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Italo Svevo
La vita: gli aspetti importanti
Svevo cresce a Trieste, una città (posta al centro dell’ Europa) in cui si incontrano numerose realtà etniche e letterarie infatti Italo Svevo è il nome d’ arte di Aron Hector Schmitz che mette insieme l’elemento germanico (Svevo) e l’ elemento italiano (Italo), inoltre ha radici ebraiche: ciò fa pensare alla sua personalità frammentata.
La sua vocazione è da sempre la scrittura ma è fortemente frustrato dal fatto che du obbligato a seguire studi commerciali (dal padre).
Alla fine dell’ 800 il padre fallisce economicamente e la madre muore, e questo lo porta ad una vita meno agiata che lo porterà a trovare un lavoro come bancario. Poco dopo si sposa con Livia Veneziani, e questo segna una svolta nella sua vità: si sentirà trasformato da “inetto” a figura dominante, come suo padre.
I due eventi fondamentali che lo porteranno ad immergersi sempre più nella letteratura e nella scrittura saranno l’incontro con Joyce (che lo incoraggiò) e con la psicoanalisi (dato che il cognato era in visita da Freud lui conobbe gli studi psicoanalitici).
La cultura psicologica di Svevo e maestri letterari
Schopenhauer: affermava un pessimismo radicale e rifiutava il sistema hegeliano per il quale “tutto ciò che è reale è razionale”. Sosteneva che solo rinunce e contemplazioni eliminavano il dolore.
Nietzsche: sosteneva che una persona non doveva essere vista come una salda unità, poichè le persone presentano diversi atteggiamenti e pluralità di stati.
Darwin: autore della teoria evoluzionistica.
Svevo conobbe a fondo autori anche molto differenti tra loro (come Schopenhauer e Darwin) perchè utilizzava i loro studi e le loro opere in maniera critica, come strumenti che fornissero risposte ai suoi dubbi o esigenze Il protagonista di Svevo è l’ inetto, cioè colui che si pone obiettivi ma non ha la forza di volontà, e ciò dipende da problemi psichici non risolti, cercano di mascherarsi e di giustificare in continuazione i loro comportamenti, nascondendo la reale personalità. Essi rimangono condizionati dallo stato di essere datogli dalla natura (Darwin). Svevo imparò da Freud che per sconfiggere il “cavallo imbizzarrito”. (l’inconscio che si manifesta come psicosi) occorre forza di volontà.
Dai francesi apprese la rappresntazione critica della borghesia, mentre dagli inglesi, la capacità di ironizzare.
Il primo romanzo: Una vita (modalità di scrittura del romanzo tradizionale)
Titolo originale: Un inetto (cambiato poichè sconsigliato dall’ editore)
Trama: il protagonista è Alfonso Nitti che abbandona tutto per lavorare a Trieste dopo che morì il padre lasciando la famiglia in ristrettezze. Trova un lavoro mortificante in banca (il protagonista rispecchia del tutto l’ autore) ma ama la letteratura. Avviene l’avvenimento complicante, che rompe l’equilibrio: il padrone della banca, Maller, lo invita a casa, dove conoscerà il brillante Macario con cui diventerà grande amico e lo vede come modello. La figlia di Maller, Annetta sceglie Alfonso come aiutante nella stesura di un romanzo essendo anche lei appassionata di letteratura. Alfonso ha l’ opportunità di sposare la ragazza ricca e fare il salto di classe, ma preso da un’ inspiegabile paura scappa con la scusa di una malattia della madre.
Dopo la morte della madre torna a Trieste pensando di aver superato le difficoltà emotive, ma trova Annetta fidanzata con Macario e si sente ferito e pieno di odio. Da qui Alfonso commetterà molteplici errori che lo porteranno a sentirsi ancor più odiato e ferito e finirà col togliersi la vita, distruggendo la fonte della sua infelicità.
Alfonso, l’impiegato noioso e chiuso nella sua solitudine si è costruito una falsa immagine di sè, e davanti a lui si pongono personaggi che esibiscono caratteristiche virili e forti, come Maller, che dal protagonista è visto come una figura paterna.
