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Concetti Chiave

  • La narrazione biblica di Genesi Tre e Due ha un valore educativo, non solo storico, per spiegare la coesistenza di Dio e del male nel mondo.
  • I racconti evidenziano due realtà opposte per i cristiani: il rispecchiarsi nelle parole di Dio e il loro rifiuto.
  • Dio stabilisce un divieto per l'uomo di non mangiare dall'albero della conoscenza, delineando i limiti della libertà umana.
  • L'autonomia decisionale tra bene e male è riservata a Dio, e l'uomo deve riconoscere la sua limitatezza come creatura.
  • Le conseguenze del peccato sono ulteriormente esplorate nel Nuovo Testamento, dove Paolo parla della concupiscenza post-peccato.

Creazione e Conseguenze Peccato

Spesso nelle varie religioni subentra sempre l’interrogativo che porta a chiedersi della presenza contemporanea di Dio e del male nel mondo, nella Bibbia si cerca di rispondere a questa domanda in due passi della sacra scrittura in particolare, ovvero in Genesi Tre e Genesi due, che non si deve interpretare come un semplice racconto storico, lo scopo infatti è quello più educativo e pedagogico, ovvero di dare un insegnamento per i lettori non solo al tempo della scrittura ma anche in tutti i tempi futuri.
La dinamica della narrazione prevede infatti di approfondire le ragioni e le radici non solo del primo peccato commesso da Adamo ed Eva, estende infatti la sua competenza ad ogni peccato della storia universale sia del cristianesimo che della storia personale e privata di ogni cristiano. Nelle parole del racconto di possono leggere due realtà coesistenti che sembrano in realtà affliggere l’identità di ogni cristiano:
    • Ritrovarsi e rispecchiarsi nelle parole di Dio
    • Opporsi e rifiutare le parole di Dio

In Genesi Due si ricorda inoltre il divieto proposto da Dio all’uomo che prevede di non mangiare “dall’albero della conoscenza del bene e del male”, di conseguenza indica all’uomo quali sono esattamente tutti i limite della sua libertà in quanto creatura creata proprio da Dio stesso a sua immagine. Sembra quindi precisare come la facoltà (e la capacità) di decidere autonomamente tra il bene e il male, sia tipicamente associata a Dio e non all’uomo, qualunque pretesa da parte degli uomini di imporsi come totalmente indipendenti avrebbe effetti più gravi. L’uomo infatti, nonostante sia stato creato ad immagine di Dio, non rappresenta il suo riflesso in tutto per tutto e di conseguenza non può pretendere l’onniscienza, deve essere in grado di dimostrare la propria umiltà, riconoscendo quindi la propria condizione di creatura con l’essenziale limitatezza che lo connota ed aprirsi a Dio accogliendone la sua volontà. Questo passaggio è fondamentale in quanto al serpente, rappresentativo di tutto lo scetticismo e l’insinuazione del dubbio, viene interpretato come un ostacolo, una sorta di limite della libertà umana da parte di Dio, il padre, nei confronti di Adamo ed Eva, i suoi figli. Le conseguenze del peccato sono espresse però in un altro passaggio della Bibbia, in particolare nel Nuovo Testamento con le lettere di Paolo, in cui l’uomo viene visto dopo il peccato come inesorabilmente segnato dalla concupiscenza, definita da lui come “pitzumia”.

Domande da interrogazione

  1. Qual è lo scopo principale dei racconti di Genesi Due e Tre nella Bibbia?
  2. Lo scopo principale è educativo e pedagogico, volto a fornire un insegnamento ai lettori di ogni tempo riguardo alle radici del peccato e alla relazione tra Dio e l'uomo.

  3. Qual è il significato del divieto di mangiare dall'albero della conoscenza del bene e del male?
  4. Il divieto indica i limiti della libertà umana e sottolinea che la capacità di decidere tra bene e male è prerogativa di Dio, non dell'uomo, che deve riconoscere la propria limitatezza.

  5. Come viene interpretato il ruolo del serpente nel racconto della Genesi?
  6. Il serpente rappresenta lo scetticismo e il dubbio, visto come un ostacolo alla libertà umana imposto da Dio, il padre, nei confronti di Adamo ed Eva, i suoi figli.

  7. Quali sono le conseguenze del peccato secondo le lettere di Paolo nel Nuovo Testamento?
  8. Dopo il peccato, l'uomo è visto come segnato dalla concupiscenza, definita da Paolo come "pitzumia", che rappresenta una condizione di desiderio disordinato.

Domande e risposte