Concetti Chiave
- Il sonetto di Petrarca "Erano i capei d'oro a l'aura sparsi" usa la metrica ABBA ABBA CDE DCE e descrive l'innamoramento e il ricordo nostalgico di Laura.
- Petrarca enfatizza il legame tra la bellezza della donna e la natura, esprimendo un sentimento dominato dalla malinconia del tempo che passa.
- Marino, nel suo sonetto "Le chiome sparse al sole", riprende temi petrarcheschi, ma si concentra maggiormente sulla forma piuttosto che sul contenuto.
- Il sonetto di Marino utilizza una metrica ABBA ABBA CDC DCD e presenta una ricca serie di metafore, enfatizzando la bellezza della donna rispetto al sole.
- La differenza principale tra Marino e Petrarca è l'approccio stilistico: Marino usa un linguaggio amplificato e retorico mentre Petrarca predilige l'armonia e la riflessione emotiva.
Indice
Il Sonetto di Petrarca
Tra i tanti sonetti che fanno parte del Canzoniere di Petrarca, quello che è ricollegabile ad un sonetto di Marino è "Erano i capei d'oro a l'aura sparsi". Innanzitutto ha uno schema metrico 'ABBA ABBA CDE DCE'. Questo sonetto può essere considerato il racconto dell'innamoramento di Petrarca per Laura. Composta molti anni dopo il primo incontro, quando la bellezza della donna amata deve aver ceduto alla legge del tempo, la lirica descrive la bellezza di Laura, quale apparve al poeta in quell'ora lontana. Il ricordo gli restituisce la donna di allora e, insieme, la commozione provata di fronte ai suoi gesti, al suo sguardo.
La Bellezza di Laura
Il vento avvolgeva i capelli biondi di Laura in mille nodi e intorno a lei tutto rifulgeva di quel colore dorato. La natura stessa sembrava in armonia perfetta con la bellezza della sua figura.
Nostalgia e Immaginazione
Nel corso della lirica si alternano due stati d'animo del poeta: da una parte la nostalgia, il ricordo malinconico del passato, la consapevolezza che tutto trascorre; dall'altra parte, la capacità di rivivere quel passato con la stessa commozione di allora, come se l'immagine della donna amata si fosse fissata per sempre negli occhi e nella memoria. Tutto il sonetto è dominato da una sottile tristezza, dal senso del tempo che fugge veloce. La contemplazione di Laura si nutre di ricordo e di immaginazione. Petrarca non ama una donna reale, vivente, ma l'immagine di lei perfetta e splendente che gli apparve quel giorno lontano.
Simbolismo e Metafore
La bellezza di Laura è descritta attraverso simboli o emblemi: i capelli, gli occhi, il viso (gli ultimi due elementi sono ripresi dalla tradizione cortese, il primo invece è tipicamente petrarchesco). Il sonetto rielabora il tema stilnovistico della donna-angelo, a partire dalla situazione tipica della donna che incede. Tuttavia Laura non è una creatura che svolge nel mondo una missione di salvezza. La metafora della donna angelica è qui priva del significato etico e religioso che aveva in Dante e diventa espressione del sentimento del poeta. Il fascino femminile, meno astratto e spirituale che in Dante, è enfatizzato dal legame stretto tra donna e natura, tipico di Petrarca. Il tempo della lirica è quello del ricordo; lo spazio, quello dell'immaginazione, che viene preferito a quello della vita reale che cambia e fugge. I versi della poesia sono segnati dal tempo verbale dell'imperfetto, a partire dall'Erano iniziale che precipita tutta la poesia in un'atmosfera di nostalgia.
Confronto con Marino
Nel sonetto di Marino "Le chiome sparse al sole", ritroviamo molti dei materiali tradizionali, facenti parte, soprattutto, della lirica petrarchesca, quali sono il tema (i biondi capelli della donna sparsi all'aria), le metafore della donna come il sole, dei suoi capelli biondi come lacci e ami per il cuore dell'amante, dei suoi occhi come soli, delle sue bellezze come fiori. A differenza di Petrarca, però, Marino, come la maggior parte degli autori a lui contemporanei, non si concentra tanto sul contenuto della sua opera (ripreso appunto da Petrarca), ma solamente sul suo aspetto formale; e nel comporre non cercano tanto l'armonia, di cui il Canzoniere petrarchesco ne è pieno, ma disarmonia, che nel complesso dell'opera risulta però positiva. Ed ecco quindi che nel sonetto troviamo una sequenza di metafore che scaturiscono l'una dall'altra, senza veramente riflettere sul contenuto, fino ad arrivare alla conclusione che il sole è come un girasole, che si gira verso i metaforici soli che sono gli occhi dell'amata: metafora che per Marino vuole esprimere la superiorità della bellezza della donna rispetto a quella del sole, ma che per farlo non usa un linguaggio essenziale, ma amplificato e riccamente metaforico e retorico. Differente dal sonetto di Petrarca, inoltre, è lo schema metrico, che qui è ABBA ABBA CDC DCD.
Domande da interrogazione
- Qual è lo schema metrico del sonetto di Petrarca "Erano i capei d'oro a l'aura sparsi"?
- Come viene descritta la bellezza di Laura nel sonetto di Petrarca?
- Quali stati d'animo alternano nel poeta durante la lirica?
- In che modo il simbolismo e le metafore differenziano il sonetto di Petrarca da quello di Marino?
- Qual è la differenza principale tra il sonetto di Petrarca e quello di Marino in termini di contenuto e forma?
Lo schema metrico del sonetto di Petrarca è 'ABBA ABBA CDE DCE'.
La bellezza di Laura è descritta attraverso simboli come i capelli biondi avvolti dal vento e la natura in armonia con la sua figura.
Nel poeta si alternano la nostalgia per il passato e la capacità di rivivere quel passato con commozione.
Petrarca utilizza simboli per esprimere il sentimento, mentre Marino si concentra su un linguaggio amplificato e riccamente metaforico senza riflettere sul contenuto.
Petrarca si concentra sull'armonia e il sentimento, mentre Marino enfatizza la forma e la disarmonia, usando un linguaggio ricco di metafore.