Concetti Chiave
- La predicazione di Gesù rivoluzionò la condizione femminile, sfidando le tradizioni ebraiche e pagane di subordinazione delle donne.
- Gesù promosse un matrimonio monogamico e indissolubile, contrario alla pratica ebraica del ripudio e alla possibilità romana di divorzio.
- La visione cristiana dell'uguaglianza coniugale contrastava con la cultura romana, sottolineando la pari dignità e diritti sessuali tra marito e moglie.
- Nonostante alcune concezioni ancora patriarcali, la dottrina cristiana segnò un progresso significativo per i diritti delle donne.
- La Lettera ai Galati di Paolo affermava l'uguaglianza universale, eliminando differenze di etnia, schiavitù e genere.
Indice
Il contributo di Gesù alla condizione femminile
La predicazione di Gesù fornì un contributo considerevole al miglioramento della condizione femminile, mettendo in discussione molte convinzioni che avevano le loro radici nella più antica cultura ebraica pagana.
Per gli ebrei il matrimonio era sacro, ma l’organizzazione e l’ideologia famigliare erano tutt’altro viste come strumento di procreazione, queste erano sottoposte al potere maschile e in particolare a quello del marito che poteva avere più di una moglie e ripudiarla quando voleva. Per Gesù, invece, il matrimonio era monogamico e indissolubile. Quando i farisei, per provocarlo, gli avevano chiesto se il ripudio della moglie era ammesso, egli aveva risposto che, sposandosi, un uomo lascia padre e madre di sua volontà, per diventare “una sola carne” con la moglie. Dunque, nessuno poteva separare quello che Dio aveva unito.
La visione cristiana del matrimonio
La predicazione di Cristo era per alcuni aspetti rivoluzionaria anche per i Romani: presso di loro, che pure a differenza degli ebrei erano monogami, fin dai tempi più antichi era, infatti, consentito il divorzio. In un primo momento concesso solo al marito, il diritto di chiederlo era poi stato esteso anche alle moglie e di esso si usufruiva ampiamente. L’idea cristiana che il matrimonio fosse indissolubile era dunque in contrasto con la concezione romana dei rapporti famigliari e, come se questo non bastasse, Gesù sosteneva qualcosa di pressoché inconcepibile per i Romani, vale a dire la pari dignità dei due coniugi e l’uguaglianza dei loro diritti in materia sessuale. “Il marito – leggiamo nella Prima lettera ai Corinzi” di Paolo – compia il suo dovere verso la moglie; ugualmente la moglie verso il marito. La moglie non è arbitra del proprio corpo, ma lo è il marito; allo stesso modo anche il marito non è arbitro del proprio corpo, ma lo è la moglie. Non astenetevi tra voi se non di comune accordo e temporaneamente, per dedicarvi alla preghiera, e poi ritornate a stare insieme, perché Satana non vi tenti nei momenti di passione”.
L'uguaglianza dei coniugi secondo Paolo
Anche tra i cristiani, del resto, non erano stati cancellati completamente i residui della concezione secondo la quale le donne erano subalterne agli uomini. Lo stesso Paolo, nella Prima lettera ai Corinzi, dopo aver affermato l’uguaglianza dei coniugi nel matrimonio, aveva scritto che “ a capo della donna è l’uomo” e che “l’uomo è immagine e gloria di Dio; la donna invece è gloria dell’uomo”.
Ciò non limita tuttavia la portata profondamente cristiana e innovatrice della concezione cristiana e il forte beneficio che essa portò alle donne. Per convincersene basterà rileggere la celebre frase con cui Paolo, nella Lettera ai Galati affermò che non ci sarebbe più dovuto essere “né Giudeo né Greco, né schiavo né libero, né uomo né donna”. Gli esseri umani, insomma, erano secondo la concezione cristiana, tutti uguali, comprese le donne.
Domande da interrogazione
- Qual è stato il contributo di Gesù al miglioramento della condizione femminile nel contesto del matrimonio?
- Come si differenziava la concezione cristiana del matrimonio da quella romana?
- Quali erano le opinioni di Paolo riguardo ai diritti e doveri dei coniugi?
- In che modo la concezione cristiana ha influenzato la percezione dell'uguaglianza tra uomini e donne?
Gesù ha messo in discussione le convinzioni tradizionali, promuovendo un matrimonio monogamico e indissolubile, e sostenendo la pari dignità e uguaglianza dei diritti tra i coniugi.
La concezione cristiana del matrimonio era indissolubile e promuoveva l'uguaglianza tra i coniugi, in contrasto con la pratica romana che permetteva il divorzio e non riconosceva la pari dignità tra marito e moglie.
Paolo affermava l'uguaglianza dei coniugi nel matrimonio, sostenendo che entrambi dovessero compiere i propri doveri verso l'altro e che nessuno dei due fosse arbitro del proprio corpo.
La concezione cristiana ha promosso l'idea che tutti gli esseri umani, inclusi uomini e donne, fossero uguali, come affermato da Paolo nella Lettera ai Galati, contribuendo a un forte beneficio per le donne.