Concetti Chiave
- Leon Battista Alberti, nato a Genova nel 1404, fu un intellettuale del Rinascimento influenzato dall'umanesimo civile e dalle crisi economiche e politiche del suo tempo.
- Autore di trattati, molti dei quali in forma di dialoghi, Alberti scrisse opere sia in latino che in volgare, affrontando temi economici, civili e artistici.
- Con il De aedificatoria, Alberti introdusse un nuovo stile architettonico rinascimentale basato sull'armonia e l'integrazione di matematica e geometria.
- Nei suoi Dialoghi della famiglia, Alberti esplorò temi come l'educazione, l'amore e l'amicizia, utilizzando il volgare per raggiungere un pubblico più ampio.
- Il Momus, una delle sue ultime opere, è un romanzo satirico che critica le istituzioni civili, ispirato al modello dello scrittore latino Luciano.
Indice
Vita e formazione di Alberti
Leon Battista Alberti nacque a Genova nel 1404, figlio illegittimo di Lorenzo Alberti, esponente di una potente famiglia fiorentina (anche se turbata, all’epoca, da crisi politiche ed economiche).
Si laureò a Bologna, e visse a Roma, al servizio della Curia, ma trascorse anche diverso tempo a Firenze. Morì nel 1472.
Poiché la sua educazione risentì dell’umanesimo civile, nonché della crisi dei suoi valori, egli ebbe sempre un grande interesse per i problemi economici e civili del suo tempo e per il volgare, che sentiva come lingua, legame di una società, ma anche un carattere amaro e pessimista, lontano dall’ottimismo dei suoi predecessori del primo umanesimo.
Opere e pensiero umanistico
Le idee dell’Alberti, così come il suo pensiero, ben emergono dai suoi scritti. Egli fu infatti uno dei principali autori di trattati del ‘400, molti dei quali sottoforma di dialoghi.
Il genere del dialogo era di solito in latino, tuttavia ci sono anche esempi in volgare.
I dialoghi in latino dell’Alberti sono:
1) Intercoenales: dialoghi da leggersi durante la cena);
2) Fatum et foruna;
3)Sollecitato dalla vista delle rovine romane e dalla lettura del trattato di Vitruvio sull’architettura, scrisse anche il Descriptio Urbis Romae, il De pictura, il De Statua (sulla scultura) e il De aedificatoria(sull’architettura).
In quest’ultima opera l’Alberti poté giovarsi della sua esperienza di restauratore urbanistico di Roma e di artefice del Tempio Malatestiano di Rimini.
Egli realizzò per la prima volta un nuovo stile architettonico rinascimentale, basandosi sul principio dell’armonia: non si può alterare una parte dell’edificio senza distruggere l’ordine dell’insieme. Quest’armonia deve essere una sorta di eco dell’armonia celeste.
A fondamento delle arti l’Alberti pose poi lo studio della matematica e della geometria.
Si può dire che la storia della teoria dell’arte cominci proprio da questi suoi trattati. I criteri estetici dell’edificio, secondo l’Alberti, sono:
1) imitazione della natura;
2) a questa l’artista deve aggiungere la bellezza;
3) prima di far questo è necessario conoscere i fondamenti scientifici dell’arte (matematica e geometria) per dominare lo spazio in modo funzionale ed elegante;
4) l’artista non solo deve avere una cultura umanistica, ma anche imparare il mestiere a contatto con i cenacoli umanisti anziché nelle botteghe.
Canoni essenziali per un edificio sono l’utilitas e la venustas.
Dialoghi della famiglia e uso del volgare
Negli anni ’30 Alberti scrisse anche i dialoghi della famiglia, in quattro libri.
Argomento centrale dell’opera è l’amicizia, il nucleo primo della vita associata e fondamento della felicità dell’uomo.
Il trattato è concepito come una serie di dialoghi con i membri della famiglia Alberti, incontratasi a Padova nel 1421, in occasione della morte del padre.
Il 1° libro tratta dell’educazione dei figli, il 2° dell’amore e del matrimonio, il 3° dell’organizzazione domestica, il 4° dell’amicizia.
L’opera è scritta in volgare anziché in latino, come era prassi comune per gli intellettuali dell’epoca, e ne contiene anche una difesa: il volgare infatti può “giovare a molti e non “piacere solo a pochi” come il latino, e può raggiungere la stessa raffinatezza.
Anche se l’Alberti usava spesso nella prosa in volgare, gli schemi sintattici e retorici del latino classico, prevale comunque un discorso colloquiale di uso pratico e quotidiano, poiché il suo scopo era quello di rivolgersi ad un pubblico molto vasto.
Ultime opere e critica sociale
Fra le ultime opere vi è infine il Momus, una sorta di romanzo satirico-mitologico sul modello dello scrittore latino Luciano, volta a beffeggiare la figura del principe e che pone così in discussione i fondamenti delle istituzioni civili, lasciando spazio ad una grande amarezza.
Domande da interrogazione
- Qual è l'importanza del volgare nelle opere di Alberti?
- Quali sono i principi fondamentali dell'architettura secondo Alberti?
- In che modo Alberti ha contribuito alla teoria dell'arte?
- Quali temi affronta Alberti nei "Dialoghi della famiglia"?
- Qual è il significato del "Momus" di Alberti?
Alberti utilizzava il volgare per raggiungere un pubblico più ampio, sostenendo che potesse "giovare a molti" e raggiungere la stessa raffinatezza del latino, come dimostrato nei suoi "Dialoghi della famiglia".
Alberti basava l'architettura sull'armonia, l'imitazione della natura, la bellezza, e la conoscenza scientifica dell'arte, come la matematica e la geometria, per dominare lo spazio in modo funzionale ed elegante.
Alberti ha posto le basi della teoria dell'arte attraverso i suoi trattati, enfatizzando l'importanza dell'armonia, della matematica e della geometria, e promuovendo una cultura umanistica per gli artisti.
Nei "Dialoghi della famiglia", Alberti esplora temi come l'educazione dei figli, l'amore e il matrimonio, l'organizzazione domestica e l'amicizia, utilizzando il volgare per un discorso più accessibile.
Il "Momus" è un romanzo satirico-mitologico che critica la figura del principe e mette in discussione le istituzioni civili, esprimendo l'amarezza di Alberti verso la società del suo tempo.