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Concetti Chiave

  • Il sonetto riflette sulla fugacità della vita e la vanità dei beni terreni, evidenziando come la morte renda breve l'esistenza umana.
  • Petrarca si avvicina alla morte e percepisce l'inutilità del tempo e delle speranze riposte in esso.
  • Nella seconda strofa, il sonetto diventa un colloquio interiore in cui l'autore medita sulla dissoluzione del corpo e il conseguente riposo in pace.
  • Il poeta riflette sull'annullamento delle emozioni come riso, pianto, paura e ira, con la scomparsa del corpo e delle sue sensazioni.
  • Petrarca presenta una riflessione costante sulla morte, non legata solo alla vecchiaia, ma presente anche nella sua giovinezza.

Quanto piú m'avicino al giorno extremo

che l'umana miseria suol far breve,

piú veggio il tempo andar veloce et leve,

e 'l mio di lui sperar fallace et scemo.

I' dico a' miei pensier': Non molto andremo

d'amor parlando omai, ché 'l duro et greve

terreno incarco come frescha neve

si va struggendo; onde noi pace avremo:

perché co llui cadrà quella speranza

che ne fe' vaneggiar sí lungamente,

e 'l riso e 'l pianto, et la paura et l'ira;

sí vedrem chiaro poi come sovente

per le cose dubbiose altri s'avanza,

et come spesso indarno si sospira.

Indice

  1. Riflessioni sulla Fugacità della Vita
  2. Colloquio Interiore di Petrarca
  3. Meditazione sulla Morte e la Vita

Riflessioni sulla Fugacità della Vita

Questo sonetto, risalente al 1334, che porta il numero 35, appartiene alle rime “In vita di Madonna Laura”.

In questa poesia, l’autore riflette e pensa alla morte; rendendo come tema centrale di tutto il sonetto la fugacità della vita e la vanità dei beni terreni.

Petrarca dice che, quanto più s’avvicina alla morte, che vuole rendere breve la misera esistenza degli uomini, tanto più avverte la breve durata e l’inutilità del tempo, apparendogli quindi erronea ed inutile ogni speranza riposta in esso.

Colloquio Interiore di Petrarca

Dalla seconda strofa, il sonetto assume una forma di un colloquio con se stesso: Petrarca riflette e afferma che il corpo, oneroso peso terreno, si va liquefacendo come neve caduta di recente; di conseguenza ammette che riposerà in pace.

Perché – dice il poeta – con il corpo cadrà quella speranza (alimentata dall’amore per Laura) che lo fece vaneggiare, fantasticare tanto a lungo e, con l’annullamento dei sensi conseguenti alla morte del corpo, scompaiono le emozioni come il riso, il pianto, la paura e l’ira.

Meditazione sulla Morte e la Vita

Alla morte e quindi anche mano a mano che invecchieremo, si capirà bene il senso della vita e come spesso l’uomo si affatichi inutilmente dietro le cose incerte e quanto spesso si desiderano beni vani.

L’andamento del discorso poetico è colloquiale e Petrarca, all’inizio, presenta due realtà entrambe negative: la misera condizione umana ed il giorno estremo, cioè la morte.

Alla fine, nell’ultima strofa, viene presentata una generale riflessione sulla realtà umana.

Questa meditazione di morte, in Petrarca è costante, e non è legata solo alla vecchiaia: si pensi che il sonetto infatti è stato scritto quando il poeta era ancora giovane.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il tema centrale del sonetto di Petrarca?
  2. Il tema centrale del sonetto è la fugacità della vita e la vanità dei beni terreni, con una riflessione sulla morte e l'inutilità del tempo.

  3. Come si sviluppa il colloquio interiore di Petrarca nel sonetto?
  4. Petrarca dialoga con se stesso, riflettendo sul corpo che si dissolve come neve e sulla pace che seguirà, con la caduta delle speranze e delle emozioni legate all'amore per Laura.

  5. Cosa comprende Petrarca riguardo alla vita e alla morte?
  6. Petrarca comprende che con la morte si chiarisce il senso della vita, mostrando come spesso l'uomo si affatichi inutilmente dietro beni vani e incerti.

Domande e risposte

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