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Concetti Chiave

  • "Le ultime lettere di Jacopo Ortis" è un romanzo epistolare con una lunga e travagliata gestazione, iniziata nel 1796 e completata da Foscolo nel 1817.
  • Il romanzo si ispira a "I Dolori del giovane Werther" di Goethe e "La Nuova Eloisa" di Rousseau, con un intreccio tra amore e morte.
  • Jacopo Ortis è l'alter ego di Foscolo, rappresenta il polo tragico della sua personalità, trovando nel suicidio l'unica via di protesta contro la corruzione.
  • Lorenzo Alderani, il co-protagonista, simboleggia il polo positivo di Foscolo, utilizzando la scrittura come riscatto dalla delusione.
  • La natura nel romanzo è ambivalente, riflettendo la bellezza e il tormento interiore di Jacopo, con una prosa ricca di pathos e riferimenti letterari.

Indice

  1. La genesi travagliata del romanzo
  2. Il dualismo di Jacopo e Lorenzo
  3. L'amore impossibile di Jacopo
  4. Confronto tra Ortis e Werther
  5. Tematiche chiave e stile narrativo

La genesi travagliata del romanzo

La prima opera degna di nota, un romanzo epistolare, denominata Le ultime lettere di Jacopo Ortis, una gestazione travagliata; la primissima idea dell'opera è presente in un piano di studi del 1796, il titolo è Laura lettere, di cui non è rimasta traccia; la prima redazione dell'opera, ma pubblicata solo parzialmente risale al 1798, ma Foscolo la lascia incompleta, perché impegnato nell'esercito e partecipa alla campagna militare contro gli Austro-russi, ma l'editore per poterlo vendere affida l'opera a un certo Angelo Sassoli, che completa l'opera di Foscolo, con il materiale di Foscolo, cambia il titolo e alcune ideologie, intitolandola Vera storia di due amanti infelici, ovvero Ultime lettere di Jacopo Ortis. Foscolo quando vede la sua opera pubblicata in questa maniera non ci vede più, la riprende e la ripubblica, ma non è mai soddisfatto, la rivedrà in esilio sia in Svizzera che a Londra. L'ultima pubblicazione risale al 1817; ci lavorò per 21 anni, portandola alla sua idea di opera.

Il dualismo di Jacopo e Lorenzo

E' un romanzo epistolare, non è originale, era un genere molto in voga nel 1700, riprende due modelli: il romanzo I Dolori del giovane Werther, di Goethe, e la Nuova Eloisa di Rousseau. La vicenda è rappresentata da un immaginario scambio epistolare tra un giovane patriota, che altro non è se non l'alter ego di Foscolo, tale Jacopo Ortis e Lorenzo Alderani, il primo rappresenta uno dei due poli della personalità di Foscolo, il polo tragico drammatico e negativo che non trova una via d'uscita alla sua disperazione, solo nel suicido stoico la via d'uscita ad un presente che delude, suicidio cosi come lo era stato per Catone l'Uticense, suicidatosi per non cadere nella tirannide di Cesare, citato da Dante, citazione ripresa da Foscolo; il suicidio viene visto come il massimo segno di protesta e come l'unico modo per non cadere in compromesso con la corruzione dei tempi, per affermare il proprio ideale di libertà. L'altro, Lorenzo Alderani, rappresenta il secondo polo di Foscolo, quello positivo, vive la stessa situazione di Jacopo Ortis, ma riesce a trovare una via di fuga nella scrittura, che diventa lo strumento per il riscatto dalla delusione del presente.

L'amore impossibile di Jacopo

Questo romanzo epistolare ha come protagonista Jacopo Ortis, un giovane Patriota, alter ego di Foscolo, ma la vicenda si rifà a un caso vero, un giovane studente dell'Università di Pavia, Girolamo Ortis, suicidatosi nel 1896, ma sostanzialmente è Ugo Foscolo, anche se realisticamente parlando i due arrivano conclusioni diverse, Jacopo Ortis si suicida mentre Foscolo si esilia. Jacopo Ortis è un giovane patriota che dopo aver lasciato, si trasferisce sui monti Euganei dove conosce la divina fanciulla Teresa, nome che allude alla moglie di Vincenzo Monti, che pare fosse l'amante di Foscolo, una ragazza dolcissima e bellissima. Durante una passeggiata scappa un bacio e Iacopo arriverà a dire che dopo quel bacio si è sentito divino, passeggiata avvenuta ad Arquà vicino la villa di Petrarca e da quel momento l'amore si impossessa dell'animo di Iacopo, amore destinato a non realizzarsi in quanto Teresa, figlia del signor T., è promessa sposa a un uomo che è l'esatto opposto di Iacopo, ordinato, razionale, freddo, e Teresa non lo ama, ama la passione, gli slanci di Jacopo Ortis. La delusione di Iacopo è enorme quando viene a sapere che è promessa sposa a Odoardo; se l'amore per questa diventa fonte di gioia da un lato dall'altro diventa fonte di tormento, e alla delusione politica si aggiunge quella amorosa. Jacopo decide di abbandonare i colli Euganei e vagare per tutta l'Italia: autobiografia e finzione si fondono nel romanzo. Non riesce a a trovare una via d'uscita dal suo dramma esistenziale, meditando il suicidio, che vede come l'unico modo per vivere idealmente incontaminato, ma si dedica prima a Venezia per visitare la madre, per cui nutre un profondo amore; infine si toglie la vita.

