Concetti Chiave
- Le lettere pastorali sono destinate ai collaboratori di Paolo che guidano le comunità cristiane in sua assenza, e vi sono dibattiti sulla loro paternità.
- Questi scritti affrontano dissensi sull'insegnamento apostolico, con posizioni quasi agnostiche che minacciano l'identità cristiana e richiedono una guida autorevole.
- Il ministero pastorale coinvolge presbiteri ed episcopi che ereditano l'autorità di Paolo per proteggere la fede cristiana da influenze esterne.
- Le comunità cristiane sono integrate nella società e incoraggiano preghiere per i governanti per mantenere la pace e la dignità nella vita pubblica.
Le lettere pastorali e la loro origine
Le lettere pastorali sono indirizzate a collaboratori di Paolo nel ministero e che lo succedono nella guida delle comunità cristiane, alcuni critici credono che siano lettere della scuola di Paolo:
• Dissensi sull’insegnamento apostolico, non c’era più Paolo che interveniva con lettere ma tradizione interpretativa delle sue lettere che ha dato adito a lacerazioni. Si insinuano posizioni quasi agnostiche, da cui bisogna prendere le distanze, perché ha intenti spirituali ma distruggono la fede e la bontà del creatore, spesso vogliono eliminare l’AT perché è un Dio che si mescola con la materia e quindi mettono in gioco l’identità del cristianesimo. Per uscire dalla situazione non basa il testo delle lettere di Paolo, servono autorità
Il ruolo del ministero pastorale
• Ministero pastorale: i presbìteri e episcopi, quindi problema di chi esercita autorità, loro ereditano il compito dell’apostolo, devono costudire il suo insegnamento per evitare “inquinamenti” che distruggono la fede cristiana.
• Comunità ormai stabilmente insediata nella società, rapporto significativo con la società che diventa un aspetto della vita delle comunità, per garantire la concordia pubblica “ti raccomando che si facciano domande, suppliche, preghiere e ringraziamenti per tutti gli uomini, per i re e per tutti quelli che stanno al potere, perché possiamo trascorrere una vita calma e tranquilla con tutta pietà e dignità” [1Timoteo, 2, 1-4]