Fabrizio Del Dongo
Genius
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Concetti Chiave

  • Solimano, paragonato a un lupo affamato, fugge per unire le forze con il re d'Egitto ma viene convinto da Ismeno a difendere Gerusalemme.
  • Ismeno, un esperto di arti magiche, assiste Solimano, predice il futuro regno del Saladino e lo rende invisibile per infiltrarsi nel consiglio di Aladino.
  • Nel consiglio di Aladino, Solimano si rivela, minacciando chiunque parli di pace e ottenendo il supporto di re Aladino, mentre Clorinda gli rende omaggio.
  • Nel campo cristiano, Goffredo riconosce il valore dei cavalieri di Armida e Tancredi, ascoltando il racconto di Guglielmo sulla loro prigionia e liberazione da parte di Rinaldo.
  • Pietro l'Eremita profetizza le future glorie di Rinaldo, destinato a proteggere la Chiesa e Roma, e a ottenere l'ultima vittoria cristiana.

Personaggi: SolimanoIsmeno - il re Aladino - ArganteOrcanoClorinda – i campioni di Armida – i campioni di TancrediPietro l’EremitaGuglielmo (figlio del re d’Inghilterra)

Indice

  1. Solimano in fuga
  2. Il consiglio di Ismeno
  3. Il consiglio di Aladino
  4. La narrazione di Guglielmo
  5. La profezia di Pietro l’Eremita

Solimano in fuga

All’inizio del canto, Solimano è paragonato ad un lupo che, non ancora sazio di prede, è costretto a fuggire dall’ovile. Ha perduto l’orribile elmo, ha le vesti lacerate ed è molto stanco, ma è sempre avido di sangue cristiano. Scorgendo un cavallo, vi sale sopra e si incammina, sotto una pioggia di dardi, lungo una via deserta, con l’intento di recarsi dal re d’Egitto per unire i due eserciti.

Il consiglio di Ismeno

Arrivata la sera, si ferma sotto una palma per riposare e nel sonno sente una voce che lo rimprovera di riposare in una terra che è schiava di gente straniera e che non dà sepoltura ai suoi compagni morti in battaglia. Si sveglia e vede davanti a sé un vecchio. Costui gli consiglia di non recarsi dal re d’Egitto, bensì di entrare in Gerusalemme e cercare di difendere la città, finché non arriverà l’esercito egiziano. Quindi il vecchio cura le ferite di Solimano con un unguento portentoso e i due salgono su di un carro velocissimo che muove verso la pianura, circondato da una nuvola in tal modo che, senza essere visti, i due possano vedere ciò che accade intorno a loro. Il vecchio è Ismeno, uno studioso di arti magiche. Egli annuncia a Solimano che presto un suo discendente, il Saladino, regnerà in Egitto ed in Asia con grande giustizia e ricaccerà i Cristiani. A sentire queste parole, Solimano prova gioia, ma anche tanta invidia.

Il consiglio di Aladino

Giunti presso Gerusalemme, il carro si dilegua ed i due proseguono a piedi, sempre circondati dalla nube che li rende invisibili. Giungono in prossimità di una grotta che Ismenio dice di essere stata scavata da Erode per collegare segretamente la Torre Antonia al tempio di Salomone; ora essa conduce al luogo in cui il re Aladino ha radunato i più saggi del regno. I due entrano nella grotta ed arrivano nella sala del consiglio in cui Aladino si sta consultando con i suoi consiglieri e qui i due assistono alla scena, non visti. Mentre Aladino è incerto sul da farsi, Argante è del parere che sia necessario riprendere la guerra contro i Cristiani, senza attendere l’arrivo delle truppe egiziane. Orcano, uomo di alta nobiltà, un tempo valoroso soldato, dubita che i soccorsi arrivino ed è propenso a venire a patto con i Crociati come ha fatto il re di Tripoli che, così, ha potuto salvare il suo regno. Invece, continua, il sultano di Nicea si è ostinato ed ora sta espiando la sua decisione con l’esilio, la prigione e la morte. A queste parole, Solimano non può più trattenere la sua ira e Ismeno squarcia improvvisamente la nube che lo nasconde. Così Solimano appare in mezzo alla sala, minacciando di morte chiunque parli di pace con i Cristiani ed offre i suoi servizi al re Aladino che lo fa sedere alla sua sinistra. Tutti i cavalieri presenti si affrettano a rendergli omaggio, prima fra tutti Clorinda. Gli unici che non vanno ad onorarlo sono Argante ed Orcano, l’uno mosso dall’invidia e l’altro dalla vergogna.