La modalità di scrittura, pur essendo tradizionale, presenta alcuni aspetti della modalità che adotterà nelle opere future: spesso i pensieri di Alfonso non hanno un senso logico, sono riportati senza un ordine, creando confusione nel lettore. In “La coscienza di Zeno” non ci sarà ordine cronologico, il romanzo sarà costituito solo dai pensieri confusionari del protagonista, e Svevo intende proprio creare confusione in chi legge.
Il secondo romanzo: Senilità
Senilità significa vecchiaia, ma per l’inetto giovane significa “stanchezza del vivere”.
Il protagonista è Emilio Brentani, che lavora in una società di assicurazioni di Trieste (rispecchia sempre Svevo): è conosciuto per aver pubblicato un solo romanzo anni prima. Si appoggia alla sorella Amalia e all’ amico Stefano Balli, suo modello e rappresentante della figura paterna. Ha sempre vissuto la sua vita senza eccedere e senza pericoli, quindi in questo punto della sua vita mediocre, cerca l’avventura, precisamente con Angiolina, ragazza conosciuta per caso. Prova a non impegnarsi seriamente, imitando il dongiovanni Balli, ma si innamora perdutamente della ragazza, che rivela la sua vera natura di ragazza che vuole divertirsi e che ha molti amanti. Emilio diventa ossessivo nei confronti di Angiolina e la sorella Amalia vive una situazione analoga: si innamora perdutamente di Balli senza dire nulla, poi si ammalerà di polmonite. Emilio decide di lasciare definitivamente Angiolina, ma scopre l’ennesimo tradimento e si lascia prendere dall’ ira, dimenticandosi della sorella morente che morirà presto. Emilio rimarrà chiuso nella solitudine e nella senilità.
Emilio: sappresenta l’ “inetto” vero e proprio, che cerca di mascherare la sua immaturità psicologica, mostrandosi ad Angiolina come un uomo brillante, virile che possa insegnarle come vivere la vita, ma non riesce. E’ una chiara rappresentazione dell’ uomo borghese del tempo: frustrato, in una condizione alienante e spersonalizzata.
Balli: rappresenta ciò che l’uomo borghese fa per sembrare onnipotente e dominatore, ed agisce come il superuomo.
Impostazione narrativa: romanzo focalizzato del tutto sul protagonista, dove Svevo ha un atteggiamento del tutto critico. Vi è un narratore onniscente che segue pensieri e ragionamenti del protagonista, filtrandoli e mostrando i fatti, però Emilio è portatore di falsa coscienza, quindi l’autore usa tre modalità per denunciare la sua inattendibilità:
1-Interventi del narratore secchi e diretti in punti essenziali per smascherare gli “autoinganni” di Emilio.
2-Svevo crea un forte contrasto tra i fatti ( la realtà oggettiva ) e i pensieri di Emilio, quando le menzogne di quest’ ultimo appaiono più appariscenti.
3-Emilio appare stereotipato, e questo mostra la sua vera tendenza a mascherare la sua personalità (utilizza espressioni enfatiche, esagerate e allo stesso tempo banali).
In “Senilità” come in “Una vita” rimane comunque la successione cronologica degli eventi.
La Coscienza di Zeno : romanzo più significativo
Nuovo impianto narrativo: struttura molto diversa dai romanzi precedenti (scritti più di 20 anni prima), infatti viene abbandonato il “modulo ottocentesco” con il narratore esterno ai fatti.
“La coscienza di Zeno” sarebbe un’ autobiografia scritta dal paziente del Dr. “S” (Sigmund Freud), a scopo terapeutico, ed il Dr. “S” la pubblicherebbe per vendicarsi di un rifiuto di cure da parte del protagonista. Il romanzo è quindi narrato dal protagonista stesso come in una sorta di diario.
Per questo motivo il romanzo non ha ordine cronologico, poichè si seguono esclusivamente i pensieri di Zeno, infatti i capitoli (1,2,3 ecc.) non sono avvenimenti che si susseguono uno dopo l’altro, ma è una divisione per argomenti, es. Capitolo 1 parla del vizio del fumo, e il Capitolo 2 della morte del padre così via.
