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Concetti Chiave

  • Cesare Pavese, nato nel 1908 nelle Langhe cuneesi, ha affrontato una vita segnata dalla perdita del padre e da difficoltà personali e lavorative.
  • La sua opera è caratterizzata da una riflessione sul mito, influenzata dalle teorie di Jung, che vede il mito come simbolo universale e oscuro.
  • Pavese ha utilizzato una lingua sperimentale nei suoi scritti, mescolando la semplicità del parlato con un rigore formale.
  • La raccolta poetica "Lavorare stanca" introduce una poesia narrativa, caratterizzata da versi lunghi e strutture discorsive, distinguendosi dall'Ermetismo contemporaneo.
  • Le sue opere successive approfondiscono la tematica delle coppie antitetiche, esprimendo la tensione tra una dimensione serena e una solitaria e angosciosa.

Indice

  1. Cesare Pavese
  2. Mito, poetica e stile
  3. Le raccolte poetiche

Cesare Pavese

Pavese nasce nel 1908 nelle Langhe cuneesi, luogo di vacanza della sua famiglia. La perdita del padre a soli sei anni è forse l’origine della sua fragilità psicologica.

Dopo aver frequentato le scuole medie a Torino presso i gesuiti, volge la sua attenzione al mondo contadino sentito come un rifugio. Si laurea in Lettere nel 1930 e si interessa alla letteratura statunitense con una serie di traduzioni.

Nel 1934 ha iniziato la sua carriera editoriale. L’anno successivo viene condannato al confino in Calabria per la vicinanza ad alcuni intellettuali antifascisti.

Rientrato nel 1936 a Torino si trova ad affrontare una difficile situazione lavorativa e sentimentale: la donna a cui si sentiva legato si è sposato e la raccolta di poesia Lavorare stanca, uscita nello stesso anno, non ha ricevuto consensi. Decide allora di dedicarsi alla prosa con racconti e romanzi.

La pubblicazione di Paesi tuoi nel 1941 pone Pavese all’attenzione della critica per la novità della sua scrittura.

Nel dopoguerra raggiunge il successo con la pubblicazione di numerose opere:
- Dialoghi con Leucò (1947)
- Prima che il gallo canti (1948)
- La bella estate (1949)

Nel 1950, dopo aver ottenuto il premo Strega, si suicida in un albergo torinese.

Mito, poetica e stile

Elemento essenziale della produzione letteraria di Pavese è la riflessione sul mito, che è anche al centro di alcuni saggi teorici. Prendendo spunto dalle teorie di Jung, lo scrittore concepisce il mito come simbolo primordiale radicato nell’inconscio collettivo dell’umanità, e dunque come elemento comune e universale, ma anche oscuro e misterioso.

Compito dell’arte è rendere chiara la materia in forme del mito, dandole una forma ordinata e razionale: di qui nasce il travaglio che accompagna la scrittura, intesa come “mestiere”, ossia come perizia tecnica e disciplina formale.

Pur basandosi su una realistica situazione storica e geografica, i personaggi, gli ambienti e le vicende dei romanzi pavesiani rinviano costantemente a una trama di elementi mitico – simbolici, tra i quali spiccano le immagini legate all’infanzia e alla terra natale (per questo si parla di realtà simbolica).

Dal punto di vista formale la produzione di Pavese si distingue per l’adozione di una lingua dal carattere fortemente sperimentale, in cui la semplicità dei modi tipici del parlato si mescola con la ricerca di compostezza e rigore.

Le raccolte poetiche

Pavese esordisce come poeta nel 1936 con la raccolta Lavorare stanca, ripubblicata nel 1943 con l’aggiunta dei componimenti scritti durante il confino. L’opera occupa una posizione del tutto originale nel panorama della lirica contemporanea, dominata dall’Ermetismo.

Essa propone infatti una concezione della poesia come racconto, in grado di stabilire un rapporto di comunicazione logica con il lettore. La cadenza narrativa è ottenuta attraverso struttura sintattiche distese e discorsive, e potenziata dall’uso innovativo di versi lunghi, che superano la misura dell’endecasillabo.

Già in queste prime poesie compaiono i temi che caratterizzeranno gli scritti narrativi della maturità, così come la tendenza a strutturare la materia secondo una serie di coppie antitetiche dal forte valore simbolico, che contrappongono una dimensione serena e primitiva a una pervase dalla solitudine e dall’angoscia.
Nelle raccolte del dopoguerra (La terra e la morte, del 1945, e Verrà la morte e avrà i tuoi occhi, del 1950) la poetica di Pavese evolve verso forme più brevi e intense, a cui è affidato il compito di esprimere liricamente le sofferenze dell’io e il dolore della passione amorosa.

Domande da interrogazione

  1. Qual è l'origine della fragilità psicologica di Cesare Pavese?
  2. La fragilità psicologica di Cesare Pavese è forse originata dalla perdita del padre quando aveva solo sei anni.

  3. Come si distingue la produzione letteraria di Pavese dal punto di vista formale?
  4. La produzione di Pavese si distingue per una lingua sperimentale che mescola la semplicità del parlato con la ricerca di compostezza e rigore.

  5. Qual è l'elemento essenziale della produzione letteraria di Pavese?
  6. L'elemento essenziale è la riflessione sul mito, concepito come simbolo primordiale radicato nell'inconscio collettivo dell'umanità.

  7. In che modo Pavese concepisce la poesia nella sua raccolta "Lavorare stanca"?
  8. Pavese concepisce la poesia come racconto, capace di stabilire un rapporto di comunicazione logica con il lettore, utilizzando strutture sintattiche discorsive e versi lunghi.

  9. Quali sono i temi ricorrenti nelle poesie e nei romanzi di Pavese?
  10. I temi ricorrenti includono immagini legate all'infanzia e alla terra natale, e una serie di coppie antitetiche che contrappongono una dimensione serena a una pervasa dalla solitudine e dall'angoscia.

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