-dille-
Ominide
3 min. di lettura
Vota

Concetti Chiave

  • La morte, un tempo parte integrante della vita quotidiana, è oggi vista come un tabu, spesso banalizzata o nascosta.
  • Nel mondo greco antico, la "buona morte" era legata a come si concludeva la vita, mentre il cristianesimo ha introdotto il concetto di morte santa.
  • Nel XX secolo, la domanda di eutanasia è cresciuta, con una distinzione tra eutanasia volontaria e non volontaria in base al consenso del paziente.
  • L'eutanasia diretta implica l'intenzione di causare la morte, mentre l'eutanasia indiretta può portare alla morte come effetto collaterale di trattamenti per alleviare il dolore.
  • Non tutti gli atti medici che accorciano la vita sono considerati eutanasia, come l'uso di analgesici per il dolore o la sospensione di cure sproporzionate.

Indice

  1. Evoluzione del concetto di morte
  2. Sfide moderne e movimenti pro eutanasia

Evoluzione del concetto di morte

Un tempo infatti la morte appariva più integrata nella vita ordinaria, oggi è diventata una sorta di tabu che si tenta di esorcizzare, a volte anche occultandola o banalizzandola o facendone uno spettacolo, c’è stata quindi un’evoluzione del morire e delle aspettative della vita ultraterrena: nel mondo greco aveva diverse concezioni dell’aldilà e l’espressione “buona morte” veniva utilizzata in riferimento alle modalità in cui si concludeva la vita. Per un guerriero ad esempio la buona morte era morire valorosamente in battaglia oppure la morte serena del cittadino circondato dall’affetto dei propri cari, ma alcuni secoli dopo con l’influsso del cristianesimo è subentrato il concetto di morte santa, ovvero le modalità con cui si è vissuto il proprio rapporto con Dio nella vita terrena e si appresta a viverlo nella vita eterna. Il mondo antico, nell’età medievale e moderna, hanno trasmesso alcuni concetti di eutanasia ma soprattutto nel XX° secolo è cresciuta la domanda eutanasica e l’eutanasia sociale viene praticata in modo più massiccio.

Sfide moderne e movimenti pro eutanasia

Di fronte a queste nuove sfide, i movimenti pro eutanasia hanno ripreso a farsi sentire, nel 1967 infatti è stata coniata per la prima volta l’espressione living will per designare il rifiuto di alcune forme di terapia. Nello specifico, eutanasia volontaria indica un’azione o un’omissione che, per struttura propria e per deliberata intenzione, pone termine alla vita di una persona, su una richiesta esplicita, per ridurre sofferenze considerate disumane e perché la vita non è più ritenuta meritevole di essere vissuta. Quando la richiesta è presunta, si parla di eutanasia non volontaria, quindi praticata su soggetti che non sono in grado di esprimere un consenso come per esempio bambini con gravi malformazioni o malati psichici gravi, oppure un soggetto con una coscienza solo lievemente compromessa, ma a questa definizione è necessario arricchire il concetto definendo l’eutanasia diretta e indirette. Solo nel primo caso si può parlare di eutanasia perché vi è l’intenzione di procurare la morte, nel secondo caso invece non si cerca la morte direttamente ma questa può intervenire a seguito di quella che per esempio è la somministrazione di analgesici per alleviare il dolore [alcuni farmaci hanno come controindicazione la morte]. Con i progressi della tecnologia in ambito medico e farmacologico, si può dire che l’eutanasia non coincide con qualunque atto medico che ha come esito un accorciamento della vita, non ricadono nella definizione di eutanasia né la somministrazione di analgesici a dosi convenienti per alleviare il dolore né la sospensione di cure definibili come sproporzionate.

Domande da interrogazione

  1. Qual è l'evoluzione del concetto di morte nella visione cristiana rispetto al passato?
  2. Nel passato, la morte era più integrata nella vita ordinaria e considerata una "buona morte" in base alle modalità in cui si concludeva la vita. Con l'influsso del cristianesimo, è emerso il concetto di "morte santa", legato al rapporto con Dio nella vita terrena e ultraterrena.

  3. Come si è sviluppato il concetto di eutanasia nel XX secolo?
  4. Nel XX secolo, la domanda di eutanasia è cresciuta e l'eutanasia sociale è diventata più comune. Nel 1967 è stato introdotto il termine "living will" per indicare il rifiuto di alcune terapie, e si è iniziato a distinguere tra eutanasia volontaria e non volontaria.

  5. Qual è la differenza tra eutanasia diretta e indiretta?
  6. L'eutanasia diretta implica l'intenzione di procurare la morte, mentre l'eutanasia indiretta non cerca la morte direttamente, ma questa può avvenire come conseguenza di atti come la somministrazione di analgesici per alleviare il dolore.

  7. Quali atti medici non rientrano nella definizione di eutanasia?
  8. Non rientrano nella definizione di eutanasia la somministrazione di analgesici a dosi adeguate per alleviare il dolore e la sospensione di cure sproporzionate, anche se possono accorciare la vita.

Domande e risposte

Hai bisogno di aiuto?
Chiedi alla community