Vicenda: il protagonista-narratore è l’inetto: passa la giovinezza oziosamente, senza occuparsi di nulla di seio e senza concludere mai nulla di significativo, e questo procura delusioni a suo padre, che pur volendogli bene appare ostile nei suoi confronti. Zeno ha sempre bisogno di appoggiarsi al padre (la figura forte e dominante) e anche dopo la sua morte cerca dei sostituti, ma allo stesso tempo lo odia, e detesta il suo essere aggressivo e i suoi continui rimproveri (complesso di Edipo). Si innamorerà (INCONSCIAMENTE) di Augusta, una delle 3 figlie, di un uomo d’affari (figura paterna), ma la sceglierà solo dopo aver provato con le due figlie più belle, per sentirsi più forte e virile mentre in realtà è sempre stato goffo. Durante la sua vita ci saranno ambivalenze con altri personaggi: si fingerà la figura protettrice e paterna della sua amante Carla, proprio come Emilio e Angiolina; si vedrà contrapposto al marito di Ada (sorella di augusta), più brillante e disinvolto di Zeno); pensa di essere perdutamente innamorato della bellissima Ada, quando invece il suo vero “io” desidera la donna materna e protettrice e non bellissima (complesso di Edipo). Ormai vecchio intraprende la cura psicoanalitica, arrivando alla conclusione di essere guarito quando ancora non lo sarà. Nelle pagine finali si giustificherà (in maniera furba) riflettendo sul lieve confine tra malattia e salute, e del fatto che la malattia degli uomini è dovuta alla “vita inquinata dalle radici” e alla società.
L’inattendibilità di Zeno: le menzogne di Zeno sono determinate da processi inconsapevoli, con i quali egli prova ripetutamente a colmare i sensi di colpa. Si susseguono motivazioni ambigue e varie incoerenze. In questo comportamento Zeno è avvolto da un velo di ironia.
Zeno: soggetto ed oggetto: egli non è solo oggetto di critica e di ironia da parte dell’ autore, ma è anche soggetto, poichè emerge il distacco e le considerazioni fatte da Zeno stesso, in cui si capisce che vede gli altri, i “sani”, tutti uguali e soddisfatti, mentre lui, il “malato” si vede del tutto diverso.
Testi
“La morte del padre”: emerge il complesso edipico di Zeno, l’ origine della sua inettitudine. Il protagonista ha bisogno di appoggiarsi sempre ad una figura paterna, nel suo inconscio, ma passa tutto il tempo a giustificarsi per non identificarsi con il padre, che è la rappresentazione dell’ uomo dominatore e forte borghese. Nel testo appaiono continue ambiguità: afferma che il malato è suo padre e non lui, in alcuni momenti è chiaro che non vede l’ ora che il padre muoia, in altre cerca di colmare il senso di colpa con giustificazioni inattendibili. Questo suo comportamento in punto di morte del padre viene definito da lui stesso come “catastrofe”: nella tragedia greca la “catastrofe” è l’evento che determina il crollo dell’ eroe che compie peccati d’orgoglio per superare gli dei, e tale evento determina un non ritorno alla condizione innocente di prima. Zeno si trova nella stessa situazione: raggiunge l’apice dell’ oltraggio, e non potrà mai tornare all’ innocenza precedente. Zeno è in contrapposizione anche con il dottore, e cerca di trovare modi che lo facciano apparire triste e disperato mentre pensa a maniere per far morire prima il padre.
Subito prima di morire il padre gli da un schiaffo, questo conferma il loro rapporto irrisolto e Zeno giustificherà anche questo convincendosi che non lo ha fatto apposta.
I processi per superare l’origine della malattia
Rimozione: provoca piccole nevrosi o piccole dipendenze (aquisito da Zeno).
Repressione: manifestazione di atti violenti dopo aver rimosso malamente il problema(vedi i serial killer).
Sublimazione: manifestazione di atti positivi dopo aver eliminato il problema.
“La salute malata di Augusta”: Zeno è convinto di non amare veramente Augusta, ma in realtà vorrebbe diventare esattamente come lei: integrata nella società e con una vita serena nelle proprie certezze. Zeno inizialmente appare ritenere che l’integrazione nella società equivale alla salute, mentre nel momento in cui si riflette sulla propria vita emerge la malattia, tuttavia, riflettendo, Zeno si convince di non voler assomigliare alla moglie poichè vive la vita in maniera troppo spensierata senza porsi problemi o riflessioni, quindi vede lei come “malata”. La moglie rappresente le limitate e ottuse certezze borghesi.
