Fabrizio Del Dongo
Genius
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Concetti Chiave

  • La poesia "Al mondo" di Andrea Zanzotto esorta il mondo a esistere autenticamente, senza seguire le mode umane.
  • Il poeta critica l'idealismo che pone l'io al centro, invitando invece il mondo a manifestarsi liberamente.
  • La seconda strofa ironizza sull'egocentrismo umano, utilizzando il prefisso "super-" per evidenziare l'assurdità del linguaggio moderno.
  • Le preposizioni latine suggeriscono diverse modalità di esistere, ma l'importante è che il mondo dimostri di esistere autonomamente.
  • Il richiamo al barone di Münchausen incita il mondo a salvarsi da solo, riflettendo la sfiducia del poeta nell'umanità contemporanea.

Mondo, sii, e buono;

esisti buonamente,

fa’ che, cerca di, tendi a, dimmi tutto,

ed ecco che io ribaltavo eludevo

e ogni inclusione era fattiva

non meno che ogni esclusione;

su bravo, esisti, non accartocciarti in te stesso in me stesso

Io pensavo che il mondo così concepito

con questo super-cadere super-morire

il mondo così fatturato

fosse soltanto un io male sbozzolato

fossi io indigesto male fantasticante

male fantasticato mal pagato

e non tu, bello, non tu «santo» e «santificato»

un po’ più in là, da lato, da lato

Fa’ di (ex-de-ob ecc.)-sistere

e altre tutte le preposizioni note e ignote

abbi qualche chance,

fa’ buonamente un po’;

il congegno abbia gioco.

Su, bello, su.

Su, münchhausen.

Indice

  1. Esortazione al mondo
  2. Riflessioni sull'idealismo
  3. Identificazione del mondo con l'io
  4. Esortazione finale e significato

Esortazione al mondo

Il componimento, scritto nel 1968, si articola in tre strofe irregolari in versi liberi. Egli si rivolge al mondo esortandolo a fare solo quello che sa fare meglio di ogni cosa: esistere, senza correre dietro alle mode e alle richieste degli uomini, spesso strampalate. Ciò che conta è che il meccanismo della vita funzioni e continui e forse, è soltanto in questa ipotesi che l’uomo può superare ogni ostacolo.

Riflessioni sull'idealismo

Dopo i primi tre versi in cui il poeta esprime l’esortazione affinché il mondo esista davvero e si manifesti in tutti i modi possibili, dai più formali ai più colloquiali, egli passa ad alludere alle posizioni precedenti, espresse secondo i canoni dell’idealismo: ecco che egli, erroneamente, rovesciava il rapporto con il reale, ponendo se stesso e non il mondo al centro, sfuggiva il confronto con la realtà e ogni interpretazione del mondo, sia quando vi includeva i valori positivi della vita, sia quando li escludeva, era comunque costruttiva, ma mai oggettiva. Dopo queste considerazioni, ritorna l’esortazione: il poeta esorta il mondo a esistere attivamente, senza subire passivamente nessuna interpretazione di sé, ne soggettiva, né oggettiva, perché si tratta di modi altrettanto arbitrari.

Identificazione del mondo con l'io

Nella seconda strofa, lo scrittore identifica il mondo con l’io individuale. Nel suo egocentrismo, l’uomo pensa che la fine dell’umanità porti con sé la fine del mondo. Ironicamente,, il poeta si serve del prefisso “super-“, che cui si fa un uso eccessivo nel linguaggio della pubblicità e nella moderna comunicazione verbale. Due verso che ad una prima lettura appaiono strani e di difficile comprensione sono il 17 e il 18.

“Fa’ di (ex-de-ob ecc.)-sistere.

e altre tutte le preposizioni note e ignote”.

Le preposizioni latine poste fra parentesi, con il verso “sistere” (= “esserci”, “stare”) formano diversi verbi che indicano altrettante modalità di esistere, come “exsistere”, “desistere”, obsistere”, cioè nascere, cessare, resistere. Tuttavia, l’ “etc” e il verso seguente significano che l’importante non è che cosa il mpondo faccia, quanto, piuttosto, che faccia qualcosa, dando così prova di esistere in sé e per sé..

Esortazione finale e significato

Il componimento termina con il verso “Su, münchausen”: si tratta di un’esortazione di registro ancora più basso e colloquiale rispetto alle precedenti, come se il poeta si rivolgesse ad un bambino. Infatti il barone di Münchausen è il protagonista di romanzo tedesco che racconta eccezionali imprese, come quella di essere riuscito a uscire dalla melma di una palude, tirandosi da solo per i capelli. Il significato di tale esortazione al mondo è a salvarsi da solo come fece il barone. A tale invito, il mondo sembra poco interessano e piuttosto riluttante.

Il poeta non ha molta fiducia nelle capacità dell’uomo contemporaneo di cambiare, né di migliorare il mondo ed è per questo motivo che decide di rivolgersi al mondo stesso, nell’illusione che esista ancora un modo puro, in opposizione a quello artificioso in cui egli né costretto a vivere, suo malgrado e in cui l’uomo possa ritrovare la fiducia in sé. In tale ottica la parola iniziale “Mondo” potrebbe essere interpretata come aggettivo (col significato di “pulito” e quindi rinforzare il significato di “buono”; in tal caso, il vocativo “O modo” sarebbe sottinteso. Questo concetto si riflette anche nelle scelte stilistiche in cui il significante si allontana sempre più dal significato: la parola viene manipolata e la sintassi appare disintegrata, incompleta e sgrammaticata, come se ai termini il poeta volesse ridare la loro primitiva espressività.

Si notano anche due piani temporali che corrispondono rispettivamente al presente (che può essere indicativo o imperativo) e all’imperfetto: il primo è il tempo della riflessione che non è distante dal lettore sia nello spazio che nel tempo, mentre il secondo è il tempo del ricordo.

Domande da interrogazione

  1. Qual è l'esortazione principale rivolta al mondo nel componimento?
  2. L'esortazione principale è che il mondo esista attivamente e continui a funzionare senza seguire le mode o le richieste strampalate degli uomini.

  3. Come viene affrontato il tema dell'idealismo nel testo?
  4. Il poeta riflette sull'idealismo, criticando l'errore di porre l'io al centro invece del mondo, e invita a un'esistenza attiva e non passiva.

  5. In che modo il poeta identifica il mondo con l'io individuale?
  6. Nella seconda strofa, il poeta ironizza sull'egocentrismo umano, usando il prefisso "super-" per sottolineare l'eccesso di centralità dell'io rispetto al mondo.

  7. Qual è il significato dell'esortazione finale "Su, münchausen"?
  8. L'esortazione "Su, münchausen" invita il mondo a salvarsi da solo, come il barone di Münchausen, ma il mondo appare riluttante a farlo.

  9. Qual è la visione del poeta sulle capacità dell'uomo contemporaneo?
  10. Il poeta è scettico sulle capacità dell'uomo contemporaneo di cambiare o migliorare il mondo, e si rivolge al mondo stesso nella speranza di un'esistenza più pura.

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