Concetti Chiave
- L'accostamento dei componimenti di Marino mette in luce la varietà del reale attraverso la rappresentazione di due bellezze femminili completamente diverse, una pallida gentildonna e una donna nera esotica.
- Nel madrigale "Pallore di bella donna", l'uso di metafore e colori evanescenti crea un'atmosfera di incorporeità e languore, enfatizzando un abbandono sentimentale attraverso una tonalità flebile e carezzevole.
- "Bella schiava" si distingue per l'uso di ossimori e antitesi, esaltando la bellezza della donna nera attraverso contrasti forti e audaci metafore, sfidando i canoni tradizionali di bellezza.
- Marino utilizza soluzioni metriche innovative, rompendo con la tradizione petrarchesca attraverso un ritmo musicale frastagliato e l'uso di enjambement per creare una narrazione dinamica.
- Il poeta reinventa elementi della tradizione, studiando variazioni sorprendenti sui canoni estetici femminili, mostrando un ventaglio di bellezze diverse e novità eccentriche.
Indice
Contrasti di bellezza
Nel primo testo antologizzato si loda il pallido viso di una gentildonna, oggetto di accostamenti metaforici languidi e dolci, tutti giocati sul tema del bianco; nel secondo, invece, viene celebrata la bellezza esotica di una donna nera, il cui corpo richiama la sensualità della passione amorosa. L'accostamento dei due componimenti mostra la propensione di Marino a indagare l'infinita varietà del reale: qui è l'universo femminile a fornire la materia per confezionare un elogio di due tipologie estetiche del tutto differenti.
Evanescenza e sensualità
In "Pallore di bella donna" l'effetto cromatico evanescente pare distendersi su tutto il mondo esterno alla fanciulla, che irradia un diafano alone di incorporeità sulle tinte dell'alba e della rosa, destinate a sbiadire.
Metafore e ossimori
In "Bella schiava", invece, lo splendore nero della bellezza della serva offusca la luce del sole, il candore dell'avorio e la vivacità della porpora (tutte metafore petrarchesche per indicare la bellezza della donna bianca).
In "Pallore di bella donna" lo scoloramento contagia lo stesso poeta innamorato, che agogna una sorta di abbraccio languido con la donna: l'esclamazione finale accentua la sensazione di uno spossato e passionale abbandono sentimentale, accompagnato da pause lunghe e sospiri. Tutto il madrigale è caratterizzato da una tonalità flebile e carezzevole, conferita dagli appellativi metaforici della donna (sole, v. 1; viole, v. 5), dalla ricorrenza dell'aggettivo dolce (vv. 2, 5 e 9) e dall'anafora del vezzeggiativo pallidetta, vera parola chiave da accostare come figura etimologica a pallori (v. 2), pallide (v. 5) e impallidisca (v. 9).
Innovazione stilistica di Marino
Il primo, apparente modello di riferimento è Petrarca, autore di quattro madrigali del Canzoniere. Anche le soluzioni metriche segnano una marcata discontinuità rispetto alla tradizione petrarchesca: non si trovano qui endecasillabi ordinati in due o tre terzine, ma settenari ed endecasillabi che si dispongono in modo da creare un ritmo musicale frastagliato, accentuato anche dalla presenza degli enjambement.
"Bella schiava" è invece costruita sugli ossimori e sulle antitesi (leggiadro mostro, v. 2; Fosca è l'alba, v. 3; luce [...] di tenebroso inchiostro, v. 7; di spento carbon [...] arsura, v. 8; Servo di chi m'è serva, v. 9; bruno laccio opposto a candida man, vv. 10 e 11), a partire dal contrasto più forte, quello iniziale, sottolineato dal ma (v. 1), tra la pelle scura e il concetto tradizionale di bellezza. Anche sul piano della struttura sintattica si ripete lo stesso gioco di corrispondenze antitetiche: a questo fine Marino si serve di due chiasmi, ai vv. 3-4 (l'alba appo te [...] / presso l'ebeno tuo l'avorio e l'ostro) e ai vv. 7-8.
D'altronde, tutto il componimento tende all'enfatizzazione: le associazioni ardite si susseguono l'una all'altra, come quando, al v. 8, lo spento carbon (metafora per indicare il colore della pelle della schiava) paradossalmente brucia; o come quando, nei versi finali, il poeta designa l'amata con un altro paradosso come un sole. L'identificazione dell'amata con il sole è di ascendenza petrarchesca; all'autore del Canzoniere rimandano inoltre altre espressioni (quella della donna-portento, per esempio, compare al v. 5 del sonetto 347, Donna che lieta col Principio nostro: «o de le donne altero e raro mostro»). In Marino, tuttavia, ogni eredità della tradizione viene riutilizzata non per imitare, ma per studiare stupefacenti variazioni sul tema. Così la bellezza muliebre, tipizzata dalla tradizione in un canone fisso, presenta qui un ventaglio di tipologie diverse, ognuna delle quali contiene qualche elemento di eccentrica novità.
Domande da interrogazione
- Quali sono i temi principali esplorati nei componimenti di Marino?
- Come viene descritta la bellezza nel componimento "Pallore di bella donna"?
- In che modo "Bella schiava" utilizza ossimori e antitesi?
- Qual è l'innovazione stilistica di Marino rispetto alla tradizione petrarchesca?
- Come Marino reinterpreta la tradizione poetica nel suo lavoro?
Marino esplora la bellezza femminile attraverso contrasti di bellezza, evanescenza e sensualità, utilizzando metafore e ossimori per esprimere l'innovazione stilistica.
La bellezza è descritta attraverso un effetto cromatico evanescente che si estende al mondo esterno, con un tono flebile e carezzevole, accentuato da appellativi metaforici e l'uso dell'aggettivo "dolce".
"Bella schiava" è costruita su ossimori e antitesi, come "leggiadro mostro" e "Fosca è l'alba", per enfatizzare il contrasto tra la pelle scura e il concetto tradizionale di bellezza.
Marino si discosta dalla tradizione petrarchesca utilizzando settenari ed endecasillabi in modo da creare un ritmo musicale frastagliato, con enjambement e associazioni ardite.
Marino reinterpreta la tradizione poetica non per imitare, ma per creare variazioni stupefacenti sul tema della bellezza, presentando un ventaglio di tipologie diverse con elementi di novità.