“La morte dell’ antagonista”: Guido, marito di Ada, fallisce economicamente e simula il suo suicidio per poter scappare ma il suicidio va in porto. Zeno riesce a riottenere la grossa somma di denaro persa da Guido ed emerge la sua considerazione che ha di lui. Inizialmente sembra che Zeno vedesse Guido con ammirazione, ma il tutto viene smascherato quando (come racconta il testo) sbaglia funerale, perchè fondamentalmente non gli interessa affatto della sua morte(es. di LAPSUS FREUDIANO).Cerca di scagionarsi e in continuazione. Ada si accorge di tutto e lo rimprovera e lui si giustifica danto la colpa agli altri.
“Psico-Analisi”: descrive l’intenzione di rifiutare del tutto la cura psicoanalitica, che lui considera solo come spunto narrativo, in più prova a rompere tutte le certezze del medico(Dr. S). Nega in continuazione di non essere malato soltanto per nascondere i sensi di colpa.
Ultima pagine: la profezia di un’ apocalisse cosmica: Zeno prevede un futuro apocalittico: prevede l’invenzione di un ordigno che provocherà una grande esplosione da distruggere il pianeta. Questo per dimostrare che nel suo periodo storico la gente vive nell’ illusione che tutto vada bene, e che in realtà la società è in totale crisi per colpa di tecnologia, guerre, rivoluzioni. Il tutto è descritto con una leggera ironia)
ITALO SVEVO
LA VITA: gli aspetti importanti.
Svevo cresce a Trieste, una città (posta al centro dell’ Europa) in cui si incontrano
numerose realtà etniche e letterarie infatti “Italo Svevo” è il nome d’ arte di
l’elemento germanico elemento
Aron Hector Schmitz che mette insieme (Svevo) e l’
italiano personalità
(Italo), inoltre ha radici ebraiche: ciò fa pensare alla sua
frammentata .
La sua vocazione è da sempre la scrittura ma è fortemente frustrato dal fatto che
du obbligato a seguire studi commerciali (dal padre).
Alla fine dell’ 800 il padre fallisce economicamente e la madre muore, e questo lo
porta ad una vita meno agiata che lo porterà a trovare un lavoro come bancario. Poco
dopo si sposa con Livia Veneziani, e questo segna una svolta nella sua vità: si sentirà
trasformato da “inetto” a figura dominante, come suo padre.
I due eventi fondamentali che lo porteranno ad immergersi sempre più nella
letteratura e nella scrittura saranno l’incontro con Joyce (che lo incoraggiò) e con la
psicoanalisi (dato che il cognato era in visita da Freud lui conobbe gli studi
psicoanalitici).
LA CULTURA PSICOLOGICA DI SVEVO e MAESTRI LETTERARI
Schopenhauer: affermava un pessimismo radicale e rifiutava il sistema hegeliano per
il quale “tutto ciò che è reale è razionale”. Sosteneva che solo rinunce e
contemplazioni eliminavano il dolore.
Nietzsche: sosteneva che una persona non doveva essere vista come una salda
unità, poichè le persone presentano diversi atteggiamenti e pluralità di stati.
Darwin: autore della teoria evoluzionistica.
Svevo conobbe a fondo autori anche molto differenti tra loro (come Schopenhauer e
Darwin) perchè utilizzava i loro studi e le loro opere in maniera critica, come strumenti
che fornissero risposte ai suoi dubbi o esigenze Il protagonista di Svevo è l’
INETTO, cioè colui che si pone obiettivi ma non ha la forza di volontà, e ciò
dipende da problemi psichici NON RISOLTI, cercano di mascherarsi e di
giustificare in continuazione i loro comportamenti, nascondendo la reale
personalità. Essi rimangono condizionati dallo stato di essere datogli dalla natura
(Darwin). Svevo imparò da Freud che per sconfiggere il “cavallo imbizzarrito”.
(l’inconscio che si manifesta come psicosi) occorre forza di volontà.
Dai francesi apprese la rappresntazione critica della borghesia, mentre dagli inglesi, la
capacità di ironizzare.
