Concetti Chiave
- Leopardi sviluppa una teoria sull'infelicità delle anime nobili, incapaci di integrarsi nella società a causa della loro sensibilità.
- La fama postuma è vista come un compenso amaro e incerto per le sofferenze vissute dagli uomini illustri durante la loro vita.
- Una vita vegetativa, simile a quella dei bruti, è considerata preferibile per evitare le amarezze legate alla ricerca della fama.
- La natura è descritta come una madre che nega la felicità agli uomini, rendendo l'infelicità una condizione inevitabile.
- Gli uomini più sensibili soffrono maggiormente, consapevoli della loro incapacità di stabilire relazioni semplici con gli altri.
Indice
Teoria dell'infelicità delle anime nobili
Leopardi analizza in questo dialogo le ragioni della sua infelicità, e ne ricava una teoria dell’incapacità delle anime grandi e nobili a integrarsi nella società. Tutti gli uomini sono condannati a soffrire; incomparabilmente maggiore è, però, l’infelicità delle creature più sensibili.
Fama postuma e vita vegetativa
Amaro, inutile e spesso incerto compenso alle amarezze della vita è la fama decretata loro dai posteri dopo la morte.
L’uomo illustre, perseguitato in vita dall’invidia o dalla noncuranza dei suoi simili, viene esaltato dopo la morte: si erigono statue che ne riproducono le sembianze fisiche, se ne scrive la biografia. È preferibile allora una vita simile a quella dei bruti, una vita puramente vegetativa. L’accettazione del proprio destino e la pietà per la condizione umana si traducono in un tono pacato e solenne, senza ironia.Destino e infelicità umana
La Natura augura all’Anima di essere infelice, rivestendo così il ruolo di una grande madre che nega alla figlia la felicità alla quale essa tende per istinto, in misura alla sua grandezza.
Gli uomini sono infelici poiché è lo stesso fato a volerlo. Gli uomini più sensibili ed intelligenti percepiscono maggiormente questa condizione di infelicità poiché, non riuscendo a fare cose semplici, non riescono ad instaurare un rapporto con gli altri e sono così condannati all’esclusione.