La narrazione di Guglielmo

Intanto, nel campo cristiano, Goffredo dopo aver dato sepoltura ai morti in battaglia, fa venire a sé i campioni di Armida e di Tancredi, poiché ha saputo che il loro ruolo è stato decisivo per l’esito del recente scontro. E’ presente anche Pietro l’Eremita. Egli invita qualcuno di essi a narrare le loro avventura e dopo un po’, preso di vergogna, inizia la narrazione Guglielmo, figlio del re d’Inghilterra. Egli narra che i cavalieri non designati dalla sorte per far parte della scorta di Armida, si erano uniti ai dieci campioni prescelti; dopo un lungo cammino erano giunti sulle rive del Mar Morto dove un tempo sorgevano le due città di Sodoma e Gomorra. In mezzo a questa palude sorge un castello in cui vi è tutto ciò che può soddisfare l’occhio e gli altri sensi. Qui Armida ha mostrato loro la sua potenza, mostrando come fosse in grado di cambiare gli uomini in pesci e di far riprendere loro le sembianze umane ed ha minacciato di trasformare i Crociati in esseri inanimati, qualora essi non avessero abiurato al Cristianesimo ed accettato la religione musulmana. Poiché tutti rifiutano, eccetto Rambaldo, essi sono gettati in un’orrenda prigione ed anche Tancredi, arrivato più tardi, segue la stessa sorte. Poco dopo giunse Idraote, signore di Damasco che ottenne il permesso di portare i prigionieri in catene al re d’Egitto, con una scorta di cento guerrieri. Durante il viaggio, però, essi incontrarono Rinaldo che, con grande valore, riuscì a liberare tutti. Quindi non è vero che Rinaldo sia morto. Il figlio del re d’Inghilterra termina il suo racconto dicendo che, attualmente, Rinaldo, insieme ad un pellegrino, è in cammino verso Antiochia.

La profezia di Pietro l’Eremita

A questo punto interviene Pietro l’Eremita che svela le future glorie di Rinaldo e dei suoi discendenti. Questa è la sua profezia: Rinaldo è vivo ed il Cielo gli riserva l’ultima vittoria cristiana; verrà un tempo in cui l’aquila d’argento di Rinaldo proteggerà la Chiesa e Roma, combattendo contro l’Impero. I suoi discendenti proteggeranno sempre la Chiesa contro gli imperatori, ingiusti e ribelli.

Domande da interrogazione

  1. Qual è la situazione iniziale di Solimano nel testo?
  2. All'inizio del canto, Solimano è paragonato a un lupo in fuga, stanco e con le vesti lacerate, ma ancora avido di sangue cristiano. Fugge sotto una pioggia di dardi con l'intento di unirsi all'esercito del re d'Egitto.

  3. Cosa consiglia Ismeno a Solimano?
  4. Ismeno consiglia a Solimano di non recarsi dal re d'Egitto, ma di entrare a Gerusalemme per difendere la città fino all'arrivo dell'esercito egiziano. Ismeno cura le ferite di Solimano e lo accompagna in un viaggio invisibile verso Gerusalemme.

  5. Qual è il dibattito nel consiglio di Aladino?
  6. Nel consiglio di Aladino, Argante propone di riprendere la guerra contro i Cristiani senza attendere le truppe egiziane, mentre Orcano suggerisce di negoziare la pace con i Crociati. Solimano, infuriato, si manifesta e minaccia chiunque parli di pace, offrendo i suoi servizi ad Aladino.

  7. Cosa racconta Guglielmo riguardo ai cavalieri cristiani?
  8. Guglielmo narra che i cavalieri, dopo essere stati catturati da Armida e minacciati di trasformazione, rifiutano di abiurare il Cristianesimo. Vengono imprigionati, ma successivamente liberati da Rinaldo, che si dimostra ancora vivo e valoroso.

  9. Qual è la profezia di Pietro l’Eremita su Rinaldo?
  10. Pietro l’Eremita profetizza che Rinaldo è destinato a ottenere l'ultima vittoria cristiana e che i suoi discendenti proteggeranno la Chiesa e Roma contro gli imperatori ingiusti e ribelli, simboleggiati dall'aquila d'argento.

Domande e risposte

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