Confronto tra Ortis e Werther

Nel costruire la figura di Jacopo Ortis Foscolo si rifà al giovane Werther di Goethe, entrambi i protagonisti sono giovani nel pieno delle loro forze, ma in Jacopo Ortis prevale la delusione politica, in Werther prevale la delusione amorosa. In entrambi i romanzi vi è uno stretto intreccio tra amore e morte, ed entrambi arrivano alla medesima conclusione "due giovani vite spezzate che però rimane in entrambi incontaminata dalla corruzione presente"; è diversa l'origine della delusione di entrambi: la delusione di Jacopo Ortis nasce da una mancanza, da un'assenza, dalla mancanza di una patria, Foscolo non ha un tessuto politico in cui potersi inserire, è perennemente in esilio, mentre il dolore del Werther nasce dalla impossibilità ad inserirsi nella classe sociale di appartenenza, quella borghese, ma non può neanche inserirsi nella classe aristocratica, chiusa nella difesa dei propri privilegi. Nei dolori del giovane Werther si ha sostanzialmente un suicidio per un amore impossibile, che è anche la rappresentazione dell'impossibilità a inserirsi nella classe sociale di appartenenza, mentre nelle ultime lettere di Jacopo Ortis l'amore è una forza positiva, un'estrema illusione che almeno inizialmente trattiene il protagonista da suicidarsi per la delusione politica. Entrambi sono appassionati, pongono i sentimenti al primo posto e in entrambi i romanzi prevale la voce unica del protagonista. Sembrerebbe quasi che il romanzo Foscoliano sia un'opera Nichilistica, in realtà no, perché bisogna dare la giusta interpretazione della tematica chiave del romanzo, ossia quella del suicidio, visto come un gesto eroico, è il gesto eroico di un animo generoso e nobile che rifiuta ogni forma di compromesso con i tempi presenti corrotti, visto poi come la presa di consapevolezza da parte di Iacopo dell'impossibilità di un'azione concreta nella realtà presente, non è possibile nella situazione attuale dell'Italia nessuna azione per tentare la libertà dell'Italia, i tempi non erano adatti per una sana e corretta lotta politica, chiunque voglia cimentarsi in ciò subirà dei danni, e senza rimanere incontaminato, e l'unico modo per rimanere incontaminato è il suicidio, per mantenere l'animo puro e libero, si rifà alla visione stoica e tiene presente dell'opera di Plutarco.

Tematiche chiave e stile narrativo

Tiene presenti dei valori positivi, l'amore per la madre, vista come una mater dolorosa, che piange e soffre per un figlio costantemente in esilio lontano dal tetto natio, gli affetti familiari, il motivo della tomba, del sepolcro, Foscolo ha come unica speranza quella di morire in Patria, altro motivo chiave è l'esilio, e infine quello della Natura. Vi è una rappresentazione ambivalente della natura, quando introduce la dimensione amorosa, la vicenda è ambientata nel classico locus Amaenus, la natura è rappresentata come bellissima, ma quando parla del suo tormento interiore, delle sue illusioni, la natura sembra lo specchio del suo stato d'animo. Il tutto è espresso con una prosa narrativa moderna, colloquiale discorsiva, e ciò che la rende interessante è la compresenza di registri linguistici diversi, si passa dal pathos, a toni più pacati, dimessi elegiaci, quando si rivolge alla sua amata Teresa, inoltre sono presenti numerosi richiami letterari, ad esempio la prima lettera inizia con la ripresa di alcuni versi danteschi del Purgatorio che rimandano alla figura di Catone; prosa scorrevole, con un periodare scorrevole, incisivo, ma abbondano le interrogative retoriche, i discorsi diretti liberi, ad esempio la lettera del 4 dicembre, dove incontra il Parini.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il genere letterario de "Le ultime lettere di Jacopo Ortis" e quali sono i suoi modelli di riferimento?
  2. "Le ultime lettere di Jacopo Ortis" è un romanzo epistolare, genere molto popolare nel 1700. Si ispira a due modelli principali: "I Dolori del giovane Werther" di Goethe e "La Nuova Eloisa" di Rousseau, entrambi caratterizzati da un'intensa esplorazione dei sentimenti dei protagonisti.

  3. Chi sono i protagonisti principali del romanzo e cosa rappresentano?
  4. I protagonisti principali sono Jacopo Ortis e Lorenzo Alderani. Jacopo rappresenta il polo tragico e drammatico della personalità di Foscolo, incline alla disperazione e al suicidio come via d'uscita. Lorenzo, invece, simboleggia il polo positivo, trovando nella scrittura un modo per riscattarsi dalla delusione del presente.

  5. Qual è la tematica chiave del romanzo e come viene trattata?
  6. La tematica chiave è il suicidio, visto come un gesto eroico di protesta contro la corruzione dei tempi e come unica via per mantenere l'animo puro e libero. Questa visione si rifà alla filosofia stoica e all'opera di Plutarco, presentando il suicidio non come un atto nichilistico, ma come un'affermazione di ideali.

  7. Come si fondono autobiografia e finzione nel romanzo?
  8. Autobiografia e finzione si fondono attraverso la figura di Jacopo Ortis, alter ego di Foscolo, che, come il protagonista, vive la delusione politica e amorosa. La vicenda di Jacopo si ispira anche a un caso reale, quello di Girolamo Ortis, ma è fortemente influenzata dalle esperienze personali di Foscolo, inclusa la sua decisione di esiliarsi.

  9. Quali sono i valori positivi espressi nel romanzo?
  10. Nonostante il tema del suicidio, il romanzo esprime valori positivi come l'amore per la madre, gli affetti familiari, e la speranza di morire in patria. La natura gioca un ruolo ambivalente, rappresentando sia la bellezza che lo specchio del tormento interiore del protagonista, evidenziando così la complessità dell'esistenza umana.

Domande e risposte

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