Concetti Chiave
- Il Paradiso di Dante è descritto come un insieme di nove cieli concentrici che ruotano intorno alla Terra, culminando nell'Empireo, la dimora di Dio.
- La rappresentazione del Paradiso presenta sfide narrative a causa della sua natura immateriale e invisibile, a differenza dell'Inferno e del Purgatorio.
- Dante raffigura i cieli del Paradiso come presidiati da pianeti e corpi celesti, ma essi sono inconsistenti e non fanno ombra l'uno sull'altro.
- Nel Paradiso, Dio è rappresentato come il massimo grado di armonia e lucentezza, mentre i Santi emettono luce e armonia in misura inferiore.
- Dante introduce il concetto di "trasumanar" per descrivere il suo passaggio dall'umano all'ultraterreno, superando i limiti delle sue possibilità umane.
Il Regno del Paradiso
Il regno del Paradiso è la terza ed ultima tappa del viaggio di Dante nell’oltretomba. Secondo la cosmogonia dantesca il Paradiso è composto da nove cieli concentrici che ruotano tutti intorno alla Terra, l’ultimo dei quali è l’Empireo (termine che deriva dal greco “empyrios” cioè sfera di fuoco) che è il Cielo più importante in cui risiede Dio.
Difficoltà Narrative di Dante
Dante, nella stesura dell’opera, si trova di fronte ad una serie di difficoltà narrative; il Paradiso, infatti, è uno spazio di difficile rappresentazione, poiché è difficile da immaginare (a differenza dell’Inferno e del Purgatorio), in quanto è ospitato da nove cieli che non sono visibili (anche perché nell’immaginario collettivo il cielo forma un’unica realtà).
Dante spiega che questi cieli sono presidiati da vari pianeti (Mercurio, Venere, Marte, Giove, Saturno, Nettuno, Urano) dalla Luna e dal Sole, e che ciascun cielo non fa ombra sull’altro poiché essi sono inconsistenti, sono fatti cioè di spirito. Inoltre, narrativamente, era difficile la rappresentazione di Dante che passa da un cielo all’altro (proprio perché i cieli erano inconsistenti) ed era difficile raccontare anche di Dio e dei beati. Così Dante racconta che Dio corrisponde al massimo grado di armonia e lucentezza mentre i Santi sono essi stessi luce e armonia ma non al massimo grado.La Trasformazione di Dante
Dante per risolvere questi problemi narrativi immagina, infine, che nel paesaggio dall’Eden al Paradiso lui stesso subisca una sorta di trasformazione; egli vive, cioè, l’esperienza da lui chiamata “trasumanar” (da “trans”= passare oltre), ovvero il superamento dei limiti delle sue possibilità umane.