Concetti Chiave
- Eco utilizza l'immagine dell'albero dizionario, basato sull'albero di Porfirio, per rappresentare una struttura gerarchica di conoscenza che diventa inadeguata in una realtà complessa.
- L'enciclopedia è paragonata a un labirinto, con tre modelli: unicursale, manieristico e a rete, quest'ultimo rappresentando connessioni infinite e flessibili.
- L'idea del labirinto a rete è stata già adottata nell'Encyclopèdie di Diderot e d'Alembert, evidenziando un approccio enciclopedico che accetta il disordine per organizzare il sapere.
- Eco sottolinea che l'enciclopedia non deve solo accumulare conoscenze ma organizzare il sapere con un approccio metadisciplinare e aperto a futuri arricchimenti.
- L'opera enciclopedica richiede collaborazioni internazionali, mettendo l'accento sulla comunione di intenti e sulla coerenza piuttosto che su un'unità apparente.
Indice
Concetti di dizionario ed enciclopedia
Per spiegare meglio i due concetti di dizionario ed enciclopedia, Eco utilizza due immagini:
- Albero dizionario, riferendosi all’albero di Porfirio, autore greco conosciuto per “Isagoge” del III secolo d.C. lui utilizza delle classificazioni di matrice aristotelica con cui costruisce un albero gerarchico, ossia uno struttura con insiemi e sottoinsiemi [c’è un nodo superiore, che è l’elemento unificante, seguito da generi e specie, ciascuna specie è definita dall’appartenenza ad un determinato genere e una differenza che le è propria, quindi una sua caratteristica specifica. A sua volta, il genere finisce per diventare un insieme indefinito di differenze]. In una realtà che non è più controllabile, questo schema salta, Eco parla di “pulviscolo di differenze, come se l’albero non riuscisse a trattenere tutto su di sé, e quindi il dizionario diventa enciclopedia, l’albero si espande in un labirinto”
Tipologie di labirinti enciclopedici
- Enciclopedia labirinto, Eco distingue in particolare tre tipi di labirinti:
- Unicursale, si entra, si raggiunge il centro, si esce. Se potessimo srotolarlo ipoteticamente, troveremmo una sorta di filo di Arianna;
- Manieristico, anche definito irrweg [in tedesco significa strada sbagliata], propone molte alternative che arrivano tutte ad un punto morto tranne una, la quale conduce all’uscita, dunque qui convivono ordine e disordine;
- A rete, anche detto rizoma di Deluze e Guattari descritto nella loro opera “Mille piani”, è estendibile all’infinito, ogni suo punto può essere collegato ad un altro, e le connessioni possono cambiare continuamente;
Il modello enciclopedico di Diderot
Questo ultimo modello, venne già utilizzato in “Encyclopèdie” di Diderot e d’Alembert 700 illuminista, in cui si verifica il primo trionfo del sistema enciclopedico a cui si riferisce Eco. Nel discorso preliminare, d’Alambert di un mappamondo, di un cammino interrotto da mille ostacoli, della necessità di lavorare su carte particolari molto minute: da una parte c’è ancora l’intenzione di offrire uno schema coerente ed unitario del sapere pensando che sia possibile raggiungere un ordine, dall’altra il mondo si apre lasciando i confini sempre più labili e sfuggenti. Di fronte a tali cambiamenti globali della cosiddetta “modernità liquida” di Bauman, ovvero priva di solidità adatta a soddisfare non più persone da educare ma clienti veri e propri, l’opera enciclopedica si rivela una soluzione interessante perché capace di accettare il disordine per mettere ordine, di essere “ragionevole e non razionale”.
Collaborazione di Eco con Einaudi
Non stupisce allora che Eco abbia collaborato alla stesura di voci per “Enciclopedia Einaudi”, infatti i criteri che hanno orientato la costruzione di questa opera sono gli stessi che hanno ispirato Eco, come si nota nella prefazione:
☼ Non si tratta di accumulare conoscenze, ma di organizzare il sapere;
☼ Si adotta una prospetta “metadisciplinare”, di modo che il trattamento delle voci sia aperto ad arricchimenti futuri;
☼ Inutile conseguire un’unità apparente, meglio cercare la coerenza;
☼ Le collaborazioni devono essere internazionale perché importa la comunione di intenti, importa avere “il medesimo spirito con cui affrontare le difficoltà, le esitazioni e le incertezze del sapere”;
Domande da interrogazione
- Qual è la differenza tra un dizionario e un'enciclopedia secondo Eco?
- Quali sono le tipologie di labirinti enciclopedici descritte da Eco?
- Come viene descritto il modello enciclopedico di Diderot?
- Quali sono i principi guida dell'"Enciclopedia Einaudi" a cui Eco ha collaborato?
- Perché l'opera enciclopedica è considerata una soluzione interessante nella modernità liquida?
Eco utilizza l'immagine dell'albero di Porfirio per spiegare il dizionario come una struttura gerarchica di insiemi e sottoinsiemi, mentre l'enciclopedia è vista come un labirinto che si espande, rappresentando un "pulviscolo di differenze" non più controllabile.
Eco distingue tre tipi di labirinti enciclopedici: unicursale, manieristico (irrweg) e a rete (rizoma), ognuno con caratteristiche uniche di ordine e disordine.
Il modello enciclopedico di Diderot, utilizzato nell'"Encyclopèdie", è visto come un sistema che cerca di offrire un ordine coerente del sapere, ma che accetta anche il disordine della modernità liquida, risultando "ragionevole e non razionale".
I principi guida includono l'organizzazione del sapere piuttosto che l'accumulo di conoscenze, un approccio metadisciplinare, la ricerca di coerenza piuttosto che unità apparente, e collaborazioni internazionali per affrontare le incertezze del sapere.
L'opera enciclopedica è vista come una soluzione interessante perché è capace di accettare il disordine per mettere ordine, adattandosi alla mancanza di solidità della modernità liquida e soddisfacendo le esigenze di clienti piuttosto che di persone da educare.