simone.scacchetti
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Concetti Chiave

  • Ugo Foscolo, di origini greche, esaltava i principi della Rivoluzione francese e si opponeva al governo oligarchico di Venezia, sostenendo ideali di libertà e uguaglianza.
  • Foscolo è noto per il suo romanzo epistolare "Le Ultime lettere di Jacopo Ortis", ispirato al "Werther" di Goethe, che esplora il conflitto tra l'intellettuale e la società, culminando nel suicidio del protagonista.
  • Le "Odi e i Sonetti" di Foscolo segnano il passaggio dal Neoclassicismo al Preromanticismo, trattando temi come l'esilio politico e l'illusione della sepoltura, con un linguaggio elevato e ricco di riferimenti mitologici.
  • Nel poema "I Sepolcri", Foscolo riflette sulla morte e il valore dei sepolcri come simboli di memoria e tradizione, superando il nichilismo attraverso la poesia e l'illusione di un riscatto politico per l'Italia.
  • Le "Grazie" di Foscolo, dedicate allo scultore Canova, celebrano la bellezza e l'arte come strumenti di civilizzazione e miglioramento sociale, contrastando gli istinti aggressivi dell'uomo rappresentati dalle guerre napoleoniche.

(Zante, 1778 - Turnham Green, 1827)

Indice

  1. Le origini e la formazione
  2. Venezia e l'influenza francese
  3. Il pensiero filosofico di Foscolo
  4. Le Ultime lettere di Jacopo Ortis
  5. La trama dell'Ortis
  6. Le Odi e i Sonetti
  7. I Sepolcri: riflessioni sulla morte
  8. Le Grazie e il neoclassicismo
  9. Le altre opere e l'alter ego

Le origini e la formazione

Il padre era medico e la madre era greca. Si sentiva l’erede della civiltà classica per le sue origini greche. L’isola greca natìa fu molto cantata nelle sue poesie come locus amoenus. Alla morte del padre la famiglia aveva delle difficoltà economiche. La madre va ad abitare da parenti e amici a Venezia e a quindici anni Niccolò la raggiunge. Non conosce la lingua italiana così comincia i suoi studi da autodidatta e apprende moltissimo sia di classico sia di contemporaneo.

Venezia e l'influenza francese

Comincia a scrivere poesie e, nonostante la povertà, della quale Foscolo era molto fiero e la ostentava, acquista fama a Venezia. Esaltava i principi della Rivoluzione francese ed era per l’uguaglianza e la libertà. Aveva problemi con il governo oligarchico (= potere nelle mani di pochi) di Venezia. Si arruola a Bologna e scrive un’ode A Buonaparte liberatore, dove esaltava Napoleone. Ritorna nella Venezia adesso democratica. Ma quando questa fu ceduta da Napoleone all’Austria, lui fugge a Milano, dove stringe amicizia con Monti e Parini, suo modello di intellettuale, e questo “gesto” lo deluse eternamente: un vero trauma che segnò la sua vita. Continuava però sempre a sperare per un’Italia moderna. Si arruola di nuovo e partecipa a battaglie e si innamora di Isabella e Antonietta. Grazie a Monti ottiene la cattedra di Eloquenza all’Università di Pavia. Poi viene soppressa dal governo. Ma il suo pensiero anti napoleonico va in antitesi con molti letterati di Milano, tra cui Monti. Fa rappresentare la tragedia Aiace. Viene tagliato fuori di Milano e va a Firenze. In questo momento di tranquillità, scrive le Grazie. Di nuovo a Milano dopo la sconfitta di Napoleone lui lavora in una rivista culturale, la “Biblioteca italiana”. Ma per coerenza con le sue idee abbandona il lavoro e va in esilio in Svizzera e poi a Londra. Qui si aggravano le condizioni economiche. Scrive saggi contro il Romanticismo di Milano per alcune riviste, ma finisce per nascondersi dai creditori, ammalato e povero, nei posti più poveri di Londra. Muore durante la traduzione dell’Iliade.

La cultura e le idee

Il pensiero filosofico di Foscolo

Foscolo si forma con la poesia arcadica, perfetta solo formalmente, ma vacua di contenuti, frivola. In seguito studia i classici latini e greci e anche italiani, come Dante e Petrarca. Ammira il rigore morale di Parini e l’ansia di libertà di Alfieri. Ma è attratto dal sentimentalismo del Werther di Goethe e di Rousseau, che gli suggerisce concezioni democratiche e ugualitarie e il culto della natura e della passionalità intensa. È interessato al mito del buon selvaggio (originaria e naturale bontà dell’uomo, poi corrotta dalla civilizzazione). In seguito Foscolo abbraccia il pensiero più pessimistico di Machiavelli e Hobbes, credendo al contrario nel male originario e naturale dell’uomo, in perenne conflitto con gli altri. Abbraccia anche il materialismo partendo dai classici Democrito, Epicuro e Lucrezio, credendo tutto materia ed escludendo lo spirito e il metafisico e la vita dell’anima dopo la morte. Nulla si crea, nulla si distrugge e tutto si trasforma. Mondo come una macchina. Foscolo è profondamente laico e ha paura di esserlo. Foscolo crede la letteratura e le arti bellissime e permettono la catarsi (depurano l’animo), così da rendere più umano l’uomo e allontanandolo dalla condizione feroce che lo porta alla violenza. L’arte è anche testimonianza del passato di un popolo e ha una funzione patriottica in Italia, così da unire un popolo frammentato.

