Concetti Chiave
- Il testo utilizza la metafora di una nave per rappresentare la vita, attraversando un mare tempestoso tra Scilla e Cariddi.
- L'amore è descritto come un padrone e nemico che guida la nave, provocando conflitti interiori.
- Pensieri dolorosi e speranze infrante sono paragonati a un vento che strappa la vela, segnando un viaggio difficile.
- Le lacrime e la rabbia rallentano il progresso della nave, simbolo degli ostacoli emotivi che appesantiscono l'anima.
- L'assenza degli occhi di Laura simboleggia la mancanza di guida e speranza, portando alla disperazione di non raggiungere il porto.
Passa la nave mia colma d'oblio
per aspro mare, a mezza notte, il verno,
enfra Scilla e Cariddi; ed al governo
siede'l signore, anzi'l nimico mio;
a ciascun remo un penser pronto e rio
che la tempesta e'l fin par ch'abbi a scherno;
la vela rompe un vento umido, eterno
di sospir', di speranze e di desio;
pioggia di lagrimar, nebbia di sdegni
bagna e rallenta le già stanche sarte,
che son d'error con ignoranza attorto.
Celansi i duo mei dolci usati segni;
morta fra l'onde è la ragion e l'arte:
tal ch'incomincio a desperar del porto.
Navigazione tra Scilla e Cariddi
La mia nave (ovvero la vita), colma d'oblio, attraversa un mare tempestoso fra Scilla e Cariddi (lo stretto di Messina) in inverno, durante la notte, e alla guida siede il mio padrone che è anche il mio nemico (l’amore).
Pensieri e tempesta interiore
A ogni remo corrisponde un pensiero forte e doloroso, che pare si prenda gioco dei pericoli e la vela è rotta da un vento umido di sospiri e speranze.
Una pioggia di lacrime e una nebbia di sdegni bagna e rallenta le corde della nave che sono fatte di errori e ignoranza attorno. Si celano i due occhi e io non posso arrivare al porto perché senza gli occhi di Laura non riesco a vedere la strada, così come i marinai non possono giungere a casa senza l’aiuto delle stelle.