Concetti Chiave
- Il brano analizza il complesso rapporto tra Zeno e suo padre, caratterizzato da conflitti e incomunicabilità, evidenziando le differenze tra un padre borghese e sicuro di sé e un figlio nevrotico e intellettualmente superiore.
- La narrazione si snoda in due parti: un confronto fallito tra padre e figlio prima dell'ictus del padre e l'evento traumatico dello schiaffo, che avviene quando il padre è ormai delirante e prossimo alla morte.
- Zeno si sente colpevole per la morte del padre, collegando lo schiaffo ricevuto a una sorta di punizione divina, e lotta con sentimenti di inadeguatezza e senso di colpa.
- Con il tempo, Zeno cerca di riconciliare i suoi sentimenti contrastanti, tentando di ricordare solo i momenti felici con il padre e reinterpretando lo schiaffo come un gesto involontario.
- L'ambiguità del racconto lascia il lettore incerto sulla reale colpevolezza di Zeno, poiché il protagonista stesso fornisce versioni contrastanti dell'incidente, riflettendo il suo autoinganno e la complessità emotiva.
1) Introduzione al brano
Indice
Il Conflitto Padre-Figlio
Siamo nel IV capitolo del romanzo, in cui lo scrittore ripercorre il rapporto conflittuale e di incomprensione avuto sempre col padre. Quest’ultimo era un borghese conservatore dalle idee molto concrete e pieno di certezze, mentre il figlio appariva come un giovane a volte stravagante e affetto da nevrosi.
Il brano può essere diviso in due parti.
Il Colloquio e l'Ictus
• Nella prima parte, Zeno ricorda il colloquio avuto con il padre, quando già manifestava alcuni sintomi dell’ictus cerebrale che poco dopo lo colpirà.
L’uomo ha atteso il figlio per cena perché gli vorrebbe parlare della sua vita. Nonostante i tentativi, non ci riesce perché non trova le parole adeguate e alla fine padre e figlio si separano. Le cure dei medici stanno rendendo più lenta l’agonia.La Morte del Padre
• La seconda parte si colloca, dal punto di vista temporale, qualche giorno dopo. Ormai il padre è delirante e prossimo a morire. Il medico ha raccomandato a Zeno di tenerlo calmo e immobile nel letto. Invece, l’uomo cerca di alzarsi e Zeno lo trattiene con un gesto deciso. Nel tentativo di liberarsi, l’uomo colpisce il figlio con uno schiaffo violento, per ricadere, poi, sul letto, privo di vita.
Il Senso di Colpa di Zeno
Zeno si sente colpevole dell’accaduto anche perché, nei giorni precedenti, in un colloquio con i medici, si era dichiarato favorevole a non lasciare il padre in vita a tutti i costi; per questo motivo, è come se Zeno avesse desiderato la sua morte e interpreta lo schiaffo come una punizione; se ne assume la colpa e cerca di affermare la propria innocenza.
Tuttavia, col tempo, egli riesce a farsi una ragione dell’accaduto; preferisce ricordare i momenti più felici passati col padre e riconosce la sua autorità di genitore, a cui, però, fa riscontro il riconoscimento della debolezza della sua volontà.
Riflessioni e Giudizi Contrastanti
Il rapporto fra padre e figlio è sempre stato conflittuale anche perché le due figure sono una l’opposto dell’altra. Il padre è un uomo appartenente alla borghesia, sempre molto sicuro di sé ed equilibrato. Il figlio è superiore al padre dal punto di vista culturale, tuttavia è nevrotico (si lascia prendere facilmente da scatti d’ira e di nervosismo) e vorrebbe avere l’equilibrio del padre, ma non ci riesce.
Il giudizio che Zeno ha del padre presenta elementi contrastanti. Da un lato, egli rimprovera a se stesso di non aver riconosciuto i primi sintomi della malattia che hanno portato il vecchio alla morte, di non essersi sforzato abbastanza pere aiutarlo a fargli conoscere le sue ultime parole. Dall’altro, però ritiene che il vecchio abbia un’eccessiva fiducia nelle proprie capacità (afferma di conoscere tante cose, tutte le cose).
Anche nel loro ultimo incontro l’incomunicabilità padre-figlie resta.
L'Interpretazione dello Schiaffo
L’episodio dello schiaffo ha delle conseguenza nella coscienza di Zeno. Esso interpreta lo schiaffo come una punizione e lo fa sentire ancora di più inadeguato nei confronti del padre; infatti, una volta morto, il padre gli appare con maggiore autorità (rappresentata dal ricordo delle mani grosse e potenti), conseguenza del senso di colpa che Zeno prova. Zeno arriva quindi alla conclusione che era il padre ad essere quello più forte e lui il debole (= l’inetto) della situazione.
Il Meccanismo di Difesa di Zeno
Tuttavia nella sua coscienza, Zeno mette in atto un meccanismo che gli permetta di eliminare tale senso di colpa e l’immagine negativa del padre: fa in modo di ricordare di lui solo gli aspetti positivi e più sereni: il padre non è più una figura autoritaria, ma diventa “debole buono”. Addirittura Zeno arriva a convincersi che lo schiaffo è stato un atto involontario del padre e non un mezzo per punire il figlio.
Ambiguità e Autoinganno
Tuttavia, dalla lettura del testo, il lettore non riesce a capire bene se per il suo comportamento Zeno sia colpevole (e quindi lo schiaffo del padre è stato volontario con lo scopo di punire) oppure innocente (perché partito casualmente, a seguito di un gesto non controllato del padre, ormai in fin di vita). Infatti, prima, Zeno dice di essere addolorato per la punizione, poi cerca di difendersi affermando che, tutto sommato non era colpa sua, successivamente scrive che si tratta di una bugia; pertanto, Zeno si autoinganna e per il lettore, egli crea una situazione poco chiara perché dell’episodio dello schiaffo ci dà delle interpretazione diverse e in contrasto fra di loro.
Domande da interrogazione
- Qual è il tema principale del conflitto tra Zeno e suo padre?
- Come si sviluppa l'episodio del colloquio tra Zeno e suo padre?
- Qual è l'interpretazione di Zeno riguardo allo schiaffo ricevuto dal padre?
- In che modo Zeno cerca di affrontare il suo senso di colpa?
- Qual è l'ambiguità presente nel racconto di Zeno riguardo allo schiaffo?
Il tema principale è l'incomprensione e il conflitto tra due personalità opposte: il padre è un borghese conservatore e sicuro di sé, mentre Zeno è nevrotico e culturalmente superiore ma instabile.
Durante il colloquio, il padre di Zeno, già manifestando sintomi di ictus, tenta di parlare con il figlio ma non riesce a trovare le parole, portando a una separazione senza comunicazione.
Zeno interpreta lo schiaffo come una punizione, aumentando il suo senso di colpa e la percezione dell'autorità del padre, che appare più forte dopo la morte.
Zeno attua un meccanismo di difesa ricordando solo gli aspetti positivi del padre, convincendosi che lo schiaffo fosse involontario, per alleviare il suo senso di colpa.
L'ambiguità risiede nel fatto che Zeno offre interpretazioni contrastanti dello schiaffo, lasciando il lettore incerto se sia stato un atto punitivo volontario o un gesto involontario del padre.