Concetti Chiave
- Il sonetto "Vo a caccia e in traccia di parole, e pescole" utilizza una struttura metrica complessa con endecasillabi sdruccioli e rime interne, seguendo lo schema ABBA, ABBA, CDC, DCD.
- Questo sonetto appartiene alla poetica barocca della "meraviglia", caratterizzato da virtuosismi verbali e l'uso di termini desueti e inusuali per stupire il lettore.
- Il poeta esprime una polemica contro il purismo linguistico dell'Accademia della Crusca, difendendo le sue scelte linguistiche originali.
- L'autore esplora parole desuete, ripulendole e presentandole come preziose innovazioni linguistiche, nonostante le critiche dei puristi.
- Il sonetto evidenzia il valore dell'innovazione linguistica e incoraggia a non temere le critiche dei tradizionalisti, ma a valorizzare le parole come perle.
Leporeambo alfabetico duodecasillabo trisono satirico irrepetito
Vuole asteriscare le sue parole nuove
escole, iscole, oscole, uscole
Vo a caccia e in traccia di parole, e pescole
Dal rio del cupo oblio, le purgo, e inciscole,
Poi con ingegni degni conferiscole,
Che a vederle son perle e non baltrescole.
Da ferrugine e rugine rinfrescole
E da la muffa e ruffa antica spriscole;
Poi con indici ai sindici asteriscole,
E senza stento a mille, a cento accrescole.
Dalle muraglie d’anticaglie sboscole,
Minime, semiminime, e minuscole,
E sappi il mondo attondo che io conoscole.
Ciarlino pure le censure cruscole,
Ché a genti intelligenti e a torme toscole
Le vo’ mettere a lettere maiuscole.
• Leporeambo = si tratta di un sonetto in endecasillabi, caratterizzato dalla presenza di rime in cui la terz’ultima sillaba è tonica e la terminazione rimane identica:
péscole/incìscole/conferìscole/baltréscole/rinfréscole/sprìscole/asterìscole/accréscole/sbòscole/minùscole/conòscole/crìscole/tòscole/maiùscole
• Alfabetico = questo leporeambo si chiama alfabetico perché le vocali toniche delle rime sono in ordine alfabetico (e, i, o, u)
• Duodecasillabo = si tratta di un endecasillabo sdrucciolo, cioè che conta 12 sillabe e in cui l’ultima parola ha l'accento sulla terz’ultima sillaba.
• Trisono = perché in ciascun verso abbiamo due rime interne + una finale.
Esempio: caccia/traccia – pescole, rio/oblio – inciscole, ingegni/degni – conferiscole
• Satirico = perché il contenuto del sonetto è polemico contro i pedanti ed i sostenitori dell’Accademia della Crusca.
• Irrepetito = nessuna delle parole che costituiscono la rima viene ripetuta.
Descrizione del Sonetto
Vado a caccia e in cerca di parole, e le pesco
Nel cupo fiume dell’oblio, le ripulisco, e le modifico
Poi le sottopongo al giudizio di persone degne di considerazione,
Tanto che a vederle sembrano perle e non cose insignificanti
Le ripulisco dalla ruggine [del tempo]
E le ringiovanisco, togliendo loro la muffa e la vecchia sporcizia
Poi dopo averle evidenziate con un asterisco
E con fatica le moltiplico per cento e per mille, le propongo ai revisori
Le libero dalle anticaglie che le ricoprono
Per quanto si tratti di parole insignificanti
Per far sapere al mondo tutto intorno che io le conosco.
Parlino pure a vuoto i censori dell’Accademia della Crusca
Poiché, tanto per le persone intelligenti che per la folla di puristi toscani
Io le voglio, comunque, evidenziare.
Contesto Storico e Poetico
Il sonetto, costruito sullo schema ABBA, ABBA, CDC, DCD, e pubblicato nel 1652, si colloca all’interno della poetica barocca della “meraviglia”, fondata non tanto sulla metafora legata ad un concetto (non sempre di facile comprensione) quanto, piuttosto, su tutta una serie di virtuosismi verbali che prevedono l’uso a termini desueti, obsoleti, inusuali e perfino bizzarri. Per colpire e stupire il lettore, il poeta ricorre a giochi fonico-ritmici come l’omogeneità delle rime e l’abbondanza di rime interne e questo nel pieno rispetto di quanto afferma G. B. Marino: “del poeta è il fin la meraviglia, chi non sa vada alla striglia”.
La trama fonica viene enfatizzata dalla presenza di rime sdrucciole che hanno, come conseguenza, la duplicazione dell’effetto della rima.
Il poeta intende da un lato, difendere le sue originali scelte linguistiche e, dall’altro, polemizzare contro i pedanti e i sostenitori delle regole imposte dall’Accademia della Crusca i cui sostenitori vengono chiamati “cruscanti”. L’Accademia aveva lo scopo di sostenere il purismo linguistico, che veniva identificato con il fiorentino del XIV secolo da distinguere da tutto il resto, paragonato alla “crusca”. Leporeo va alla ricerca di parole diventate desuete o di termini che sono disprezzati dai critici pedanti ( chiamati “sindaci” in tono scherzoso) e dai puristi perché forme non toscane; del suo lavoro linguistico è molto fiero e non si cura minimamente (“ ciarlino pure….”) della reazione di chi vorrebbe mantenere lo “status quo”e non accetta le innovazioni che egli propone.
Domande da interrogazione
- Qual è lo scopo principale del sonetto "Vo a caccia e in traccia di parole, e pescole"?
- Che tipo di struttura metrica caratterizza il sonetto?
- Quali sono le caratteristiche stilistiche che definiscono il sonetto come appartenente alla poetica barocca?
- Come l'autore del sonetto si rapporta con l'Accademia della Crusca e i suoi sostenitori?
- Qual è il messaggio che l'autore vuole trasmettere riguardo all'innovazione linguistica?
Lo scopo principale del sonetto è difendere le scelte linguistiche originali dell'autore e polemizzare contro i pedanti e i sostenitori del purismo linguistico imposto dall'Accademia della Crusca.
Il sonetto è caratterizzato da una struttura metrica complessa, con endecasillabi sdruccioli che contano 12 sillabe, rime interne e finali, e segue lo schema ABBA, ABBA, CDC, DCD.
Le caratteristiche stilistiche che lo definiscono barocco includono l'uso di virtuosismi verbali, termini desueti, obsoleti e bizzarri, e giochi fonico-ritmici per colpire e stupire il lettore, in linea con la poetica della "meraviglia".
L'autore polemizza contro l'Accademia della Crusca e i suoi sostenitori, chiamati "cruscanti", difendendo le sue scelte linguistiche innovative e criticando il loro purismo linguistico.
L'autore vuole trasmettere che l'innovazione linguistica è preziosa e necessaria, e che non si deve temere la critica dei puristi o dei pedanti, ma piuttosto valorizzare le parole desuete e inusuali come perle linguistiche.