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Concetti Chiave

  • Il dialogo critica il principio di autorità, ridicolizzando i seguaci di Aristotele per la loro cieca fede nelle teorie passate.
  • Simplicio, rappresentante degli aristotelici, è descritto come ottuso e incapace di elaborare idee proprie, affidandosi solo a testi antichi.
  • Sagredo sottolinea l'assurdità di interpretare i testi di Aristotele in modo da fargli dire qualsiasi cosa, come accade con Virgilio e Ovidio.
  • Salviati non contesta Aristotele stesso, ma critica i suoi seguaci per aver dato alle sue teorie un valore assoluto e immutabile.
  • Il dialogo condanna il dogmatismo degli aristotelici, che preferiscono negare le evidenze piuttosto che mettere in discussione le idee tradizionali.

Indice

  1. Critica al principio di autorità
  2. Simplicio e l'ironia di Galilei
  3. Sagredo e l'aneddoto paradossale
  4. Simplicio e il metodo di Aristotele
  5. Sagredo e la combinazione lessicale
  6. Salviati e l'importanza storica di Aristotele
  7. Condanna del dogmatismo aristotelico
  8. Sagredo e la necessità di guida

Critica al principio di autorità

Nel brano, con cui inizia la Seconda giornata del dialogo, è condotta una rigorosa contestazione nei confronti del principio di autorità, che ridicolizza i seguaci di Aristotele. Questi sono accusati di tradire la dignità della scienza, che non può accettare passivamente le conclusioni del passato ma, praticata da chi ha gli occhi nella fronte e nella mente, deve avventurarsi coraggiosamente, con il soccorso della ragione, lungo i sentieri ignoti della conoscenza.

Simplicio e l'ironia di Galilei

All'inizio del brano Galilei fa affermare a Simplicio che rumina. Ruminare ha un'inflessione ironica, in quanto si riferisce alla masticazione degli animali erbivori, ottusi e stupidi: Simplicio è quindi un povero ottuso, che continua a ruminare un cibo già triturato da altri.

Sagredo e l'aneddoto paradossale

Simplicio si appella nuovamente al principio di autorità facendo ridere Sagredo che per confutare l'ipse dixit aristotelico, quel principio in cui crede ciecamente Simplicio, racconta un aneddoto che pone l'accento sul paradosso di chi, anche contro l'evidenza delle cose, continua testardamente a prestare fede alle sue errate convinzioni. Di fronte all'impeccabile dimostrazione, fatta per mezzo di una dissezione da un medico, che i nervi traggono la loro origine dal cervello, l'intransigente peripatetico afferma voi mi avete fatto veder questa cosa talmente aperta e sensata, che quando il testo d'Aristotele non fusse contrario [...], bisognerebbe per forza confessarla per vera. Il peripatetico quindi, poichè mi ha dimostrato la questione, se Aristotele non dicesse che i nervi partono dal cuore, vi crederei. L'aristotelico quindi di fronte alla logica stringente della ragion contrappone il principio di autorità.

Simplicio e il metodo di Aristotele

Simplicio, spiazzato sostiene che la verità dei testi di Aristotele vada cercata collegando fra loro osservazioni sparse fra le varie opere, anche quando singolarmente si riferiscono a realtà diverse fra loro. Afferma quindi che il metodo di Aristotele non sia lineare, ma perturbato che però, riunendo le varie frasi, tratti di qualunque cosa.

Sagredo e la combinazione lessicale

Sagredo ribattee dicendo che è come fargli dire ciò che più mi piace, è sufficiente allenarsi nella combinazione lessicale per far dire qualunque cosa a un autore, prende in esempio Virgilio e Ovidio, gli basterebbe anche il solo alfabeto per poter affermare qualunque cosa, dagli elementi base ricavo qualsiasi elemento. Si fece questo anche in epoca cristiana: si è fatta profetizzare la nascita di Cristo a Virgilio. Secondo quest'ottica si potrebbe anche affermare che un blocco di marmo contiene mille bellissime statue, ma il punto sta a saperle scoprire. Questa è anche l'attitudine di coloro che fanno per esempio l'oroscopo, sempre molto generico in modo che sia adattabile ad ogni realtà. Simplicio ribattee dicendo che non queste affermazioni gli sembra che non stiano rispettando Aristotele.

Salviati e l'importanza storica di Aristotele

Salviati non cotesta però l'importanza di Aristotele ma accusa i suoi seguaci di aver attribuito un valore assoluto alle sue teorie, finendo per tradire l'autenticità del suo insegnamento, che va riportato alla sua concreta dimensione storica, per coglierne la reale importanza. Attribuendogli un valore indiscutibile e universale, gli aristotelici hanno tradito il maestro, che, se fosse vissuto nei tempi presenti, avrebbe preso atto delle nuove scoperte e invenzioni, perchè, essendo un vero scienziato, di fronte all'evidenza dell'esperienza sensata, avrebbe modificato le proprie teorie.

Condanna del dogmatismo aristotelico

Vi è un mutamento del tono: vibrante e sdegnosa si la polemica nei confronti di chi ripete idee passivamente acquisite, rinunciando alle più alte prerogative della natura umana e rifiutando di conseguenza ogni confronto, ma servendosi dell'autorità altrui per serrar la bocca all'avversario. Gli aristotelici vengono infatti descritti come pusillanimi, deboli, privi del coraggio di mettere in gioco le loro idee. Questa è una netta condanna di quel dogmatismo che rappresenta la negazione di ogni ricerca scientifica e filosofica. Gli aristotelici piuttosto che cambiare qualcosa di quello che ha detto Aristotele preferiscono negare i cambiamenti del cielo.

Sagredo e la necessità di guida

Simplicio ribatte dicendo che se non può considerare Aristotele da quale autore deve prendere riferimento. Sagredo afferma che l'uomo necessita di guida solo se cieco e se uno è cieco che si pronunci nemmeno, la cautela che era caratteristica di Galilei non c'è, non ne può più.

Domande da interrogazione

  1. Qual è la critica principale rivolta al principio di autorità nel testo?
  2. Il testo critica il principio di autorità ridicolizzando i seguaci di Aristotele, accusandoli di tradire la dignità della scienza che dovrebbe basarsi sulla ragione e l'esplorazione, piuttosto che accettare passivamente le conclusioni del passato.

  3. Come viene utilizzata l'ironia da Galilei nel dialogo con Simplicio?
  4. Galilei utilizza l'ironia facendo affermare a Simplicio che "rumina", paragonandolo a un animale ottuso che mastica cibo già triturato, sottolineando la sua incapacità di pensare in modo critico e indipendente.

  5. Qual è l'atteggiamento di Sagredo verso il metodo di Aristotele?
  6. Sagredo critica il metodo di Aristotele, sostenendo che si può far dire qualunque cosa a un autore attraverso la combinazione lessicale, e che questo approccio è simile a quello degli oroscopi, adattabile a qualsiasi realtà.

  7. Qual è la posizione di Salviati sull'importanza di Aristotele?
  8. Salviati riconosce l'importanza storica di Aristotele ma critica i suoi seguaci per aver attribuito un valore assoluto alle sue teorie, tradendo l'autenticità del suo insegnamento che dovrebbe essere contestualizzato storicamente.

  9. Come viene descritta la condanna del dogmatismo aristotelico nel testo?
  10. Il testo condanna il dogmatismo aristotelico come una negazione della ricerca scientifica e filosofica, descrivendo gli aristotelici come pusillanimi e deboli, incapaci di mettere in discussione le loro idee e preferendo negare i cambiamenti piuttosto che modificare le teorie di Aristotele.

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