Concetti Chiave
- "Scorciatoie e raccontini" è un libro di Saba, pubblicato nel 1946, ma iniziato nel decennio precedente, focalizzato su temi come il fascismo.
- Saba, di origini ebraiche, fu costretto a fuggire da Trieste a Firenze, vivendo in un clima di terrore durante il regime di Mussolini.
- Il patriottismo è un tema centrale, con Saba che critica la sua degenerazione in nazionalismo e razzismo, definendo quest'ultimo una "pazzia" totale.
- Il fascismo è paragonato a un "cancro nel campo morale", con effetti devastanti simili a una malattia mortale.
- Saba pubblicò i contenuti del libro in sei episodi sulla rivista "Nuova Europa" nel dopoguerra, dopo essersi trasferito a Roma.
Pubblicazione e contesto storico
“Scorciatoie e raccontini” è un volumetto pubblicato tramite l’editore Mondadori nel 1946, in realtà probabilmente iniziò la sua stesura anni prima, già nel decennio precedente per l’appunto, quando cominciò a scrivere aforismi che si focalizzavano su temi scottanti per la società del tempo, come il fascismo, a cui lui ovviamente si opponeva.
Saba aveva infatti anche ereditato dalla madre la fede e il sangue ebraico, questo lo rendeva un bersaglio per il regime di Mussolini, tanto che lo scrittore fu costretto a scappare dalla città natale di Trieste per scappare a Firenze, dove rimase fino alla fine della guerra ma cambiando costantemente la propria dimora in un clima di generale terrore. Il progetto di questo volume venne probabilmente ripreso nel dopoguerra anche per questo, quando Saba si trasferì nella capitale e pubblicare questi contenuti sulla rivista “Nuova Europa” in sei episodi.Patriottismo e nazionalismo
Uno dei temi su cui si sofferma maggiormente è il patriottismo, evidenziando il legame alla patria italiana, particolarmente sentito a Trieste, che era da tempo una città che raccoglieva culture e tradizioni diverse e che fino a poco tempo prima era appartenente al territorio dell’impero austroungarico. Saba non contesta necessariamente il patriottismo come pratica in sé, tanto che anche lui lo sente, tuttavia condanna la sua estremizzazione ad idolatria ossessionata che fa credere di essere superiori ad altre nazioni, arrivando al nazionalismo che lui stesso definisce come una “nevrosi”. Chiaramente sta facendo riferimento all’atteggiamento di Mussolini nei confronti degli italiani, ma anche di Hitler per i tedeschi, Stalin per i sovietici, Franco per gli spagnoli e così via. A questo passaggio del nazionalismo, Saba aggiunge però anche un’altra tappa, ovvero quella del razzismo, che per lui incarna definitivamente la sua degenerazione parossistica, una “pazzia” totale. Questa pazzia porta l’uomo ad un delirio che gli fa odiare in maniera spropositata qualsiasi persona che non rappresenti dei canoni prestabili, dalla fisionomia, ai colori, alla nazionalità più in generale.
Critica al fascismo e razzismo
Saba entra anche nello specifico parlando del fascismo, definendolo come un “cancro nel campo morale”, paragona quindi il decorso di una malattia mortale come il cancro alla diffusione dell’ideologia fascista: consapevolezza dell’origine del male ma già troppo tardi, metastasi, sofferenza e dolore con i conseguenti traumi provocati (“guasti profondi”), esito morale.
Domande da interrogazione
- Qual è il contesto storico della pubblicazione di "Scorciatoie e raccontini"?
- Come viene trattato il tema del patriottismo nel volumetto di Saba?
- Qual è la critica di Saba al fascismo e al razzismo?
"Scorciatoie e raccontini" è stato pubblicato nel 1946, ma la sua stesura è iniziata probabilmente nel decennio precedente. Saba, a causa delle sue origini ebraiche, fu costretto a fuggire da Trieste durante il regime fascista, trovando rifugio a Firenze fino alla fine della guerra.
Saba esplora il patriottismo evidenziando il legame con la patria italiana, particolarmente sentito a Trieste. Tuttavia, condanna l'estremizzazione del patriottismo in nazionalismo, definendolo una "nevrosi" e criticando la sua degenerazione in razzismo.
Saba descrive il fascismo come un "cancro nel campo morale", paragonando la sua diffusione a una malattia mortale. Critica il razzismo come una degenerazione parossistica del nazionalismo, una "pazzia" che porta all'odio irrazionale verso chi non rispecchia canoni prestabiliti.