Le Ultime lettere di Jacopo Ortis

Le Ultime lettere di Jacopo Ortis

È un romanzo epistolare giovanile, ma Foscolo lo riprende ben tre volte fino alla maturità. Questo perché era molto importante per lui. È composto da una serie di lettere Jacopo scrive all’amico Lorenzo Alderani (alcune volte lui gli risponde). Il modello è sicuramente I dolori del giovane Werther di Goethe, ma anche la Nuova Eloisa di Rousseau.

Il giovane si suicida per amore di una donna destinata a sposare un altro uomo. Vicino a Goethe è anche la figura dell’intellettuale in conflitto con la società con la quale non riesce a inserirsi. Sia Werther sia Jacopo non possono sposare la donna amata. Nel Werther, lui non riesce a integrarsi con la borghesia razionale che non accetta la passionalità e i sentimenti, né tanto meno con la chiusa aristocrazia. Nell’Ortis, Jacopo sente di non avere una patria. L’unica via per risolvere i due tormenti appare quella della morte (morte come forma di sopravvivenza). Foscolo porta in Italia il genere del romanzo, ma non ha interesse narrativo, quanto lirico e oratorio: l’opera sembra infatti un lungo monologo in cui l’eroe si confessa con pathos e si abbandona ad appassionate orazioni o a meditazioni filosofiche e politiche.

La trama dell’Ortis

La trama dell'Ortis

Jacopo si rifugia sui colli Euganei dopo che Napoleone ha “svenduto” Venezia all’Austria. Qui si innamora di Teresa che non può sposare perché è destinata a nozze con Odoardo, esatta antitesi di Jacopo, freddo e razionale. La disperazione amorosa e politica spinge Jacopo a girare l’Italia. La notizia del matrimonio di Teresa lo riportano nel Veneto. Rivede la fanciulla amata, poi va a trovare la madre e si uccide.

Le Odi e i Sonetti

Le Odi e i Sonetti

Il passaggio culturale dall’Arcadia al Preromanticismo e al Neoclassicismo si avverte nelle poesie. Le Odi e i Sonetti sono scritti sin dal Foscolo-ragazzo e sono esercizi letterari. Infatti, di tutto questo esercizio il poeta sceglie di pubblicare nelle Poesie solo due odi e dodici sonetti. 
• Nelle due Odi si sente il gusto neoclassico, nonostante siano scritte contemporaneamente con l’Ortis, che è preromantico. Nelle Odi si parla della bellezza femminile, descritta con immagini di divinità greche, con molti richiami mitologici e il lessico è elevatissimo ed erudito. All’Amica risanata è un discorso filosofico sulla bellezza ideale, che riesce a purificare l’animo inquieto.
• Nei dodici Sonetti si parla di temi autobiografici come l’esilio dato dall’insoddisfazione politica, la funzione purificatrice e consolatrice della poesia (come catarsi) e l’illusione della sepoltura “lacrimata”, per questo sono più vicini all’Ortis e anche alla lirica alfieriana. Nei tre più importanti sonetti la forma classica è reinventata. Dell’Ortis riprende anche il conflitto con il “reo tempo” presente, il “nulla eterno” come unica alternativa, l’esilio che è sia politico sia esistenziale, l’impossibilità di trovare un rifugio nella famiglia, il rapporto con la terra “materna” e con il mito.

