annunciavi un'altra primavera.
Tu sei come la provvida
formica. Di lei, quando
escono alla campagna,
parla al bimbo la nonna
che l'accompagna.
E così nella pecchia
ti ritrovo, ed in tutte
le femmine di tutti
i sereni animali
che avvicinano a Dio;
e in nessun'altra donna.

Descrizione della poesia
La poesia è scandita sul ritmo delle sei strofe: le prime cinque svolgono ciascuna un paragone tra la moglie del poeta e una femmina di animale, mentre l'ultima strofa contiene il riferimento a due animali, la formica e l'ape. La struttura del componimento è circolare, poichè la chiusa riprende i versi della prima strofa: evidentemente è a questi versi che il poeta affida il cuore del proprio messaggio.
Le strofe si snodano attraverso una serie di parallelismi. A questi parallelismi si susseguono molteplici similitudini.
L'andamento della poesia dà alla stessa una cadenza da inno religioso. Il collegamento al divino è esplicitato
nella prima e ultima stofa, quelle più impresse di significato dal poeta, dove Saba canta la moglie come creatura capace di avvicinare a Dio, cioè all'essenza e all'origine stessa della vita. La donna è il tramite fra l'uomo e Dio e capace di elevare l'anima dell'uomo che la ama.
Lina, moglie di Saba, ha pertanto il portamento eretto e superbo della gallina, e il vento le arruffa i capelli come le piume alla gallina; quando si lamenta, la sua soave e triste voce si avvicina al chiocciare nei pollai. Il paragone con la giovenca allude invece alla sua componente materna, lieta e festosa, affettuosa e nello stesso tempo un po' triste. Della cagna Lina ha la devozione incondizionata, un amore tenace per il suo uomo, che, però, la rende gelosa di chi lo avvicina. Come la coniglia, Lina si allieta degli atti di gentilezza e di cura a lei rivolti, mentre si chiude in se stessa se è abbandonata; appare quasi indifesa, con la sua generosità totale, mite e inerme, pari a quella della coniglia. La moglie è colei che, come la rondine, fa tornare la primavera nella vita triste e vecchia del poeta; ma diversamente dall'uccello migratore, ella non abbandona la casa, poichè è fedele. E' inoltre previdente come la formica e laboriosa e instancabile come l'ape.
Questa lettura della lirica, dimostra come essa non sia semplice e ingenua come si può pensare a prima vista. Invece, a livello sia tematico sia di struttura, essa racchiude intensi e ricercati parallelismi e termini letterari precisi e mirati, frutto di una scelta poetica particolarmente studiata e non casuale.
Similitudini e figure retoriche
Similitudini: verso 1: donna-gallina; versi 25 e 26: donna-giovenca; versi 38 e 39 donna-cagna; versi 53 e 54 donna-coniglia; verso 69: donna-rondine; versi 77 e 78 donna-formica; verso 82 donna-ape; versi 83 e 84: e così...in tutte le femmine di tutti i sereni animali; come il suo dio e signore nel verso 46.
- I versi sono 87 e sono dei settenari;
- Le rime sono: baciate, inclusive, identiche.
- Anastrofe: “Tu sei come la pavida | coniglia” nei versi 53 e 54.
- Enumerazioni: nei versi 3 e 5; nei versi 27 e 31.
- simploche: “tutte/le femmine di tutti/i sereni animali/che avvicinano a Dio” (versi 11 e 14; verso 17; 83 e 86); “e in nessun’altra donna”;
- Sinestesia: versi 30 e 31: “rosa tenero” ;
- Epifora: versi 69-73: “rondine”-”rondine”;
- Catafora: versi 73 e 74: “Tu questo hai della rondine:/ le movenze leggere”;
- Antitesi: versi 40 e 41: “dolcezza ha negli occhi,/ e ferocia nel cuore”;
- In tutti i versi del testo poetico sono presenti tanti enjambements.
Domande da interrogazione
- Qual è il tema principale della poesia di Saba del 1911?
- Come reagì inizialmente la moglie di Saba ai paragoni con gli animali?
- Quali animali vengono utilizzati per paragonare Lina nella poesia?
- Qual è la struttura della poesia e come contribuisce al suo significato?
- Quali figure retoriche sono presenti nella poesia?
Il tema principale è l'amore del poeta per la moglie Lina, espresso attraverso paragoni con femmine di animali, evidenziando tenerezza e dolcezza.
La moglie di Saba si sentì quasi offesa dai paragoni, ma in realtà il componimento esprime un sentimento di intensa tenerezza.
Gli animali utilizzati sono la gallina, la giovenca, la cagna, la coniglia, la rondine, la formica e l'ape.
La poesia è composta da sei strofe, con le prime cinque che svolgono paragoni tra Lina e animali, mentre l'ultima include due animali. La struttura circolare sottolinea il messaggio centrale del poeta.
La poesia contiene similitudini, anastrofe, enumerazioni, simploche, sinestesia, epifora, catafora, antitesi e numerosi enjambements.