Gerson Maceri
Ominide
4 min. di lettura
Vota 4 / 5

Concetti Chiave

  • Poggio Bracciolini si distinse nell'umanesimo per l'interesse verso le motivazioni psicologiche e comportamentali, piuttosto che per l'impegno politico.
  • Fu un abile scopritore di manoscritti classici, contribuendo al recupero di opere di Cicerone, Quintiliano e Lucrezio, e innovò la scrittura con la "littera antiqua".
  • Scrisse dialoghi su temi politico-filosofici, evidenziando l'inquietudine dei potenti e la nobiltà acquisita attraverso virtù e cultura, piuttosto che per nascita.
  • Partecipò al dibattito sulla lingua, opponendo l'idea di continuità culturale umanistica al classicismo rigoroso di Valla, e sperimentò il latino nelle "Facezie".
  • La sua "Historia Fiorentina" e i trattati polemici riflettono uno stile retorico e critico nei confronti di certi ordini monastici e delle vicende storiche.

Indice

  1. Poggio Bracciolini: Vita e Carriera
  2. Contributi Letterari e Filosofici
  3. Dibattito sulla Lingua e Satira

Poggio Bracciolini: Vita e Carriera

Poggio Bracciolini e le scoperte dei manoscritti: anche Poggio gravitava attorno al Salutati, ma era interessato non alla vita politica e all’impegno civile, bensì ad un’adesione realistica ai fatti del mondo, alle motivazioni psicologiche e comportamentali degli uomini. Nato a Terranuova in Valdarno nel 1380 e arrivato a Firenze a vent’anni, fu subito attratto dai programmi innovativi degli intellettuali fiorentini: nel 1403 andò a Roma e divenne segretario apostolico. Dal 1414 al 1417 partecipò al Concilio di Costanza (scisma d’Occidente). Il nuovo papa, Martino V, non lo confermò segretario e Poggio andò così in Inghilterra dove rimase fino al 1423. Poi tornò a Roma riottenendo il suo vecchio posto. Si dedicò alla ricerca di manoscritti nelle biblioteche dei monasteri svizzeri, francesi e tedeschi. Ritrovò molte opere classiche, di Cicerone, Quintiliano, Ammiano Marcellino e Lucrezio. L’attività di copista lo indusse a impiegare un nuovo tipo di scrittura corsiva, elegante e leggibile, ispirata alla minuscola carolina, detta “littera antiqua”, utilizzata per la produzione libraria del ‘400. Da Costanza scriveva lettere eterogenee, poi raccolte in un epistolario, agli amici umanisti.

Contributi Letterari e Filosofici

Vicende umane e letterarie di Poggio Bracciolini: (nel 1434 il nuovo papa Eugenio IV riparò con la curia a Firenze, dove nel 1439 si tenne un concilio per la riunificazione della chiesa greco-ortodossa. Il concilio, con l’incontro fra umanisti fiorentini, intellettuali della curia e dotti bizantini, costituì l’occasione per ampliare l’interesse verso la cultura greca).

Poggio, tornato a Firenze col papa, decise a 56 anni di sposarsi con una 18enne nobile fiorentina, che gli ispirò l’autoironico dialogo “sull’opportunità o meno del matrimonio in età matura”. Negli stessi anni scrisse due dialoghi di argomento politico-filosofico, il “De infelicitate principum”, sullo stato di inquietudine dei potenti contrapposta alla serenità dei letterati, e il “De nobilitate”, sul diffuso tema umanistico della nobiltà che non si eredita col sangue, ma si acquista con la virtù e la cultura. Il “De varietate fortunae”, dialogo in quattro libri, contiene riflessioni amare sullo scorrere inesorabile del tempo e sull’instabilità delle sorti umane. Nel 1443 il papa e la Curia potevano tornare a Roma. Alla morte di Eugenio IV fu eletto Niccolò V, papa umanista che favorì lo sviluppo degli studia humanitatis. Ma polemiche e incomprensioni convinsero Poggio a tornare a Firenze, dove per poco fu cancelliere prima di ritirarsi in una villa di campagna e morire nel 1459.

Dibattito sulla Lingua e Satira

Poggio e il dibattito sulla lingua: Negli ultimi anni di vita, Poggio Bracciolini si dedicò alla composizione di una “Historia Fiorentina” (1350-1455). Ma diversamente dal Bruni, egli concepisce la storia come un succedersi di vicende belliche, che descrive con uno stile di forte impronta retorica. Il dialogo è la forma letteraria preferita da Poggio e da molti scrittori del ‘400 per la trattatistica e la saggistica. Scrisse così anche due trattati polemici nei confronti di certi ordini monastici: il “De avaritia”, in cui ne denuncia l’avidità salvo riconoscere nel denaro un mezzo di avazamento sociale e civile; e il “Contra hypocritas”, in cui ne denuncia l’ipocrisia.

Nel 1450, Poggio si inserisce nel dibattito sulla lingua, impegnandosi in una dura polemica con Valla. Valla rappresentava il classicismo rigoroso, Poggio l’idea di continuità dell’Umanesimo rispetto alla millenaria tradizione culturale e linguistica. Questi temi, il ciceronianesimo e la polemica e la satira antifratesca si ritrovano nelle “Facezie”, una raccolta di brevi novelle in cui Poggio sperimenta tutte le categorie del comico, dalla battuta arguta, all’aneddoto, al raccontino salace, all’exemplum, al fine di dimostrare la vitalità del latino.

Domande da interrogazione

  1. Chi era Poggio Bracciolini e quale fu il suo contributo principale?
  2. Poggio Bracciolini era un umanista nato a Terranuova in Valdarno nel 1380, noto per la scoperta di molti manoscritti classici e per l'adozione di una nuova scrittura corsiva, la "littera antiqua".

  3. Quali furono le opere letterarie e filosofiche più significative di Poggio Bracciolini?
  4. Tra le opere più significative di Poggio ci sono i dialoghi "De infelicitate principum", "De nobilitate" e "De varietate fortunae", che trattano temi di inquietudine dei potenti, nobiltà acquisita con virtù e cultura, e l'instabilità delle sorti umane.

  5. In che modo Poggio Bracciolini partecipò al dibattito sulla lingua?
  6. Poggio partecipò al dibattito sulla lingua con una polemica contro Valla, sostenendo l'idea di continuità dell'Umanesimo rispetto alla tradizione culturale e linguistica, e sperimentò il comico nelle "Facezie".

  7. Quali furono le critiche di Poggio Bracciolini nei confronti degli ordini monastici?
  8. Poggio criticò gli ordini monastici nei trattati "De avaritia" e "Contra hypocritas", denunciando rispettivamente l'avidità e l'ipocrisia di tali ordini.

  9. Quale fu l'approccio di Poggio Bracciolini alla storiografia?
  10. Poggio concepì la storia come un susseguirsi di vicende belliche, descritte con uno stile retorico, come dimostrato nella sua "Historia Fiorentina".

Domande e risposte

Hai bisogno di aiuto?
Chiedi alla community