Concetti Chiave
- L'oidio colpisce principalmente il frumento, attaccando la pianta dalla levata alla spigatura.
- Il fungo attacca foglie, culmo e spiga, riducendo la produzione e la qualità del raccolto.
- Condizioni ottimali per l'infezione sono temperature di 15-20°C e alta umidità, con un ciclo di incubazione di 5 giorni.
- La lotta all'oidio include trattamenti chimici e precauzioni agronomiche come semine tardive e varietà resistenti.
- Modelli powpri e powdep aiutano a monitorare la recettività della pianta e l'evoluzione della malattia.
Le piante vengono attaccate soprattutto nelle fasi fenologiche che vanno dalla levata alla spigatura, il fungo colpisce tutta la parte epigea della pianta (foglie, culmo e spiga).
Le foglie attaccate manifestano accartocciamenti, ingiallimenti precosi e possono dissecare.
Nel complesso la pianta tende a ridurre la produzione, peggiorando anche la qualità della granella.
Le infezioni primarie possono realizzarsi precocemente, il patogeno è attivo a temperature anche vicino a 0° C.
Le infezioni successive, possono continuare fino a temperature prossime ai 30-32°C, purchè favorite dall’umidità.
Con le condizioni ambientali ottimali (temperatura sui 15-20°C e alta umidità) il cilco di incubazione è di 5 giorni.
La lotta contro l’Oidio può essere di tipo chimico e agronomico, si avvale sia di trattamenti specifici, spesso abbinati al controllo di altri patogeni come le Ruggini, sia di precauzioni agronomiche.
Le precauzioni agronomiche consistono nell’utilizzo di una buona tecnica colturale che:
* eviti le semine troppo fitte, le ecessive concimazioni azotate
* favorisca le semine tardive, la scelta di varietà resistenti e tolleranti.
La lotta chimica all’Oidio segue i criteri della lotta guidata e si effettua alla comparsa delle prime pustole biancastre sulle ultime foglie (dalla levata alla spigatura).
Una precisa indicazione sull’epoca di comparsa della malattia e sulla relativa evoluzione viene data dai modelli powpri e powdep.
Il modello powpri da informazioni che riguardano la recettività della pianta, mentre il modello powdep è in grado di simulare l’incremento percentuale di superficie fogliare colpita.
I prodotti da utilizzare sono a base di zolfo oppure antioidici specifici.