IL PRIMO ROMANZO: UNA VITA (modalità di scrittura del romanzo tradizionale)
Titolo originale: UN INETTO (cambiato poichè sconsigliato dall’ editore)
Trama: il protagonista è Alfonso Nitti che abbandona tutto per lavorare a Trieste
dopo che morì il padre lasciando la famiglia in ristrettezze. Trova un lavoro
(il protagonista rispecchia del tutto l’ autore
mortificante in banca ) ma ama la
letteratura. Avviene l’avvenimento complicante, che rompe l’equilibrio: il padrone
della banca, Maller, lo invita a casa, dove conoscerà il brillante Macario con cui
diventerà grande amico e lo vede come modello. La figlia di Maller, Annetta sceglie
Alfonso come aiutante nella stesura di un romanzo essendo anche lei appassionata di
letteratura. Alfonso ha l’ opportunità di sposare la ragazza ricca e fare il salto di classe,
ma preso da un’ inspiegabile paura scappa con la scusa di una malattia della
madre.
Dopo la morte della madre torna a Trieste pensando di aver superato le difficoltà
emotive, ma trova Annetta fidanzata con Macario e si sente ferito e pieno di odio.
Da qui Alfonso commetterà molteplici errori che lo porteranno a sentirsi ancor più
odiato e ferito e finirà col togliersi la vita, distruggendo la fonte della sua infelicità.
Alfonso, l’impiegato noioso e chiuso nella sua solitudine si è costruito una falsa
immagine di sè, e davanti a lui si pongono personaggi che esibiscono
caratteristiche virili e forti, come Maller, che dal protagonista è visto come una
figura paterna.
La modalità di scrittura, pur essendo tradizionale, presenta alcuni aspetti della
modalità che adotterà nelle opere future: spesso i pensieri di Alfonso non hanno
un senso logico, sono riportati senza un ordine, creando confusione nel lettore. In
“La coscienza di Zeno” non ci sarà ordine cronologico, il romanzo sarà costituito
solo dai pensieri confusionari del protagonista, e Svevo intende proprio creare
confusione in chi legge.
IL SECONDO ROMANZO: SENILITA’
Senilità significa vecchiaia, ma per l’inetto giovane significa “stanchezza del vivere”.
Il protagonista è Emilio Brentani, che lavora in una società di assicurazioni di Trieste
(rispecchia sempre Svevo): è conosciuto per aver pubblicato un solo romanzo anni
prima. Si appoggia alla sorella Amalia e all’ amico Stefano Balli, suo modello e
rappresentante della figura paterna. Ha sempre vissuto la sua vita senza eccedere e
senza pericoli, quindi in questo punto della sua vita mediocre, cerca l’avventura,
precisamente con Angiolina, ragazza conosciuta per caso. Prova a non impegnarsi
seriamente, imitando il dongiovanni Balli, ma si innamora perdutamente della ragazza,
che rivela la sua vera natura di ragazza che vuole divertirsi e che ha molti amanti.
Emilio diventa ossessivo nei confronti di Angiolina e la sorella Amalia vive una
situazione analoga: si innamora perdutamente di Balli senza dire nulla, poi si
ammalerà di polmonite. Emilio decide di lasciare definitivamente Angiolina, ma scopre
l’ennesimo tradimento e si lascia prendere dall’ ira, dimenticandosi della sorella
morente che morirà presto. Emilio rimarrà chiuso nella solitudine e nella
senilità.
Emilio: sappresenta l’ “inetto” vero e proprio, che cerca di mascherare la sua
immaturità psicologica, mostrandosi ad Angiolina come un uomo brillante, virile che
possa insegnarle come vivere la vita, ma non riesce. E’ una chiara
rappresentazione dell’ uomo borghese del tempo: frustrato, in una
condizione alienante e spersonalizzata.
Balli: rappresenta ciò che l’uomo borghese fa per sembrare onnipotente e dominatore,
ed agisce come il superuomo.
Impostazione narrativa: romanzo focalizzato del tutto sul protagonista, dove Svevo
ha un atteggiamento del tutto critico. Vi è un narratore onniscente che segue
pensieri e ragionamenti del protagonista, filtrandoli e mostrando i fatti, però Emilio è
portatore di falsa coscienza, quindi l’autore usa tre modalità per denunciare la sua
inattendibilità:
1-Interventi del narratore secchi e diretti in punti essenziali per smascherare gli
“autoinganni” di Emilio.
2-Svevo crea un forte contrasto tra i fatti ( la realtà oggettiva ) e i pensieri di
Emilio, quando le menzogne di quest’ ultimo appaiono più appariscenti.
3-Emilio appare stereotipato, e questo mostra la sua vera tendenza a mascherare
la sua personalità (utilizza espressioni enfatiche, esagerate e allo stesso tempo
banali).
