Concetti Chiave
- Il sonetto "Alla musa" di Ugo Foscolo esprime la consapevolezza della perdita dell'ispirazione poetica e il dolore di non poter più trovare consolazione nella poesia.
- Il poeta riconosce che senza sogni, miti e poesia, all'uomo restano solo i ricordi e la paura di un futuro incerto, lungo la strada che porta al silenzio della morte.
- Foscolo invoca la Musa, simbolo dell'ispirazione artistica, lamentando che ora solo una scintilla del suo spirito sia ancora viva, sufficiente per comporre il sonetto.
- Il sonetto riflette il declino dalla giovinezza alla maturità, periodo in cui il poeta si sente abbandonato dalla Musa e travolto dai ricordi e timori.
- L'opera sottolinea la difficoltà del poeta nel trovare conforto in poche e faticose rime, a causa del dolore che deve convivere con lui.
Indice
L'invocazione alla Musa perduta
Pur tu copia versavi alma di canto
su le mie labbra un tempo, Aonia Diva,
quando de' miei fiorenti anni fuggiva
la stagion prima, e dietro erale intanto
questa, che meco per la via del pianto
scende di Lete ver la muta riva:
non udito or t'invoco; ohimè! soltanto
una favilla del tuo spirto è viva.
E tu fuggisti in compagnia dell'ore,
o Dea! tu pur mi lasci alle pensose
membranze, e del futuro al timor cieco.
Però mi accorgo, e mel ridice amore,
che mal ponno sfogar rade, operose
rime il dolor che deve albergar meco.
Consapevolezza della perdita poetica
Il tema del sonetto composto nel 1802, manifesta la consapevolezza che l’inspirazione poetica ormai viene meno e la pena da parte del poeta di non poter più trovare alcuna consolazione nella poesia. Tuttavia rimane in lui l’ombra della Musa che riesce ancora a fermare nel sonetto. Pertanto, il poeta è cosciente che senza i sogni, senza i miti, senza la poesia restano i all’uomo soltanto i ricordi e la paura per il futuro incerto lungo la strada che conduce al silenzio più assoluto (= la morte). Invano egli cerca un conforto in poche e faticose rime
Riflessioni sulla giovinezza e il tempo
Eppure un tempo, O Musa, [la musa è chiamata aonia Diva perché tale aggettivo è derivato dall’altro nome attribuito alla Beozia, regione greca su cui si innalza l’ Elicone, la montagna delle Muse] eri solita infondere sulle mie labbra tante poesie, negli anni in cui fuggiva la mia prima stagione (= la giovinezza) e dietro essa seguiva quest’età più matura (= la seconda giovinezza)
che, assieme a me discende verso la muta riva del Lete [Il Lete è il fiume infernale dell’oblio che induce al silenzio totale e che quindi fa spegnere ogni voce poetica]
Ora ti sto invocando, ma non sono ascoltato: Ahimé del tuo spirito è solo viva una scintilla [ si tratta della scintilla che concede al poeta di invocare la Musa ed aggiungere alla sua opera poetica questo sonetto]
Anche tu fuggisti, O Musa, insieme al tempo, insieme alla mia prima giovinezza! E mi lasci in preda ai ricordi pensierosi e nel timore del futuro ignoto.
Per questo mi sto accorgendo [a causa dell’abbandono della Musa] e me lo confermano le passioni (= amore)da cui sono in continuazione travolto perché posso solo elaborare con fatica poche rime ( rade, operose rime) a causa del dolore che deve essere sempre in me.
Domande da interrogazione
- Qual è il tema principale del sonetto composto nel 1802?
- Come viene descritta la giovinezza nel testo?
- Cosa rappresenta la Musa per il poeta?
- Qual è il sentimento del poeta verso il futuro?
Il tema principale è la consapevolezza della perdita dell'ispirazione poetica e il dolore del poeta per non poter più trovare consolazione nella poesia.
La giovinezza è descritta come una stagione fuggente, seguita da un'età più matura che accompagna il poeta verso l'oblio e il silenzio del Lete.
La Musa rappresenta l'ispirazione poetica perduta, una presenza che un tempo infondeva poesia ma che ora è fuggita, lasciando solo una scintilla del suo spirito.
Il poeta prova timore per il futuro ignoto, consapevole che senza poesia e sogni rimangono solo i ricordi e la paura lungo la strada verso il silenzio assoluto.