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Concetti Chiave

  • Giambattista Vico nacque nel 1668 a Napoli e ottenne la cattedra di Retorica nel 1699 presso l'Università di Napoli.
  • Nel 1725 pubblicò "Principi di una scienza nuova", un'opera che esplora la sapienza degli antichi popoli attraverso una nuova disciplina scientifica.
  • Vico criticava la filosofia cartesiana, opponendosi all'idea che la certezza della conoscenza risieda solo nell'evidenza e nella dimostrazione razionale.
  • Egli propose il criterio "della conversione del conoscere col fare", affermando che la vera conoscenza deriva dalla creazione o costruzione dell'oggetto da parte del soggetto.
  • Vico attribuiva valore scientifico alla matematica come costruzione umana, mentre negava lo stesso valore a discipline come metafisica e teologia.

Indice

  1. La vita e carriera di Vico
  2. Opere e contributi di Vico
  3. La Scienza Nuova e la sua importanza
  4. Critica a Cartesio e nuove concezioni
  5. Il criterio della conversione del conoscere

La vita e carriera di Vico

Giambattista Vico nacque nel 1668 a Napoli da una famiglia modesta. Nel 1699 ottenne la cattedra di Retorica nell’Università della sua città. Al suo insegnamento universitario si collegano le cinque Orazioni inaugurali, fra le quali ricordiamo il trattato De nostri temporis studiorum ratione (1708).

Opere e contributi di Vico

Nel 1710 pubblicò il De antiquissima italorum sapientia, nella quale tentò di far luce sulle concezioni dei primi popoli italici (Ioni ed Etruschi), ricavandole dallo studio di alcune parole che dalla loro lingua sarebbero passate in quella latina.

La Scienza Nuova e la sua importanza

Nel 1725, negli anni della piena maturità, scrisse e dette alle stampe un’opera in cui presentava le proprie ricerche sulla sapienza degli antichi popoli sotto forma di disciplina scientifica nuova e mai esplorata fino ad allora. L’opera aveva per titolo Principi di una scienza nuova intorno alla comune natura delle nazioni. Prendendo a modello il testo di Cartesio, Discorso sul metodo, Vico scrisse la sua Autobiografia (1725) in cui tracciava una storia del suo progresso intellettuale culminato nella Scienza nuova. A giudizio degli storici, questo testo non è un documento fedele della sua vita, perché l’autore riporta gli eventi con molte lacune dovute alla memoria. Cinque anni più tardi Vico pubblicò una nuova edizione della Scienza nuova completamente rielaborata. Vico elaborò una concezione intorno ai caratteri della storia in base alla quale i soggetti costruttori della storia sono gli uomini: gli uomini non sono niente al di fuori della storia che essi costruiscono.

Critica a Cartesio e nuove concezioni

Vico scrive in polemica contro la pretesa di Cartesio e dei cartesiani di fondare la certezza della conoscenza solo sull’evidenza e sulla dimostrazione razionale. Questa pretesa comportava, come conseguenza, di trascurare lo studio delle manifestazioni umane dentro la storia in quanto sarebbero prive di certezza, non suscettibili di una considerazione rigorosa.

Il criterio della conversione del conoscere

Vico negava il valore scientifico a molte discipline perché erano giustificate dal criterio di evidenza che lui rifiutava. Stabilì un nuovo criterio che chiamò “della conversione del conoscere col fare”, in base al quale la vera conoscenza di un oggetto è possibile solo da parte di un soggetto che crea o costruisce l’oggetto in questione. Dio e l’uomo possono conoscere con verità solo ciò che fanno. Vico rifiutava le scienze preferite da Cartesio (metafisica, teologia e fisica) e dava valore solo alla matematica, alla quale concedeva di avere un fondamento e una giustificazione filosofica. La matematica è una costruzione dell’uomo che crea i numeri e le grandezze e con quelle opera, creando i risultati.

Il criterio di Vico aprì alla considerazione metodica e rigorosa, oltre il campo delle ricerche matematiche, anche quello della storia in quanto opera dell’uomo.

Domande da interrogazione

  1. Qual è stato il contributo principale di Giambattista Vico alla filosofia?
  2. Vico ha introdotto la "Scienza Nuova", una disciplina che esplora la sapienza degli antichi popoli e sostiene che la storia è costruita dagli uomini, ponendo l'accento sull'importanza delle manifestazioni umane nella storia.

  3. In che modo Vico ha criticato Cartesio?
  4. Vico ha criticato Cartesio per la sua enfasi sull'evidenza e la dimostrazione razionale come uniche basi della certezza della conoscenza, trascurando lo studio delle manifestazioni umane storiche.

  5. Cosa intende Vico con il "criterio della conversione del conoscere col fare"?
  6. Vico sostiene che la vera conoscenza di un oggetto è possibile solo per un soggetto che crea o costruisce l'oggetto stesso, rifiutando il valore scientifico delle discipline basate solo sull'evidenza.

  7. Quali discipline Vico considerava di valore e perché?
  8. Vico attribuiva valore alla matematica, poiché la considerava una costruzione dell'uomo con un fondamento e una giustificazione filosofica, a differenza di altre scienze preferite da Cartesio come la metafisica e la teologia.

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