Concetti Chiave
- L'Umanesimo è stato identificato nell'Ottocento come un fenomeno culturale dalla filologia tedesca e si concentra sulle humanae litterae, in contrasto con gli studia divinitatis e le philosophiae naturalis.
- Le humanae litterae si focalizzano sull'humanitas, un concetto derivato dalla paideia greca, che rappresenta l'ideale di un uomo razionale e formato alla vita e alla saggezza.
- L'humanitas è vista come il valore distintivo dell'uomo, che lo separa dalle bestie e dagli incolti, enfatizzando la cultura come coltivazione e formazione dell'individuo.
- L'Umanesimo considera l'uomo non solo come struttura fisiologica, ma come un essere in formazione, che dipende da un processo razionale e consapevole.
- La cultura, intesa come produzione storica, è vista come l'espressione più alta del valore umano e degli strumenti per la sua coltivazione.
Origini dell'umanesimo
L’Umanesimo fu designato come categoria storiografica (fenomeno culturale) dalla filologia tedesca dell’Ottocento, i cui riferimenti erano visti nei cultori delle humanae litterae: queste indicano l’oggetto di studio di un nuovo tipo di intellettuale, avente scarsa fortuna fino al Quattrocento; si contrappongono a due universi di studio, gli studia divinitatis (teologici o metafisici) e le philosophiae naturalis (scienze naturali), in quanto studi letterari incentrati sull'uomo, ma differenti dalla sociologia, antropologia e psicologia, che hanno l’uomo come oggetto diretto, le humanae litterae sono incentrate sull'humanitas (concetto derivante da paideia, “pace o formazione”, secondo l’idea greca di forma d’uomo, ovvero quell'ideale di uomo razionale, che esercita la ragione, corpo di una comunità con dei valori, che la tengono insieme e delimitano l’individuo, e formato alla vita, all'eroismo, alla saggezza: per primi i Greci hanno teorizzato questo valore, conferendogli forza, struttura e realizzandolo, posto a fondamento della civiltà), studiano gli strumenti della formazione e sono indispensabili per l’uomo, per la sua forma, per essere pienamente uomo.
Valore dell'humanitas
Considerano l’umanità come il valore specifico dell’uomo, cioè, ciò che lo distingue dalle bestie, dagli schiavi e dagli incolti, che vige ed esprime il valore dell’uomo in quanto individuo colto (cultus, “cultura, coltivazione”, come formazione), cioè capace di realizzarsi e di realizzare una misura (quella propria dell’uomo), una responsabilità, un autocontrollo, una consapevolezza, un sentimento civico, etc. L'humanitas è, quindi, l’umanità come soggetto di formazione: esprime la consapevolezza che l’uomo non è la sua struttura fisiologica o naturale, ma è ciò che deve essere, essere in formazione, che dipende da un processo razionale.
Strumenti di coltivazione umana
Gli strumenti per la coltivazione dell’uomo sono ciò che l’uomo ha prodotto di più alto nel tempo, quelle opere che ne hanno espresso il valore: la cultura, nel senso di produzione storica, come realizzazione storica della forma d’uomo.
Domande da interrogazione
- Qual è la definizione e l'origine dell'Umanesimo secondo il testo?
- In che modo l'humanitas differisce dagli studi tradizionali?
- Quali sono gli strumenti per la coltivazione dell'uomo secondo il testo?
L'Umanesimo è definito come una categoria storiografica designata dalla filologia tedesca dell'Ottocento, focalizzata sulle humanae litterae, che si contrappongono agli studia divinitatis e alle philosophiae naturalis, concentrandosi sull'humanitas.
L'humanitas si contrappone agli studi tradizionali teologici e naturali, concentrandosi sull'uomo e la sua formazione, basandosi sull'ideale greco di uomo razionale e comunitario, distinto da sociologia, antropologia e psicologia.
Gli strumenti per la coltivazione dell'uomo sono le opere culturali prodotte nel tempo, che esprimono il valore dell'uomo e rappresentano la realizzazione storica della sua forma.
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