Pagliarani, Elio – Il primo giorno di lavoro

“Il primo giorno di lavoro” è un componimento parte integrante della seconda sezione della raccolta “La ragazza Carla e altre poesie”, pubblicata nel 1962 per Mondadori, il testo in realtà non segue alcun tipo di regolarità metrica, spesso infatti si è paragonato lo stile di Pagliarani al verso epico tipico di altri autori come Majakovskij, Eliot, Pound e Brecht.

La protagonista Carla

Il titolo fa riferimento proprio al primo giorno di lavoro della protagonista, una giovane di nome Carla, che viene assunta nella sede milanese di un’azienda americana, ricoprendo il ruolo di dattilografa, la poesia presenta infatti un’introduzione in cui si ragiona sull’identità anagrafica della ragazza, come a ripercorrere la compilazione dei moduli.

Istruzioni e riflessioni

Successivamente invece, dopo questo incipit di tre versi, abbiamo due blocchi di cinque e sei versi che si vanno a riprodurre riflessioni sulle varie istruzioni ed esortazioni che la protagonista subisce nel corso della giornata, come ad esempio le indicazioni della madre a ricordarsi di mangiare oppure il racconto delle cure che la ragazza si presta e della “voglia di piangere” che la attacca. Tuttavia, il poeta non mostra al lettore Carla al lavoro, quindi nel suo ruolo di dattilografa, si concentra infatti prettamente sulle istruzioni che le vengono fornite all’inizio, prima ancora che inizi a lavorare, sono le istruzioni di lavorare sempre con “sollecitudine e amore”, di mostrarsi sempre con un sorriso stampato in faccia e di imparare il più possibile, in particolare le lingue che in un’azienda di import e export sono sempre utili.

Disagio e alienazione

Carla si trova chiaramente a disagio, tutti infatti le rivolgono del lei per cercare di mantenere le distanze e la obbligano a fare le pulizie in quanto più giovane e ultima arrivata, lei dal canto suo non parla e accetta passivamente tutto quello che le viene detto. Un altro aspetto su cui Pagliarani si focalizza molto è la trasformazione del lavoro da occasione di orgoglio personale a fonte di alienazione, se infatti all’inizio lei appare agitata ma contenta, successivamente inizia a notare come i suoi superiori vogliano quasi spremere qualsiasi goccia di energia rimasta in lei per farla lavorare sempre di più e meglio, cercando dunque di ottimizzare la sua figura come se fosse un macchinario. Questo aspetto è tipico della rivoluzione industriale, in cui il lavoratore viene riconosciuto non tanto per la sua persona, quanto invece per il lavoro che va a produrre e quanto.