In “Senilità” come in “Una vita” rimane comunque la successione cronologica degli
eventi.
LA COSCIENZA DI ZENO : romanzo più significativo
Nuovo impianto narrativo: struttura molto diversa dai romanzi precedenti (scritti più di
20 anni prima), infatti viene abbandonato il “modulo ottocentesco” con il
narratore esterno ai fatti.
“La coscienza di Zeno” sarebbe un’ autobiografia scritta dal paziente del Dr. “S”
(Sigmund Freud), a scopo terapeutico, ed il Dr. “S” la pubblicherebbe per vendicarsi di
un rifiuto di cure da parte del protagonista. Il romanzo è quindi narrato dal
protagonista stesso come in una sorta di diario.
Per questo motivo il romanzo non ha ordine cronologico, poichè si seguono
esclusivamente i pensieri di Zeno, infatti i capitoli (1,2,3 ecc.) non sono
avvenimenti che si susseguono uno dopo l’altro, ma è una DIVISIONE PER
ARGOMENTI, es. Capitolo 1 parla del vizio del fumo, e il Capitolo 2 della morte del
padre così via.
Vicenda: il protagonista-narratore è l’inetto: passa la giovinezza oziosamente,
senza occuparsi di nulla di seio e senza concludere mai nulla di significativo, e
questo procura delusioni a suo padre, che pur volendogli bene appare ostile nei suoi
confronti. Zeno ha sempre bisogno di appoggiarsi al padre (la figura forte e
dominante) e anche dopo la sua morte cerca dei sostituti, ma allo stesso tempo lo
odia, e detesta il suo essere aggressivo e i suoi continui rimproveri (complesso di
Edipo). Si innamorerà (INCONSCIAMENTE) di Augusta, una delle 3 figlie, di un uomo
d’affari (figura paterna), ma la sceglierà solo dopo aver provato con le due figlie
più belle, per sentirsi più forte e virile mentre in realtà è sempre stato goffo.
Durante la sua vita ci saranno ambivalenze con altri personaggi: si fingerà la figura
protettrice e paterna della sua amante Carla, proprio come Emilio e Angiolina; si vedrà
contrapposto al marito di Ada (sorella di augusta), più brillante e disinvolto di Zeno);
pensa di essere perdutamente innamorato della bellissima Ada, quando invece il suo
vero “io” desidera la donna materna e protettrice e non bellissima (complesso di
Edipo). Ormai vecchio intraprende la cura psicoanalitica, arrivando alla conclusione di
essere guarito quando ancora non lo sarà. Nelle pagine finali si giustificherà (in
maniera furba) riflettendo sul lieve confine tra malattia e salute, e del fatto che la
“vita inquinata dalle radici”
malattia degli uomini è dovuta alla e alla società.
L’inattendibilità di Zeno: le menzogne di Zeno sono determinate da processi
inconsapevoli, con i quali egli prova ripetutamente a colmare i sensi di colpa. Si
susseguono motivazioni ambigue e varie incoerenze. In questo comportamento Zeno è
avvolto da un velo di ironia. oggetto
Zeno: soggetto ed oggetto: egli non è solo di critica e di ironia da parte dell’
soggetto,
autore, ma è anche poichè emerge il distacco e le considerazioni fatte da
Zeno stesso, in cui si capisce che vede gli altri, i “sani”, tutti uguali e soddisfatti,
mentre lui, il “malato” si vede del tutto diverso.
TESTI:
“La morte del padre”: emerge il complesso edipico di Zeno, l’ origine della sua
inettitudine. Il protagonista ha bisogno di appoggiarsi sempre ad una figura paterna,
nel suo inconscio, ma passa tutto il tempo a giustificarsi per non identificarsi con il
padre, che è la rappresentazione dell’ uomo dominatore e forte borghese. Nel testo
appaiono continue ambiguità: afferma che il malato è suo padre e non lui, in alcuni
momenti è chiaro che non vede l’ ora che il padre muoia, in altre cerca di colmare il
senso di colpa con giustificazioni inattendibili. Questo suo comportamento in punto di
morte del padre viene definito da lui stesso come “catastrofe”: nella tragedia greca la
“catastrofe” è l’evento che determina il crollo dell’ eroe che compie peccati d’orgoglio