I Sepolcri

I Sepolcri: riflessioni sulla morte

Poemetto (o carme) in endecasillabi indirizzato a Pindemonte scritto a proposito di un editto che imponeva di seppellire i morti fuori le mura cittadine. Il poeta riflette sulla morte e sul valore di “sopravvivenza” che i morti hanno nella mente e nel cuore dei propri cari in vita. Pindemonte, cristiano, pensa alla sepoltura individuale, mentre Foscolo, materialista, nega l’importanza delle tombe, perché la morte distrugge l’essere. Inizialmente scrive da materialista, ma poi rivaluta il significato delle tombe. Viene superato il nichilismo (dottrina del nulla, generata dalla delusione). Al centro c’è la morte, ma non è il “nulla eterno”. La vita dopo la morte è solo un’illusione. Il sepolcro è il simbolo della memoria, garantita anche e soprattutto dalla poesia. Entrambi permettono ai popoli di conservare le proprie tradizioni. Il linguaggio è molto elevato. Con l’illusione si continua il politico che nell’Ortis si era interrotto con il suicidio, immaginando un riscatto dell’Italia. Viene esaltata la tradizione e i grandi del passato. Non è solo poesia cimiteriale, ma una meditazione filosofica e politica. Lo stesso Foscolo nelle note dice di non voler scrivere con logicità, ma con fantasia e cuore. Foscolo crede che le tombe dei grandi spingano a grandi imprese. La struttura è rigorosa e armonica, ma i temi sono trattati in forma implicita e si passa facilmente dall’uno all’altro. La lettura è dunque molto difficile tanto da poterlo definire un “fumoso enigma”. La prospettiva spazio-temporale è vastissima. Si passa dallo spazio limitato della tomba “all’ombra dei cipressi” fino all’immensa terra e al mare dove sono seminate le “infinite ossa” degli uomini. Dal mondo terrestre all’aldilà, dall’età contemporanea al Medio Evo, al mondo classico, alle età primitive. Il linguaggio è estremamente elevato e ha come modello Parini e Alfieri.

Le Grazie

Le Grazie e il neoclassicismo

Foscolo lavora più volte a un inno alle Grazie che poi diventano tre, a Venere (Bella natura), Vesta (Amore) e Pallade (Arte). L’opera è incompiuta e si collega al gusto neoclassico delle Odi (idea di bellezza, di armonia). Anche qui vi sono rimandi alla situazione politica, poiché con la bellezza è possibile l’incivilimento dell’umanità che porta al miglioramento della vita sociale. Foscolo voleva scrivere un inno a tutte le idee metafisiche sul bello. Le Grazie sono dee intermedie tra cielo e terra, così da far abbandonare all’uomo la bestialità avvicinandolo alla civiltà (non rousseauniana). La bellezza e le arti purificano e ingentiliscono le passioni. Nel verso vi è musicalità per evocare la bellezza artistica e la melodia pittrice, e cioè: con la musica vuole evocare immagini vivide e colorite. Infatti, l’opera è dedicata allo scultore Canova, che lavorava al gruppo marmoreo delle Grazie. La poesia è allegorica, dove le idee astratte vengono personificate nelle Grazie. In realtà anche qui Foscolo allude al suo ideale di poesia civile. Gli istinti aggressivi dell’uomo sono le guerre di conquista di Napoleone. Foscolo, al contrario di Rousseau, crede nella funzione civilizzatrice (positiva) della poesia e dell’arte.

Le altre opere

Le altre opere e l'alter ego

A Londra scrive la Notizia intorno a Didimo Chierico, il quale ironicamente vuole dominare le passioni con una distaccata serenità tipica anche delle Grazie. Didimo è l’alter ego di Foscolo, come lo era Jacopo negli anni giovanili. Ma Didimo è un anti-Ortis. Ortis è disperato e appassionato, Didimo è distaccato dalle passioni. Questo atteggiamento si ritrova prima anche nella tragedia Aiace, dove vi è l’aspirazione a una società libera dall’odio e dalla violenza. Altri scritti lo vedono filologo e critico letterario della nascente scuola romantica a Milano.

Domande da interrogazione

  1. Quali sono le origini e la formazione di Foscolo?
  2. Foscolo nacque a Zante nel 1778, con un padre medico e una madre greca. Si sentiva erede della civiltà classica e, dopo la morte del padre, si trasferì a Venezia dove iniziò i suoi studi da autodidatta.

  3. Come influenzò la Rivoluzione francese il pensiero di Foscolo?
  4. Foscolo esaltava i principi della Rivoluzione francese, sostenendo l'uguaglianza e la libertà. Tuttavia, fu deluso quando Napoleone cedette Venezia all'Austria, un evento che segnò profondamente la sua vita.

  5. Qual è il tema centrale delle "Ultime lettere di Jacopo Ortis"?
  6. Il romanzo epistolare "Ultime lettere di Jacopo Ortis" esplora il conflitto dell'intellettuale con la società e l'impossibilità di sposare la donna amata, culminando nel suicidio del protagonista come unica via di sopravvivenza.

  7. Quali riflessioni emergono ne "I Sepolcri"?
  8. Ne "I Sepolcri", Foscolo riflette sulla morte e il valore della memoria dei defunti, superando il nichilismo e immaginando un riscatto dell'Italia attraverso la tradizione e la poesia.

  9. In che modo "Le Grazie" si collegano al neoclassicismo?
  10. "Le Grazie" di Foscolo, un'opera incompiuta, si collega al neoclassicismo attraverso l'idea di bellezza e armonia, suggerendo che la bellezza e le arti possono purificare e civilizzare l'umanità.

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