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Concetti Chiave

  • Elio Vittorini, nel 1945, propone una nuova cultura unendo intellettuali di diverse ideologie per ricostruire l'Italia post-guerra.
  • Vittorini critica il ruolo passivo degli intellettuali durante la guerra, sostenendo che avrebbero dovuto influenzare attivamente la società.
  • La frase "dare a Cesare" descrive il problema del potere concentrato in pochi, e il fallimento della cultura nel contrastarlo.
  • Vittorini auspica una cultura che protegga e liberi l'uomo dalle sofferenze, eliminando sfruttamento e schiavitù.
  • Invita gli intellettuali a occuparsi delle ingiustizie sociali, sostenendo che il lavoro culturale è anche un lavoro per l'anima.

Indice

  1. L'editoriale di Elio Vittorini
  2. Il ruolo della cultura secondo Vittorini

L'editoriale di Elio Vittorini

“Una nuova cultura” rappresentava l’editoriale scritto da Elio Vittorini e pubblicato il 29 settembre del 1945 sulla rivista “Politecnico”, in questa prima edizione venne spiegato essenzialmente il programma che Vittorini aveva in mente, il suo obiettivo era infatti quello di coinvolgere gli intellettuali antifascisti, cattolici, liberali e social-comunisti per collaborare tutti insieme. L’Italia era infatti appena uscita da un periodo terribile caratterizzato dalla guerra e da una dittatura e quindi gli italiani stavano vivendo una situazione a dir poco drammatica, le ferite dei danni bellici erano ancora aperte. Vittorini sembra inizialmente prendersi le responsabilità della guerra, in quanto il suo ruolo di intellettuale dedito alla cultura avrebbe dovuto essere quello di influenzare positivamente i lettori e quindi di scongiurare la violenza e di arrivare ad un errore collettivamente grave come quello della guerra. Lui e i suoi colleghi, secondo Vittorini, non avrebbero dovuto limitarsi a insegnare e narrare dimostrando la loro sapienza, avrebbero dovuto metterla in pratica ed esortare i propri lettori a fare lo stesso, senza lasciare a loro il compito esclusivo di mettere in pratica le lezioni apprese.

Il ruolo della cultura secondo Vittorini

Per descrivere al meglio questa situazione, Elio Vittorini utilizza la formula “dare a Cesare” che indica il fenomeno in cui il destino di tutta la società intera viene lasciato nelle mani di alcuni singoli che detengono troppo potere in ambito politico ed economico, in questo panorama la cultura ha fallito nel dimostrare la propria forza, il proprio “astratto furore” davanti alla povertà d’animo e concreta che si palesava nella società. In “Una nuova cultura” Vittorini spera dunque che la cultura possa invece dimostrare il proprio ruolo e che sappia quindi “proteggere l’uomo dalle sofferenze invece di limitarsi a consolarlo, una cultura che aiuti a eliminare lo sfruttamento e la schiavitù, e a vincere il bisogno”. Proprio per questo richiama a sé tutti gli intellettuali, indipendentemente dal partito a cui facevano riferimento, in modo che potessero prendersi la responsabilità di rispondere alle varie ingiustizie in quanto a suo parere “occuparsi del pane e del lavoro è ancora occuparsi dell’anima”. La cultura avrebbe quindi dovuto elevarsi a trascinatore delle folle in modo che gli uomini potessero liberarsi dalle sofferenze e in modo di renderli consapevoli per impedire ai potenti di esercitare un dominio sulle “loro anime”.

Domande da interrogazione

  1. Qual era l'obiettivo principale di Elio Vittorini nell'editoriale "Una nuova cultura"?
  2. L'obiettivo principale di Vittorini era coinvolgere intellettuali di diverse ideologie per collaborare e influenzare positivamente la società italiana post-bellica, evitando futuri errori collettivi come la guerra.

  3. Come descrive Vittorini il fallimento della cultura nel suo editoriale?
  4. Vittorini descrive il fallimento della cultura come un'incapacità di dimostrare la propria forza e di proteggere l'uomo dalle sofferenze, limitandosi a consolarlo invece di eliminare lo sfruttamento e la schiavitù.

  5. Qual è il ruolo che Vittorini auspica per la cultura nella società?
  6. Vittorini auspica che la cultura diventi un trascinatore delle folle, capace di liberare gli uomini dalle sofferenze e renderli consapevoli per impedire ai potenti di dominare le loro anime.

Domande e risposte

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