Concetti Chiave
- Clorinda, durante l'assedio di Gerusalemme, cerca di bruciare le torri nemiche ma viene intrappolata fuori dalla città, seguita da Tancredi che ha assistito al suo omicidio.
- Il duello tra Tancredi e Clorinda è descritto come intenso e sensuale, con colpi precisi e un combattimento ravvicinato che evoca una tensione più erotica che bellica.
- Tasso inserisce un confronto con Dante, usando un simbolismo simile per i tre abbracci di Tancredi, suggerendo una lettura al contrario della loro natura ostile.
- La battaglia culmina con Tancredi che ferisce mortalmente Clorinda, un atto che porta a una rivelazione dolorosa quando riconosce di aver ucciso l'amata.
- Prima di morire, Clorinda chiede di essere battezzata, un atto che Tancredi esegue con esitazione, sottolineando la sua cortesia e la tragica consapevolezza della perdita.
Indice
L'assedio di Gerusalemme
L'antefatto della morte di Clorinda è che i crociati hanno assediato Gerusalemme. Clorinda, facente parte degli infedeli decise di uscire dalla città santa, insieme ad Argante, per bruciare le torri nemiche. Bruciate le torri sarebbe dovuta tornare in città, ma uccise un cristiano. Nel frattempo vennero chiuse le porte della città e solo Argante riuscì ad entrarvi. Nella confusione generale la maggior parte dei cristiani non si accorsero della pagana che decise di aggirare le mura per entrare dall'altro ingresso di Gerusalemme. Tancredi assistette all'assassinio compiuto da Clorinda e quindi la seguì. Clorinda, accortasi di essere seguita, si girò con atteggiamento di sfida verso Tancredi e gli chiese che cosa egli portasse. Lui le rispose che portava guerra e morte; Clorinda gli disse allora che guerra e morte avrà. La scansione molto forte delle due parole da l'idea della potenza, della stima che ogni cavaliere ha di sé.
Il duello tra Tancredi e Clorinda
I due iniziarono a combattere e Tasso commenta che il combattimento sarebbe degno di essere rappresentato su un meraviglioso palcoscenico tanto è emozionante. Rinaldo e Sacripante a duello combattono mostrando la loro maestria, sembra che giochino. Al contrario l'intento di Tancredi e Clorinda non è di mostrare la loro maestria ma di uccidere: nessuno dei due indietreggia, i piedi sono ben saldi al terreno e ogni colpo va a segno. Il combattimento si fa sempre più ristretto, non vi è nemmeno lo spazio per la spada tanto che i due cavalieri si colpiscono con le impugnature delle armi. Il combattimento diventa molto sensuale.
Riferimenti letterari e simbolismo
Quando Tasso dice “tre volte il cavalier la stringe con le robuste braccia ed altrettante da quei nodi tenaci ella si "scinse” vi è un chiaro riferimento al II canto del Purgatorio di Dante, dove il poeta incontra una schiera di anime. Tra di queste ve ne è una con un atteggiamento particolarmente benevolo, tale atteggiamento suscita in Dante tenerezza tanto che tenta per tre volte di abbracciarla, ma non vi riesce a causa dell'inconsistenza dell'anima. Dopo il terzo tentativo l'anima indietreggia e spiega a Dante cosa sta succedendo; è in quel momento che Dante riconosce l'anima: è Casella, un musico. Nell'opera di Tasso la donna presenta un corpo, ma i tre abbracci di Tancredi diventano dei nodi tenaci che Clorinda scioglie. Il poeta specifica che siano abbracci fra nemici e non fra amanti è quindi un excusatio non petita accusatio manifesta, ovvero una precisazione non richiesta equivale a una scusa palese. Non vi era la necessita di specificare che fossero abbracci fra nemici, era palese. La frase è quindi da intendere al rovescio.
La tragica conclusione
L'incontro più che essere bellico è un qualcosa di sessuale. Vi è poi un attimo di tregua nella battaglia. Tancredi vede che le ferite del nemico sono più gravi delle sue e gode di ciò e allora Tasso interviene e afferma che l'uomo pensa di essere padrone di se stesso a causa di un minimo alito di sorte favorevole quando invece non dovrebbe gridar vittoria: Tancredi pagherà ogni goccia del sangue di Clorinda con un mare di pianto nel momento in cui si accorgerà di aver ucciso la propria amata. Mentre i due si stanno studiando Tancredi rompe il silenzio per sapere con chi stesse combattendo. Dal modo in cui si pone si evince la sua cortesia: vuole sapere chi lo ha vinto o chi ha vinto per poter onorare la sua prestazione. Clorinda risponde che non è rivelante sapere chi sia, gli basti sapere che è stata lei a bruciare le torri cristiane. Si riaccende così il fuoco all'interno di Tancredi. Rinizia il combattimento nonostante siano esangui, sono mossi dalla collera, lo sdegno li tiene vivi nonostante le ferite. Tancredi spinge la lama nel seno dell'amata e la veste di Clorinda si infiora di sangue; è un chiaro rimando sensuale.
All'apice della scena erotica Tasso cerca di tamponare e ricondurre l'episodio alla cristianità: Clorinda chiede al nemico di essere battezzata e Tancredi, a dimostrare la sua cortesia, decide di battezzarla. La conversione di Clorinda è un po' forzata ma giustificata dal fatto che Clorinda prima di uscire da Gerusalemme avesse saputo di avere origini cristiane. Tancredi riempie l'elmo d'acqua ma nel momento in cui deve scoprire la faccia del nemico ha un tremore alle mani ingiustificato. Si comporta come se fosse a conoscenza di ciò che seguirà. Nel momento in cui la riconobbe si pietrificò, uccidendola ha ucciso una parte di sè.
Domande da interrogazione
- Qual è l'antefatto della morte di Clorinda?
- Come viene descritto il duello tra Tancredi e Clorinda?
- Quali riferimenti letterari e simbolismi sono presenti nel testo?
- Qual è la conclusione tragica del duello?
- Come viene rappresentata la conversione di Clorinda?
L'antefatto della morte di Clorinda è l'assedio di Gerusalemme da parte dei crociati. Clorinda, insieme ad Argante, esce dalla città per bruciare le torri nemiche, ma dopo aver ucciso un cristiano, non riesce a rientrare in città e viene seguita da Tancredi.
Il duello tra Tancredi e Clorinda è descritto come un combattimento intenso e mortale, dove entrambi i cavalieri non indietreggiano e ogni colpo va a segno. Il combattimento diventa così stretto che i due si colpiscono con le impugnature delle armi, rendendolo molto sensuale.
Il testo contiene un riferimento al II canto del Purgatorio di Dante, dove Tancredi tenta di abbracciare Clorinda tre volte, simile a Dante che tenta di abbracciare l'anima di Casella. Questo simbolismo suggerisce un legame tra nemici che va oltre il semplice combattimento.
La conclusione tragica del duello avviene quando Tancredi, senza sapere chi sia il suo avversario, uccide Clorinda, la sua amata. Dopo averla ferita mortalmente, Clorinda chiede di essere battezzata, e Tancredi, in un gesto di cortesia, la battezza, scoprendo solo allora la sua identità.
La conversione di Clorinda è rappresentata come un atto forzato ma giustificato dal fatto che Clorinda aveva scoperto di avere origini cristiane. Tancredi, tremante, la battezza, e nel momento in cui riconosce Clorinda, si pietrifica, realizzando di aver ucciso una parte di sé.