Concetti Chiave
- Matteo Palmieri, nel suo trattato "De vita civile", esplora il profilo dell'uomo ideale attraverso un dialogo tra personaggi, analizzando educazione, famiglia e doveri civici.
- L'opera sottolinea l'importanza dell'utilità, dell'operosità e della ricchezza, culminando con l'idea di una ricompensa celeste per chi opera per il bene comune.
- Palmieri si ispira all'etica classica di Cicerone, dimostrando come il richiamo al passato serva agli umanisti per affrontare le sfide contemporanee.
- Per raggiungere la "somma e perfetta gloria", l'uomo deve guadagnarsi l'amore del popolo, dimostrarsi affidabile e essere ammirato come degno di onore.
- L'eloquenza è valorizzata come strumento per ottenere rispetto e riconoscenza, inserendosi nel contesto del dibattito umanistico del tempo.
Indice
Il profilo dell'uomo ideale
Nel corso del XV secolo, all’interno del dibattito sulla dignità dell’uomo, viene affrontato il problema di quale deve essere il profilo dell’uomo ideale. Lo scrittore che se ne occupa maggiormente è Matteo Palmieri, nell’opera De vita civile. Egli nacque a Firenze nel 1406.
Pur esercitando la professione di speziale, si consacrò in modo assiduo agli studi letterari e, essendo seguace dei Medici, ricoprì diversi incarichi politici.Struttura del De vita civile
Il trattato De vita civile è articolato in quattro libri ed è redatto in sotto forma di dialogo tra Francesco Sacchetti, Luigi Guicciardini e Agnolo Pandolfini. A quest’ultimo, i primi due chiedono dei consigli e delle regole da seguire nel comportamento in società. Nel primo libro vengono esaminati i problemi dell’educazione dei fanciulli, nel secondo e nel terzo si discute della famiglia, di quali siano le doti ideali della moglie e dei doveri del cittadino sia in pace che in guerra. Il quarto libro riguarda il concetto di utilità, esalta l’operosità e la ricchezza e si conclude con una sorta di visione in cui coloro che in vita hanno operato per il bene comune, una volta morti li aspetta una ricompensa celeste.
L’uomo ideale delineato da Matteo Palmieri richiama per le sue qualità morali e per il suo comportamento un’immagina che già era stata elaborata, secondo l’etica del mondo classico, da Cicerone. Questo fatto è molto importante perché dimostra come agli umanisti il ritorno al passato serve per gestire le battaglie del presente. Nel capitolo IV, l’autore procede con una grande chiarezza argomentativa e espositiva, pur riconducendo all’interno della sua riflessine delle osservazioni marginali e di poca importanza come il numero di invitati ad un banchetto.
Le tre strade per la gloria
Tre sono gli argomenti che egli affronta corrispondenti alle tre strade che l’uomo deve percorrere per raggiungere “La somma e perfetta gloria”. Esse sono:
1) Guadagnarsi l’amore e la benevolenza del popolo.
2) Essere, nella pratica e per l’opinione popolare buon e affidabile.
3) Essere ammirato dagli altri come una persona valida e degna di onore.
Benevolenza e inviti a banchetti
La benevolenza si acquista concedendo agli altri molti favori, intensi come incarichi, gratificazioni o aiuto. Se mancano le disponibilità finanziarie è sufficiente dimostrare di voler essere liberale e soprattutto ad essere disposti a servire il prossimo. La benevolenza si acquista anche e soprattutto con l’invito ad un banchetto. Questo consiglio ci può sembrare strano, la in realtà l’invito di questo tipo rientrava nelle consuetudini dell’epoca della classe sociale dominante. Gli invitati non devono essere meno di tre e non più di nove perché con un basso numero non si viene a creare quella cordialità e simpatia che si stabilisce fra i convitati. Nello stesso modo, se gli invitati sono numerosi la conversazione e la simpatia si disperdono con facilità. Il desco deve essere predisposto con cura, gli invitati non devono essere dei ciarloni, ma nemmeno restii a conversare. Non è conveniente parlare di argomenti futili e di difficile comprensione.
Affidabilità e reputazione
Un’altra strada è dimostrarsi affidabile. Questo obiettivo si raggiunge a condizione di dimostrarsi intelligenti e assegnati. L’autore ricorre spesso all’espressione “essere reputato”. Fra l’essere e il parere egli non vede alcuna differenza anche se ci fa capire che è utile, a volte, ricorrere all’astuzia per guadagnare la fiducia degli altri. Il tema del rapporto fra “parere” e “essere” verrà ripreso dal Machiavelli, anche se applicata a colui, il principe, destinato a reggere uno Stato. Quando certe caratteristiche come l’accortezza, la prontezza d’ingegno e l’astuzia, si ritiene che siano possedute da un uomo non buono, come conseguenza si ha la diffidenza e l’astio da parte del popolo.
Onore e eloquenza
Il terzo argomento consiste nell’essere considerato degno di onore. Sono stimati coloro che dicono cose fuori dal comune e disprezzati, invece, chi dice stupidaggini. Un siffatto comportamento porta a dei benefici: chi è difeso grazie all’eloquenza, porta riconoscenza. Questa affermazione dà importanza al “dire” e al “parlare” il che significa dare importanza al ruolo dell’eloquenza. Una simile argomentazione si inquadra alla perfezione nel dibattito umanistico
Domande da interrogazione
- Qual è il profilo dell'uomo ideale secondo Matteo Palmieri?
- Come è strutturato il trattato "De vita civile"?
- Quali sono le tre strade per raggiungere la gloria secondo Palmieri?
- In che modo si può acquisire benevolenza secondo il testo?
- Qual è l'importanza dell'eloquenza nel contesto dell'onore?
L'uomo ideale delineato da Matteo Palmieri è caratterizzato da qualità morali e comportamenti ispirati all'etica classica di Cicerone, dimostrando come il ritorno al passato serva agli umanisti per affrontare le sfide del presente.
"De vita civile" è articolato in quattro libri sotto forma di dialogo tra Francesco Sacchetti, Luigi Guicciardini e Agnolo Pandolfini, trattando temi come l'educazione, la famiglia, i doveri del cittadino e il concetto di utilità.
Le tre strade per raggiungere la gloria sono: guadagnarsi l'amore e la benevolenza del popolo, essere considerato affidabile e degno di fiducia, e essere ammirato come persona valida e degna di onore.
La benevolenza si acquisisce concedendo favori, dimostrando liberalità e servendo il prossimo, e attraverso inviti a banchetti, che devono essere ben organizzati e con un numero adeguato di invitati.
L'eloquenza è fondamentale per essere considerati degni di onore, poiché chi sa esprimersi bene è stimato e porta riconoscenza, sottolineando l'importanza del "dire" e del "parlare" nel dibattito umanistico.