Concetti Chiave
- Ipazia è una città che confonde i viaggiatori con immagini e segni inaspettati, come granchi in un giardino di magnolie.
- Marco Polo, giunto a Ipazia, cerca risposte dal sultano e dai filosofi, ma trova solo enigmi e ambiguità.
- I segni della città formano un linguaggio che non può essere compreso con le immagini convenzionali.
- Per comprendere Ipazia, Marco Polo deve abbandonare le sue aspettative e interpretare i segni secondo un nuovo codice.
- Esperienze come ascoltare musica o partire richiedono azioni inusuali, ribaltando le convenzioni ordinarie.
L'arrivo a Ipazia
In terre lontane, il viaggiatore è consapevole di trovare difficoltà a causa di cambiamenti come le barriere linguistiche, ma nulla lo potrebbe preparare alla città di Ipazia.
Il giardino delle magnolie
Marco Polo descrive infatti il suo arrivo in questa città come sconvolgente: si trovò di fronte un grazioso giardino di magnolie in cui si aspettava di trovare “belle e giovani dame fare il bagno” ma a destabilizzarlo furono i granchi sul fondo dell’acqua che mordevano gli occhi di chi si suicidò.
La ricerca del sapiente
Così decise di rivolgersi al sultano, ma senza successo [arrivò al palazzo, ma trovò la sala del mezzo sbarrata da inferiate, con i prigionieri che issavano rocce di basalto], quindi optò per i filosofi, si diresse in biblioteca e dopo una lunga ricerca riscontrò un giovane sdraiato su una stuoia e con una pipa di oppio in bocca.
Il linguaggio di Ipazia
Il sapiente si trovava però in giardino, e da lui ricevette una risposta vaga e ambigua: “I segni formano una lingua, ma non quella che credi di conoscere”, Marco Polo capisce allora di doversi liberare dalle immagini che fin lì gli avevano esplicitato le cose che cercava, solo in questo modo avrebbe potuto intendere il linguaggio di Ipazia. Quando il suo animo, ad esempio, chiedeva di ascoltare la musica, doveva dirigersi nei cimiteri: “da una fossa all’altra di rispondono trilli di flauti, accordi di arpa”, quando verrà il giorno in cui sarà suo desiderio partire, non dovrà recarsi al porto ma “salire sul pinnacolo più alto della rocca ad espettare che un nave passi lassù”.